Roma,
2 luglio 2014 Comunicato stampa
Legambiente e Altreconomia presentano i risultati dell’indagine “Regioni
Imbottigliate” sui canoni di concessione per le acque minerali. Promosse
soltanto Sicilia e Lazio
Attraverso la revisione dei canoni le Regioni potrebbero ottenere 250
milioni di euro per le politiche di tutela e gestione della risorsa idrica
L’acqua in bottiglia non conosce crisi. Nel 2012
i consumi sono addirittura cresciuti rispetto all’anno precedente, passando a 192 litri d’acqua minerale per abitante.
Più di una bottiglietta da mezzo litro al giorno a testa -nell’80% dei casi di
plastica- che conferma il primato
europeo del nostro Paese: 12,4 miliardi di litri imbottigliati, per un giro d’affari da 2,3 miliardi di euro
in mano a 156 società e 296 diversi marchi. Un’attività che ha un grande impatto ambientale. Per
soddisfare l’incomprensibile sete di acqua minerale degli italiani vengono
infatti utilizzate oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica da 1,5 litri, per
un totale di più di 450 mila tonnellate di petrolio utilizzate e oltre 1,2
milioni di tonnellate di CO2 emesse. Impatti importanti che garantiscono
elevatissimi profitti esclusivamente alle società che gestiscono questo
business, agevolate da canoni a macchia di leopardo e sempre estremamente
vantaggiosi.
È questo il quadro che emerge da “Regioni
Imbottigliate”, l’indagine annuale di Legambiente e Altreconomia sui canoni di imbottigliamento dell’acqua.
All’industria delle acque minerali, in quasi tutte le Regioni italiane, vengono
richiesti importi ridicoli, a volte addirittura stabiliti senza prendere in
considerazione i volumi emunti o imbottigliati. Una vera e propria regalia di
un bene pubblico che appartiene a tutti i cittadini. Sono poche,
infatti, le novità rispetto agli altri anni, e anche dove si è rivista la
normativa, come nel caso della Puglia,
non si è comunque adeguato il canone a quelli che sono i criteri dettati nel
2006 dalla Conferenza Stato-Regioni
che, provando a mettere ordine nel settore, proponeva canoni uniformi e
l’obbligo di pagare sia in funzione degli ettari in concessione sia per i
volumi, indicando come cifre di riferimento almeno 30 euro per ettaro e un
importo tra 1 e 2,5 euro per m3 imbottigliato.
Tra le regioni bocciate anche il Molise, la cui regolamentazione fa
ancora riferimento ad un Regio Decreto del 1927, la Provincia autonoma di Bolzano, l’Emilia-Romagna e la Sardegna.
Non bocciate, ma rimandate, sono le Regioni che,
pur applicando un doppio canone, impongono importi inferiori ad 1€/m3,
diversamente da quanto indicato dalle linee guida nazionali. Per il 2014 queste
sono, di nuovo, la Basilicata, la Campania e la Toscana.
Le Regioni promosse con riserva, invece, sono
quelle cioè che applicano un doppio canone con importi uguali o superiori ad
1€/m3: l’Abruzzo, la Calabria, il Friuli Venezia Giulia, il Piemonte,
le Marche, l’Umbria, la Valle d’Aosta,
la Provincia autonoma di Trento, la Lombardia e il Veneto. Quattro di queste regioni, Piemonte, Abruzzo, Calabria e Veneto, prevedono forti sconti sui canoni delle concessioni per i
volumi imbottigliati se le aziende sottoscrivono con la Regione un protocollo
di intesa recanti patti per la difesa dei livelli occupazionali.
Soltanto due Regioni si distinguono
positivamente. Il primato per i canoni più alti spetta al Lazio, che applica una quota per gli ettari, una per i volumi
emunti ed una per quelli imbottigliati, rispettivamente di 65 e 130€/ha, 1€/m3
e 2€/m3. A cui si aggiunge la Sicilia
che, da maggio 2013, applica un canone più alto alle concessioni, chiedendo
alle ditte imbottigliatrici, da 60 a 120 €/ha a fronte dei precedenti 10 € e,
seguendo l’esempio virtuoso del Lazio, adotta, da quest’anno, il triplo canone
(in funzione dei volumi emunti e imbottigliati, rispettivamente 1 e 2 €/m3).
Il Lazio e la Sicilia sono quindi le uniche due regioni ad applicare un triplo
canone ed importi superiori ad 1€/m3 per i volumi emunti e di 2€/m3
per quelli imbottigliati.
Legambiente ed
Altreconomia hanno inoltre calcolato che l’acqua in bottiglia viene mediamente
venduta a un prezzo di 0,26€ al litro, mentre alle Regioni le aziende
imbottigliatrici pagano in media 1€ ogni 1000 litri, ovvero un
millesimo di euro per litro imbottigliato, con ampi margini di guadagno.
Quello che gli italiani vanno a pagare, infatti, è rappresentato per più del
90% dai costi della bottiglia, dei trasporti e della pubblicità, unito
ovviamente all’enorme guadagno dell’azienda in questione, e solo per l’1%
dall’effettivo costo dell’acqua.
“I canoni di
concessione stabiliti dalle Regioni sono estremamente bassi perfino in aree
dove vi sono difficoltà di approvvigionamento idrico e il settore delle acque in
bottiglia, così come altre attività che utilizzano e consumano i beni ambientali, deve rientrare in una più
ampia riforma della fiscalità ambientale, così come previsto dalla normativa
europea –dichiara Giorgio Zampetti,
responsabile scientifico di Legambiente-. Appare chiara la discordanza tra i costi pagati dalle aziende private,
che imbottigliano acqua per il loro personale tornaconto, e quelli pagati dai
cittadini, che si ritrovano ad acquistare a caro prezzo un bene che di fatto è
già loro. La nostra proposta
è di istituire un canone minimo nazionale per le concessioni di acque minerali
pari ad almeno 20 euro al m3 (ossia 0,02 euro al litro imbottigliato). Ai tassi attuali di prelievo si
ricaverebbero circa 250 milioni di euro che potrebbero essere destinati alle
politiche di tutela e gestione della risorsa idrica”.
“Nei giorni scorsi Expo 2015 spa e Sanpellegrino,
società del gruppo Nestlé leader in Italia nel mercato delle acque in
bottiglia, hanno reso nota la propria partnership in vista dell'Esposizione
universale: l'acqua Nestlé sarà l'acqua di Expo. Crediamo -aggiunge Luca Martinelli, giornalista di
Altreconomia- che per il governo italiano e per la Regione Lombardia, che
sono tra gli azionisti di Expo spa, la manifestazione avrebbe dovuto
rappresentare un momento in cui promuovere la qualità dell'acqua di rete e il
consumo di acqua di rubinetto, e non trasformarsi in un veicolo di marketing
per una multinazionale dell'acqua, che in Lombardia imbottiglia miliardi di
litri tra acqua e bibite, riconoscendo in entrambi i casi canoni irrisori all'amministrazione
pubblica”.
Il dossier completo “Regioni Imbottigliate” è
scaricabile all’indirizzo: http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/regioni-imbottigliate
Per
informazioni su Imbrocchiamola, la campagna di Legambiente e Altreconomia per
la promozione dell’acqua del rubinetto: www.imbrocchiamola.org
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