Associazione
Parco Sud -
CAI Lombardia - FAI Lombardia - Legambiente Lombardia - Italia
Nostra Lombardia
-
Mountain Wilderness Lombardia – OrobieVive – Touring Club - WWF Lombardia
Mountain Wilderness Lombardia – OrobieVive – Touring Club - WWF Lombardia
Milano, 7 luglio 2014 Comunicato stampa
Le
associazioni scendono in campo con un
appello ai consiglieri di tutte le forze politiche: quella
legge non è per il
bene dei boschi lombardi
“Per il
settore forestale e la tutela
dei versanti non occorre la dereguation, ma il sostegno alle
imprese
agroforestali all'interno di rigorosi principi di tutela”
Sono
621 mila gli ettari di suolo coperti da boschi e foreste in
Lombardia: il 26% del territorio della nostra
regione è rivestito da una coltre vegetale che svolge funzioni
fondamentali per
il benessere dei suoi cittadini, e non solo per godere di
paesaggi in cui la
natura è protagonista, ma anche per regolare il clima, offrire
rifugio a flora
e fauna selvatica, produrre aria pulita, prevenire frane ed
alluvioni, disporre
di materie prime, a partire dal legno, che le foreste in buone
condizioni
offrono se gestite con attente pratiche selvicolturali.
Purtroppo però
non tutti i lombardi
possono godere della vicinanza di aree forestali: il 96% dei
boschi infatti si
trova in montagna e collina, mentre nel territorio di pianura se
ne
distribuiscono poche migliaia di ettari, boschi spesso piccoli e
precari,
continuamente minacciati da scelte urbanistiche e
infrastrutturali proprio
perchè sovente considerati terreni marginali e di scarso valore.
Per fortuna la
Lombardia da anni si è data una buona legge forestale, che punta
a difendere
questi ambienti così preziosi ma allo stesso tempo minacciati.
Certo, la legge
non è sufficiente a impedire gravi danni, anche recenti (si
pensi che la sola
realizzazione di Pedemontana cancellerà ben 200 ettari di bosco
di pianura), ma
di sicuro ha costituito un baluardo per impedire interventi di
deforestazione
al di fuori di ogni controllo.
E' proprio
questa legge a essere ora
messa in discussione dal Consiglio Regionale della Lombardia:
domani infatti
l'assemblea legislativa voterà il progetto di legge n.124 di
modifica della
legge forestale. Si tratta di un testo nato come singolo
articolo scritto per
compiacere la piccola ma agguerrita lobby formata da quanti nei
boschi amano
scorrazzare con moto e SUV, fuoristrada o lungo sentieri e
mulattiere.
Ma quel
contestatissimo testo, contro cui
il CAI ha lanciato una petizione online che ha raccolto oltre
40.000
sostenitori, nelle discussioni in commissione Agricoltura si è
andato
arricchendo di altri articoli in grado di sovvertire l'impianto
dell'intera
disciplina di tutela delle foreste lombarde, a partire dalla
definizione di
bosco: una definizione fondamentale, perchè stabilisce il
discrimine tra ciò
che, anche sotto il profilo urbanistico, è tutelato, e ciò che
non lo è. In
particolare la legge punta ad attribuire competenze
autorizzative ai sindaci,
sebbene i comuni non dispongano delle strutture tecniche
necessarie a valutare
interventi su ambiti forestali; ad attenuare la definizione di
bosco quando questa
entra in conflitto con diverse previsioni urbanistiche, specie
nel territori di
pianura; a consentire interventi che prevedono la realizzazione
di opere
pubbliche o di interesse pubblico su versanti boscati; a
limitare fortemente i
controlli per interventi di diboscamento su terreni montani che
si sono coperti
di boschi dopo decenni di abbandono delle pratiche agricole; ad
ampliare le
possibilità di autorizzare manifestazioni motoristiche in aree
forestali e
lungo sentieri e mulattiere. Misure che entrano anche in
contrasto con la legge
nazionale e pertanto rischiano di generare infiniti contenziosi:
proprio ciò di
cui il settore forestale, già in difficoltà, non ha bisogno. Da
segnalare
inoltre c’è anche il problema della mancata applicazione della
trasparenza
ambientale introdotta con il DL n. 33/2013 che all’art 40 impone
agli enti
pubblici a rendere consultabili sui propri siti i provvedimenti
autorizzativi e
i pareri su eventi e programmi di interesse ambientale e
naturalistico.
Per reagire a
questa proposta di legge,
che rappresenterebbe un arretramento di decenni rispetto alle
norme di tutela
vigenti, si è costituito un vasto e composito coordinamento di
associazioni
(Associazione Parco Sud, CAI Lombardia, FAI Lombardia,
Legambiente Lombardia,
Italia Nostra Lombardia, Mountain Wilderness Lombardia,
OrobieVive, Touring
Club, WWF Lombardia), che insieme hanno inviato a tutti i
Consiglieri regionali
un dettagliato documento di osservazioni alla norma, che si
conclude con una
valutazione totalmente negativa e una richiesta di non approvare
la legge.
“Noi tutti siamo
consapevoli che il
settore forestale e agropastorale in Lombardia ha un enorme
bisogno di misure
di sostegno affinché si consolidino e aumentino le imprese che
praticano la
selvicoltura – dichiarano i referenti regionali delle
associazioni – ma per
fare ciò non serve modificare una legge che funziona, né tanto
meno allentare
le norme che assicurano la tutela dei boschi e li difendono da
usi impropri e
da aggressioni urbanistiche: per questo chiediamo con forza a
tutte le forze
politiche, responsabilmente, di respingere la legge, che se
approvata genererà
una spirale perversa di cui faranno le spese i territori più
vulnerabili e
preziosi della nostra regione”.
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