mercoledì 30 giugno 2010

Cromo nella falda acquifera «Treviglio ora sporga denuncia»

Il cromo esavalente, cancerogeno e presente in tracce nella falda acquifera di Treviglio, continua a far discutere. Nell'ultima seduta, il consigliere di maggioranza Giuseppe Scarpellino ha firmato una mozione in cui chiede al sindaco di presentare una denuncia, anche contro ignoti, alla Procura, per individuare senza ombra di dubbio la fonte dell'inquinamento e i responsabili, attivando di conseguenza azioni giudiziarie e di risarcimento.

Nella mozione si invitano Regione e Provincia ad approvare e realizzare il progetto di bonifica presentato dal Comune di Ciserano, attraverso la costruzione di una barriera idraulica. Perché l'apprensione è alta e anche perché si vuole capire quanto l'inquinamento possa ripercuotersi sui prodotti agricoli e zootecnici.

La Regione recentemente ha predisposto un piano d'intervento da 5 milioni di euro che entro tre anni dovrebbero portare alla realizzazione del progetto di bonifica. Nell'area a nord di Treviglio, al confine con Arcene, esistono nove pozzi privati che pescano acqua destinata a uso domestico e quindi a rischio per la salute umana.

Per evitare eventuali problemi, la giunta di centrosinistra guidata da Ariella Borghi, la scorsa settimana ha deciso di finanziare con 2 mila euro l'installazione degli impianti di filtrazione ai cittadini che utilizzano i propri pozzi per attingere acqua.

Patrizia Siliprandi, consigliera di minoranza della Lega Nord, era stata la prima a segnalare tempo fa la questione cromo: «Finalmente il problema viene riconosciuto da questa amministrazione».

Fonte: L'eco di Bergamo - 29/06/2010

Il sindaco: «Potenzieremo il collettore, non succederà più»

Marco Roncari annuncia che si sta studiando la soluzione per evitare che accadano episodi di inquinamento come quello di venerdì scorso. L'impresa che ha scaricato era collegata al depuratore ma il collettore non ha retto la quantità di liquidi scaricati.
Sul caso di inquinamento del fiume Olona avvenuto venerdì parla il sindaco di Fagnano Olona Marco Roncari: «C'è un problema con lo scolmatore di una ditta - fa sapere il primo cittadino - dobbiamo verificare le possibili soluzioni con i tecnici di Agesp e il nostro tecnico comunale per risolvere il problema». L'amministrazione di Fagnano è riuscita a risalire all'impresa che ha scaricato sostanze tossiche nel fiume provocando la morte di migliaia di pesci e compremettendo gli sforzi fatti fin qui per ripulire il fiume ma non vuole fare il nome: «Potrebbe non essere colpa loro - ammette il sindaco - ma non è nemmeno colpa del comune». Siamo in Italia, verrebbe da dire, ma la promessa del sindaco è quella di non permettere che accada di nuovo: «Non stiamo facendo una bella figura - ammette Roncari - ma soprattutto non possiamo permettere che tutti gli sforzi fatti fin qui per recuperare il fiume vengano vanificati».

Il problema è lo scolmatore che scarica direttamente nell'Olona: «La ditta è allacciata al depuratore - spiega il sindaco - e le acque di pulitura dei vasconi (pulizia che viene effettuata ogni venerdì, ndr) vanno regolarmente nell'impianto ma succede che a volte queste acque incontrino un ostacolo e comincino a fare schiuma. Questa schiuma fuoriesce e finisce in questo scolmatore». La soluzione dovrebbe essere il potenziamento di questo collettore per fare in modo che la schiuma non fuoriesca e toccherà ai tecnici del comune, insieme a quelli di Agesp, trovare una soluzione. Intanto non si sa ancora quali sostanze siano state rilasciate nel fiume in quanto Arpa non ha ancora comunicato i risultati delle analisi effettuate venerdì scorso.

Fonte: VareseNews 28/06/2010 - Autore o.m.

lunedì 28 giugno 2010

La canzone del Po

Per tutti gli appassionati o anche per i soli curiosi, ecco la canzone del Po di Ricky Gianco del 1978.
Il fiume Po
Un buon ascolto.

venerdì 25 giugno 2010

Nuovo inquinamento, gasolio e solventi finiscono in roggia

DELLO. Un secondo allarme tre mesi dopo la scoperta della disastrosa contaminazione di trielina nella prima falda.
Sotto accusa ancora l'azienda finita nei guai per il disastro ambientale di tre mesi fa e che avrebbe già dovuto iniziare la bonifica.

