Nel rapporto redatto dall’ Istituto Nazionale di Statistica si riassume la stato dei servizi idrici italiani intesi come ciclo idrico integrato. Nel 2012 il volume complessivo di acqua prelevata da corsi d’acqua, bacini e acque sotterranee per uso potabile è pari a 9,5 miliardi di metri cubi, con una crescita del 3,8% rispetto al dato censito nel 2008. Solo il 30,6% dell’acqua prelevata viene trattata prima dell’immissione in rete mentre il volume immesso nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile è pari a 8,4 miliardi di metri cubi, 385 litri al giorno per abitante. Il valore risulta superiore del 2,6% rispetto a quanto registrato nel 2008.
L’acqua però erogata ai cittadini è di
5,2 miliardi di metri cubi, che corrisponde a un consumo giornaliero di
acqua pari a 241 litri per abitante, 12 litri al giorno in meno rispetto all’ultimo dato censito nel 2008. Da ciò si evince che le dispersioni delle reti di distribuzione dell’acqua potabile ammontano a 3,1 miliardi di metri cubi. Pertanto il 37,4%
dei volumi immessi in rete non raggiunge gli utenti finali e ritornano
nell’ambiente. Su questo dato si registra un peggioramento rispetto al
2008, quando le dispersioni di rete erano del 32,1%.
Le perdite di rete mostrano situazioni di maggiore criticità nelle Isole e nel Centro-Sud,
con le eccezioni di Abruzzo e Puglia, che negli ultimi anni hanno
sanato alcune situazioni di forte dispersione. Anche se in maniera più
contenuta, anche nelle regioni del Nord si registra un generale peggioramento della dispersione di rete, ad eccezione della Valle d’Aosta.
Depurazione
Gli impianti di depurazione delle acque
reflue urbane esistenti in Italia sono 18.786, di cui 18.162 in
esercizio. Al Nord si concentra il maggior numero di impianti
di depurazione. Gli impianti di depurazione con trattamento avanzato,
pur rappresentando soltanto il 10% degli impianti complessivi, trattano
più del 60% dei carichi inquinanti convogliati nei depuratori delle
acque reflue urbane. Nella maggior parte dei casi tali impianti sono a
servizio dei grandi centri urbani. Rispetto al 2008, si riduce del
27,8% il carico di inquinanti di origine industriale che affluisce
agli impianti di depurazione delle acque reflue urbane con trattamento
secondario o avanzato, mentre la quota di carichi inquinanti di origine
civile trattati negli impianti di tipo secondario o avanzato è pari
al 57,6%, di poco superiore a quella del 2008 (56,5%).
Uso potabile
La Lombardia è la regione dove si
preleva il maggior volume di acqua per uso potabile, il 16% del totale.
Volumi consistenti si rilevano anche nel Lazio (12,5%) e in Campania
(10,1%). Valle d’Aosta e Sicilia sono le regioni in cui si registra,
rispetto al 2008, il maggior incremento percentuale nei prelievi, con
una crescita, rispettivamente, del 32,7% e del 14,1%. Di contro, Puglia e
Marche segnano la maggiore contrazione, rispettivamente del 14,7% e del
13,2%. La variazione nei volumi prelevati dall’ambiente, oltre a
derivare da un diverso sfruttamento della risorsa (dovuto generalmente a
un aumento della diffusione del servizio), risente anche di
situazioni locali specifiche. In alcuni casi di criticità, ad esempio dove ci sono molte dispersioni di rete, per garantire un livello di erogazione costante è necessario prelevare volumi maggiori e immettere più acqua nella rete di distribuzione.
situazioni locali specifiche. In alcuni casi di criticità, ad esempio dove ci sono molte dispersioni di rete, per garantire un livello di erogazione costante è necessario prelevare volumi maggiori e immettere più acqua nella rete di distribuzione.
In generale si sta percorrendo una
strada in cui si riducono i consumi, mentre c’è ancora molto lavoro da
fare sulle dispersioni di rete, problema molto sentito dai gestori in
quanto economicamente rappresenta una perdita.
Fonte: www.risorsa-acqua.it
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