Legambiente Lombardia:
“I fondi regionali servano per finanziare la ripresa, non cattedrali nel deserto"
Inaugurati nel 2015 i primi 22 km sui circa 90 previsti, Pedemontana finora ha generato più imprevisti che benefici. Un’opera che doveva essere ripensata, accantonando inutili ambizioni novecentesche. Ora Pedemontana ci riprova: il mese scorso è stata indetta la gara per la ricerca di un nuovo General Contractor, a completamento dei lotti B2 e C di 26 km per 1,4 miliardi di euro, previsto l’aumento di capitale della società per 350 milioni di euro, anche con un’iniezione di 150 milioni da parte di regione, ora nel piano Mashall in salsa lombarda l’opera viene venduta come "connessa al programma di infrastrutture delle Olimpiadi invernali 2026”.
“Sulle opere pubbliche Regione Lombardia mistifica la realtà - commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - Pedemontana è un’opera buona per tutte le stagioni: dall’Expo alle Olimpiadi del 2026! Si dica chiaramente che non si sa come uscirne da un’opera arrivata In ritardo di almeno 30 anni, che fa acqua da tutte le parti, con flussi di traffico che non coprono i costi e con continue iniezioni da parte pubblica per il fallimento del project financing. Un metodo vecchio che non regge più. Nel post-Covid ci saremmo aspettati un cambio di passo. Si investa per costruire un nuovo sistema sanitario territorialmente capillare ed efficiente e in prevenzione e sostenibilità ambientale! Altro che strade che non portano da nessuna parte”
Legambiente chiede a Regione Lombardia di varare un piano di manutenzione delle strade esistenti, di salvaguardia del territorio, a rendere concreto un piano per l’adattamento al cambiamento climatico, grande dimenticato in questi mesi. Solo così si potrà ripartire davvero.
Ufficio stampa Legambiente Lombardia
Chiara Frangi
cell: 347 6592784
e-mail: ufficiostampa@legambientelombardia.it
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