Dall'altro ieri notte nuovo allarme ecologico nella Bassa causato da gasolio e solventi nel vaso Quadretto che lambisce la zona tra Dello e Quinzanello. Il sindaco di Dello, Ettore Monaco dopo essere risalito mercoledì notte all'origine dell'inquinamento in località Ponte Rosso ieri sera ha segnalato ad Arpa e carabinieri, chiamandoli per gli accertamenti del caso, che lo sversamento proviene dalla Eco Neproma spa, la lavanderia industriale accusata dell'inquinamento di trielina (quantitativi fino a 23mila volte superiori i limiti di legge) nella prima falda freatica di Dello riscontrato tre mesi fa. Proprio in questi giorni la Provincia di Brescia dopo che a metà maggio aveva dato 30 giorni all'azienda per iniziare la messa in sicurezza del sito, ha prorogato il termine di una settimana. Nel frattempo la ditta («che già in passato - dice il Broletto - era stata trovata due volte responsabile di inquinamento, anche se non così grave») continua a lavorare. La trielina è ancora lì a minacciare la falda profonda e contamina rogge utilizzate per irrigare i campi.
I TECNICI della Provincia e lo stesso assessore Stefano Dotti nei giorni scorsi si auguravano che la Eco Neproma iniziasse al più presto la messa in sicurezza: a installare delle pompe idrovore che captino l'acqua della prima falda e la depurino facendola passare in filtri a carboni attivi (ma se troppo inquinata potrebbe anche essere portata in discarica). Un'operazione «dal costo non inferiore al mezzo milione di euro», spiegano in Provincia. Ma la messa in sicurezza per l'azienda è l'unica strada per poter continuare a lavorare: a meno di non voler incappare in pesanti sanzioni o che decida di chiudere.
Per il piano definitivo di caratterizzazione invece (che consiste nell'indicare con esattezza tempi e modi della bonifica) la Eco Neproma avrà tempo fino a settembre. Resta comunque aperta la possibilità di un ricorso al Tar da parte della lavanderia. Sarebbe una mossa temporeggiatrice ma che gli enti temono.
PROCURA e Arpa sono ormai sicuri dell'inquinatore: i piezometri a nord della Eco Neproma rivelano che l'acqua è pulita, quelli appena a sud danno risultati spaventosi: inquinamento che oscilla tra i 100 e i 23.000 microgrammi al litro (contro un limite di legge di 1,1 microgrammi al litro). I sopralluoghi hanno confermato che la fonte dei veleni sta in una vasca di contenimento del solvente che serve per lavare gli stracci di fonderia e saranno le indagini a dire quanto sia il grado di dolo in quello sversamento. Se l'aspetto amministrativo della vicenda è seguito dalla Provincia, resta aperta la via penale, con l'imputazione di sversamento abusivo e disastro ambientale. Si occupa del caso il pm Michele Stagno, arrivato da poco a Brescia da Imperia. Mercoledì c'è stato anche un vertice in Procura (coordinato dal pm Salamone coordinatore del pool ambientale) per decidere il da farsi.
A Dello pochi hanno piena coscienza di quale sia la gravità dell'inquinamento: è invisibile, subdolo e non provoca effetti immediati; proprio come altri inquinanti a cui la nostra provincia è tristemente abituata. Fortunatamente si era subito attivato il sindaco Ettore Monaco, che all'indomani della denuncia presentata dalla ditta confinante, ha subito contattato l'Arpa. «Mi auguro che la Provincia faccia il possibile - spiegava nei giorni scorsi Monaco - per ridurre al minimo la tempistica per la messa in sicurezza del sito». Mercoledì notte, invece, la nuova segnalazione di inquinamento e la scoperta che le sostanze tossiche arriverebbero dalla medesima azienda finita nei guai solo poco tempo fa. Per Ettore Monaco e gli amministratori dellesi, tanto sconforto misto alla sensazione di essere impotenti nella difesa del territorio e dell'ambiente.

