Mercoledì 11 giugno é stata posta la parola “fine”
alla lunga vicenda giudiziaria che ha preso il via nel 2008, e che ha
visto Legambiente costituirsi parte civile fin dall’inizio del processo:
dopo la sentenza in primo e in secondo grado, la condanna di tutti gli
imputati é stata infine confermata anche in Cassazione.
A distanza di undici anni dall’accaduto, e
sei dall’inizio del processo, quattro persone sono state condannate in
via definitiva per il reato ambientale avvenuto nel novembre 2003 in
provincia di Reggio Emilia, dove la Polizia Giudiziaria fermò in
flagranza quattro dipendenti delle aziende Bacchi di Boretto e Terracqua
di Viadana, che vennero quindi arrestati e processati per direttissima.
Gli uomini si trovavano in piena notte a bordo di una moto draga, nel
mezzo dell’alveo del fiume in prossimità di Boretto (RE), intenti ad
estrarre la preziosa sabbia del Po.
Una grande vittoria per l’associazione
ambientalista, arrivata grazie al lavoro costante e determinato
dell’Avv. Francesco Paolo Colliva, Presidente regionale del Centro di
azione giuridica di Legambiente.
“Finalmente – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – si
é arrivati alla fine di uno dei tanti filoni di indagine sulle
escavazioni di sabbia abusive dal letto del Po, probabilmente
responsabili anche di parte del dissesto del fiume, che ha visto negli
anni un abbassamento del letto molto marcato, proprio a causa del minor
apporto di materiale solido verso valle. Purtroppo non possiamo essere
soddisfatti di altre inchieste sempre sulle escavazioni, che sono state
archiviate o con processi ancora da fare, vanificando il lavoro degli
organi di polizia giudiziaria e di tutti coloro che hanno creduto nel
ritorno della legalità sul fiume. Per questo chiediamo anche un incontro
al Procuratore Capo di Reggio, per far luce su tutte le inchieste che
erano nella disponibilità del pubblico ministero Padula e di altri PM,
ora non più in forza alla procura reggiana, in modo da evitare che la
prescrizione sia l’epilogo di queste vicende”.
Il tema della legalità in campo
ambientale rimane all’ordine del giorno, come mostrano i dati del
Dossier Ecomafie presentato solo pochi giorni fa, con 837 infrazioni
accertate in un anno in Emilia-Romagna e la nostra associazione si batte
per contrastare questi reati, sia in fase di denuncia che nelle sedi
giudiziarie.
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