Fonte: Bresciaoggi.it articolo di Pietro Gorlani 25/06/2010

martedì 22 giugno 2010

In canoa sul Lambro da Merone a Briosco fra natura e inquinamento




"Al fiume, perché viva!», è stato questo il brindisi conclusivo dell’iniziativa “Pagaiando sul Lambro”, che domenica 23 maggio ha portato 30 appassionati a solcare le acque brianzole con kajak e canoe. Una gita che ha portato il presidente del Parco a promettere di impegnarsi maggiormente per la pulizia e la tutela di questo corso d’acqua che attualmente è apparso agli occhi dei pagaiatori inquinato da sacchetti di plastica.

Promotori della manifestazione all’insegna dello sport e della natura sono il Parco Regionale della Valle del Lambro e l’associazione “Le Contrade”.

Lambro-fotogruppoMuniti di caschetti, pagaie e giubbotti di salvataggio, esperti e neofiti si sono dati appuntamento alle 9 di mattina presso il mulino di Baggero (Merone), per calare le barche nel fiume e dare il via all’avventurosa pagaiata alla volta di Briosco. Aiutati da professionisti della canoa, ragazzi e famiglie hanno ridisceso il fiume per un tratto di 10 km.

A Inverigo, all’altezza del ponte di Fornacetta, i passeggeri hanno fatto una tappa intermedia per darsi il cambio e riprendere la navigazione fino al Mulino di Peregallo, traguardo del percorso. Qui i partecipanti hanno potuto effettuare una visita guidata e riunirsi per un banchetto.

Paolo dell’associazione “Brianze” ha condotto gli ospiti alla scoperta del mulino medioevale: chi meglio di lui visto che il suo gruppo, impegnato nella valorizzazione e nella salvaguardia del territorio brianzolo, ha sede proprio nell’antico edificio.

Lambro-mulino«All'altezza dei depuratori di Merone e Gaggio la prima delusione - ha affermato Emiliano Ronzoni, presidente del Parco della Valle del Lambro, - La trasparenza dell'acqua si appesantisce. E' chiaro che i due depuratori non fanno bene al fiume. Nemmeno l'ingresso delle rogge (Tabiago) fa bene. La qualità dell'acqua é ancora discreta. Però è un peccato. Bisognerà pensarci. Io spero tanto nel prossimo contratto di fiume: potrebbero arrivare ingenti risorse, il Parco Valle Lambro sarà il coordinatore e l'attuatore degli interventi. Potrebbe essere l'ultima vera occasione per intervenire e rimediare ai guasti. Il parco non vuole lasciarsela sfuggire».

Fonte: Monza e Brianza News di Francesca Lissoni - 01/06/2010

Tre milioni da Roma al Lambro Uno è destinato alla Lombardia

Monza - Il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, ha firmato un'ordinanza di Protezione Civile che stanzia un milione di euro in favore della regione Lombardia, 1,5 milioni di euro per l'Emilia-Romagna e 500mila euro in favore del Veneto, per garantire il rimborso dei primi interventi urgenti già sostenuti per fronteggiare lo sversamento di centinaia di tonnellate di idrocarburi fuoriusciti, lo scorso febbraio, dalla ditta Lombardi Petroli di Villasanta (Monza) nelle acque del fiume Lambro e del Po. Lo comunica la Protezione Civile, spiegando che per "il trasferimento di tali risorse, a valere sul Fondo della protezione civile, le regioni trasmetteranno al Dipartimento della Protezione civile una dettagliata documentazione delle somme spese per fronteggiare l'emergenza e che saranno così rimborsate".

Fonte: Apcom 22-06-2010

giovedì 10 giugno 2010

Nominato il nuovo Segretario Generale dell'Autorità del Fiume Po

In data 25 maggio 2010, su proposta del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, On. le Stefania Prestigiacomo, il Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino del fiume Po, presieduto dal Sottosegretario On. le Roberto Menia, ha nominato all’unanimità il dott. Francesco Puma Segretario Generale dell’Autorità di bacino del fiume Po.

Il dott. Puma, nato a Massa (MS) il 3 ottobre 1951 e laureato in scienze geologiche, dal 1992 è Dirigente presso la Segreteria Tecnica dell’Autorità di bacino.

Dirigente del Settore Piani e Programmi, è stato successivamente incaricato di dirigere il Coordinamento della Pianificazione di bacino.
In tale veste, dalla cessazione dell’incarico di Segretario Generale del dott. Michele Presbitero avvenuta nell’agosto 2007, il dott. Puma ha svolto le funzioni di ordinaria amministrazione attribuite dalla legge al Segretario Generale.

Dal gennaio 2008, su incarico del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il dott. Puma ha esercitato le attività istituzionali di competenza del Segretario Generale, con particolare riguardo a quelle relative alla pianificazione ed alla gestione straordinaria.

In questo ruolo il dott. Puma ha curato le attività che hanno condotto all’adozione, nella seduta di Comitato istituzionale del 24 febbraio scorso, del Piano di Gestione del Distretto Padano di cui alla Direttiva quadro sulla tutela delle acque 2000/60/CE (recepita dal D. lgs. ambientale n. 152/2006).

Il Segretario Generale resterà in carica per un quinquennio.

Fonte: Sito Autorità di Bacino del Fiume Po - 10 giugno 2010

mercoledì 9 giugno 2010

Sagra di San Giovanni 2010 “Il passato, il presente ed il futuro del Lambro”.


In occasione della Sagra di San Giovanni 2010 il Circolo Legambiente di Monza realizza una mostra per richiamare l’attenzione dei cittadini monzesi verso il loro fiume: il Lambro.

Venerdì 11 Giugno, dalle 10,00 alle 18,00, sarà realizzata, nel tratto sud della Passerella dei Mercati (angolo via Colombo) una mostra dedicata al passato, al presente e al futuro del fiume Lambro.

Il passato sarà raccontato dalle riproduzioni degli acquarelli di Alessandro Greppi, nobile brianzolo vissuto nella seconda metà dell’ottocento a Casatenovo, grande ammiratore della Brianza e del suo fiume.

Il presente sarà rappresentato dai lavori sul Lambro realizzati dagli studenti dell’Istituto Mapelli di Monza; da due anni gli alunni, in collaborazione con ARPA Lombardia, rilevano lo stato di qualità delle acque del fiume e redigono delle relazioni finali.


Il futuro sarà immaginato grazie ad un nuovo strumento di pianificazione condivisa: il Contratto di Fiume, che a breve la Regione Lombardia attuerà anche sul Lambro. E’ questo lo strumento nuovo che speriamo possa dare una svolta significativa per fermare il degrado dell’ambiente fluviale, dei suoi territori limitrofi e dei nuclei storici. Però, perché questo strumento diventi realtà dinamica, capace di creare progetti e dare vita ad una visione nuova del fiume, Legambiente si impegna a condividerne il percorso nella speranza di rivedere infine il fiume Lambro, un fiume dalle “acque limpide”.

L’iniziativa usufruisce del patrocinio e del contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Monza.


Giù le mani dalle acque Sertori alza la voce

Il presidente della Provincia di Sondrio ha già ben in mente come sarà la grande manifestazione a difesa delle acque dopo le novità introdotte dalla Finanziaria

Sondrio, 9 giugno 2010 - Sorride, "non posso anticipare niente" ma il presidente della Provincia verde, il leghista Massimo Sertori ha già ben in mente come sarà la grande manifestazione a difesa delle acque dopo le novità introdotte dalla Finanziaria in discussione a Roma (articolo 15) per il rinnovo delle grandi concessioni idroelettriche che anzichè riconoscere alle Province una parte delle risorse (come previsto dal cosiddetto emendamento Valtellina, poi sparito dal testo che prevedeva una compartecipazione dell’ente locale) stabilisce l’introduzione di un canone che i concessionari devono versare direttamente allo Stato.

Come si svilupperà la grande mobilitazione (Confartigianato si è già schierata nella battaglia) Sertori lo annuncerà al Comitato istituzionale costituito ad hoc nel dicembre 2009 e composto da tutti i sindaci, Cm, organizzazione di categoria, sindacati, Unione pesca e Legambiente che si riunirà venerdì a Sondrio alle ore 17.
Manovra Finanziaria, Provincia beffata sul rinnovo delle grandi concessioni idroelettriche e allora presidente Sertori è pronto a scattare quello che definisce il blocco Valtellina?

"La lobby Valtellina deve prevalere rispetto alla politica. Le acque sono qui, risorse e soldi devono restare qui. Parlerei di tre livelli: quello politico che abbiamo già raggiunto trasversalmente con l’accordo con i responsabili locali di Pd, Lega e Pdl, poi c’è quello istituzionale e quello territoriale che ora deve alzare la voce. Il nostro emendamento che prevedeva una compartecipazione societaria della Provincia non solo è saltato, ma addirittura ora la Finanziaria che deve ancora essere approvata, ricordiamolo, al Senato e alla Camera, prevede l’esatto contrario. Per questo nel Comitato di venerdì lancerò l’ipotesi di questa grande manifestazione".

Ma protestate contro il governo?

"Non protestiamo contro nessuno, è il territorio che alza la voce".

L’emendamento Valtellina che introduceva il concetto di compartecipazione della Provincia perchè prima c’era poi è saltato nella manovra economica?

"Credo che sia stata, paradossalmente, una cosa di funzionari. Non attribuirei responsabilità politiche. Io faccio gli interessi della mia gente, sia chiaro ad amici e nemici. Col nostro emendamento i soldi dovevano restare alla Provincia, è un concetto che va oltre il riconoscimento di canoni e sovraccanoni. Noi con la partita acque abbiamo già dato troppo. Questo emendamento se non entra nella manovra dovrà entrare da qualche altra parte. L’azione bipartisan è già partita in Valle".

Una grande operazione dovrà concretizzarsi entro fine anno e cioè l’Azienda energetica unica di Valle, frutto della fusione di 8 società che operano in provincia. Azienda che poi non è più una, stando all’ipotesi su cui state lavorando, ma divisa in due e cioè Azienda ambientale-idrica ed energetica.

"Sto lavorando col Tavolo di coordinamento da un anno e mezzo, da quando ero allora assessore della Giunta Provera e uscivo dall’esperienza di amministratore delegato di Asm spa Sondrio. Partiamo da un concetto: in un territorio esteso come il nostro, con caratteristiche morfologiche che conosciamo, è antieconomico produrre servizi di qualità a prezzi contenuti. Avere 6/7 Aziende che fanno più o meno lo stesso lavoro è diseconomico e sappiamo che lo scenario nazionale tende agli accorpamenti. Per la caratteristica dei valtellinesi, lo sappiamo, il local è importante. Da qui l’idea e solo la Provincia poteva farlo, di riunire queste società pubbliche-private e con eterogeneità politica. Un progetto importante e bisognava farlo crescere dal basso. Per il livello tecnico ci siamo affidati ad un advisor. Il prodotto è buono, adeguato alla normativa. Due Aziende, quella ambientale-idrica ed energetica. Abbiamo previsto un bando per partner privati fissato al 40%".

Fusione di 8 società che operano sul territorio e quindi salteranno delle poltrone. Mi pare ci siano un po’ di resistenze da parte di alcune...

"Non ne ho sentore. Certo il progetto è articolato, abbiamo avuto molte discussioni, anche dubbi, ma per fare processi di aggregazione è necessario spiegare. Il processo deve essere celere per non perdere gli appalti e mandare “in down” la propria società. Capisco che chi non ha seguito i progetti può avere dubbi".

E i dipendenti di queste società?

"Ne abbiamo discusso molto al Tavolo e comunque saranno mantenuti. Se non fossimo partiti in anno e mezzo fa non solo le Aziende fuori, ma anche i dipendenti restavano a casa. Ben 350 lavoratori, e non sono pochi per la nostra realtà, che erano a rischio ma col progetto dell’Azienda unica hanno la possibilità di andare avanti. Un’Azienda in grado di produrre servizi di qualità a costi contenuti. Stiamo facendo incontri sul territorio per spiegare il progetto".

Come sogna questa Valle verde Padana?

"I contenuti sono ben esposti nel Piano territoriale di coordinamento che abbiamo approvato che io definisco una sorta di grande Piano regolatore generale per i prossimi 20 anni della Valtellina e Valchiavenna che non è e non dovrà mai diventare un distretto della Brianza. La nostra prima risorsa è la terra, l’ambiente e noi dobbiamo consentire uno sviluppo, ma ecocompatibile. Pensiamo ai capannoni nel fondovalle, noi abbiamo fatto una campagna contro".

Parlava di ambiente, ma la discarica di pannelli solari a terra a Teglio?

"Stando fuori dai giochetti politici rispondo semplicemente che la normativa incentiva la green economy e il legislatore ha previsto che oltre i 20 kw di pannelli a terra è proprio la Provincia con la Sovrintendenza ai beni ambientali che deve dare il parere".

Fonte: Il Giorno - Sondrio Valtellina articolo di Irene Tucci

SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA

SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA DOSSIER - ACQUA E AGRICOLTURA Occorre ridurre i fabbiso...