Roma,
25 luglio 2013
Comunicato
stampa
la campagna che
fa il check up dello stato di salute dell’arco alpino
Assegnate 11
bandiere nere ai nemici della montagna e 7 bandiere verdi a
chi, invece,
la valorizza con
pratiche ecosostenibili
Sono
un paradiso di bellezza e di biodiversità, un patrimonio da
difendere e
valorizzare. Sono le Alpi, un gioiello unico troppo spesso
oggetto di una
cattiva gestione del territorio e di abusi edilizi. A denunciare
ciò è
Legambiente che dal 2002 con la Carovana
delle Alpi attraversa tutto l’arco alpino per effettuare
un “check up”
sullo stato di salute dell'ambiente assegnando le bandiere
nere e quelle verdi.
Quest’anno sono undici le bandiere nere che l’associazione
ambientalista dà ai nemici
della montagna, per i danni causati al territorio da
amministrazioni e
società. Delle 11 bandiere nere, 3 sono state assegnate
rispettivamente in
Friuli Venezia Giulia e in Lombardia, 2 in Piemonte, una
rispettivamente in
Veneto, Trentino e Valle D’Aosta. Undici storie di “pirati”
delle Alpi che
hanno in comune una visione distorta della valorizzazione
turistica del
territorio, favorendo così una selvaggia speculazione. Non
mancano però le
buone pratiche ecosostenibili e le idee positive per uno
sviluppo locale green,
come testimoniano le sette
le bandiere
verdi date, invece, a chi ha saputo valorizzare l’arco
alpino. In prima
linea ci sono le esperienze modello di alcune amministrazioni
comunali, di aziende
agricole, stabilimenti, associazioni e comitati del Friuli
Venezia Giulia (2
bandiere verdi), Veneto (1), Trentino (1), Lombardia (1),
Piemonte (1) e Valle
d’Aosta (1) che puntano, ad esempio, sulla reinterpretazione e
scoperta della tradizione
agricola e a soluzioni ecocompatibili per la valorizzazione del
patrimonio
forestale locale.
“La
fotografia scattata dalla Carovana delle Alpi 2013 – dichiara Vittorio Cogliati Dezza,
presidente di
Legambiente – dimostra che c’è ancora molto da fare per
la tutela e la
valorizzazione delle Alpi. Serve infatti una maggiore difesa e
valorizzazione
di questo splendido territorio, ricco di storia, di risorse
naturali e
culturali. Investire sull’ambiente alpino significa dare impulso
all’economia
locale, creare occupazione e creare le condizioni per migliorare
la possibilità
di "abitare" la montagna. Questi risultati passano anche
attraverso
la possibilità di far conoscere la bellezza di questi luoghi
grazie anche ad un
turismo ecosostenibile. Le località montane racchiudono in sé un
grande
potenziale in termini di risorse naturali ed economiche che le
amministrazioni
locali, quasi sempre prime destinatarie delle Bandiere Nere, devono interpretare e usare al
meglio attraverso uno
sviluppo basato sulla green economy e attuando appropriate
politiche di
gestione del territorio più sostenibili. Troppo spesso ci siamo
dimenticati che
la qualità e la sicurezza della pianura dipendono dall'uso che
si fa dei
territori montani, è in questo senso che le Alpi sono un bene
comune di tutti”.
BANDIERE
NERE – Quest’anno tre bandiere nere vanno al Friuli Venezia Giulia.
La prima è stata
assegnata alla società Edipower per la colata
di fango
verificatasi a valle della diga di Saurisi. La seconda agli organizzatori regionali
del Giro d’Italia per
l’abbattimento di centinaia di alberi sull’Altopiano del
Montasio. La terza
bandiera nera va all’Anas
e al Friuli
Venezia Giulia Strade per gli interventi attuati sulla
viabilità della
Carnia e del Canal del Ferro. Tra le
cause dei vessilli neri, assegnati da Legambiente ai "nemici"
delle
Alpi, resta la speculazione edilizia che, in nome del
turismo, apre
possibilità e spazi per la cementificazione d'alta quota.
Bandiere nere in Veneto
ai comuni di Roveré
Veronese, San Mauro di
Saline e Velo Veronese (Verona) per aver
falsato le
previsioni demografiche espresse nel Piano di Assetto del
Territorio
Intercomunale finalizzate prevalentemente alla cementificazione
del territorio,
incoerente quindi con il più volte citato sviluppo sostenibile
all’interno del
P.A.T.I. Altra bandiera nera va al Trentino,
alla comunità di Valle
delle Giundicarie
per aver votato un
documento
preliminare del Piano Territoriale di Comunità che, senza una
seria analisi dei
limiti e delle potenzialità del mercato turistico, prevede un
ulteriore
pesantissimo sacrificio di territorio e di naturalità, con un
altro ampliamento
delle aree sciabili in zone ancora intonse e di grande pregio
ambientale e
paesaggistico.
Alla Lombardia Legambiente assegna tre bandiere nere.
La prima va a Raffaele
Cattaneo, ex
assessore alle
infrastrutture e mobilità della Regione, per la
superficialità e
l’approssimazione, di cui è politicamente responsabile, con le
quali sono state
condotte le procedure di appalto e l'avvio dei lavori della
tratta ferroviaria
Arcisate-Stabio, opera strategica per il territorio. E per aver
lasciato senza
servizio ferroviario e con un cantiere fermo i centri della
Valceresio,
privilegiando contestualmente l'avvio e la prosecuzione di
costose e inutili
opere stradali. La seconda bandiera nera va all’Anas per la viabilità della SS36 e ai
ripetuti collassi
delle gallerie nel tratto fra Dervio e Colico, a causa di
inadeguate tecniche
costruttive in presenza di una difficile situazione geologica.
La terza bandiera
nera va al sito web www.ruralpini.it per
la
controinformazione e l'approccio, ingiustificatamente
allarmistico, alla
complessità della gestione dei grandi predatori in ambiente
alpino, che mira a
vanificare l'esito di un importante ritorno, quello di lupi e
orsi nelle Alpi
italiane. Anche
il Piemonte non va bene: bandiere nere alla Provincia
di
Cuneo – Assessorato Ecologia e tutela ambiente – Rifiuti -
Risorse idriche,
energetiche e naturali - Cave e torbiere per la scarsa
iniziativa nel proporre politiche sostenibili per il territorio
e la gestione
dell'acqua nella Provincia di Cuneo, per la poca attenzione agli
esiti del
referendum e per l’inefficacia nel tutelare le acque
superficiali da varie
forme di sfruttamento. E la bandiera nera va anche alla Regione Piemonte, per il secondo anno
consecutivo, per l'assenza di
politiche volte alla tutela, alla regolamentazione e alla
valorizzazione della
montagna. Infine in Valle D’Aosta, la
bandiera nera all’Assessorato
alle Attività Produttive della
Regione e all’Assessorato opere pubbliche, difesa del suolo e
edilizia
residenziale pubblica per voler
facilitare a tutti i costi la costruzione di centrali
idroelettriche, anche
contro la volontà dei proprietari di terreni, dei residenti e
dei turisti,
delle amministrazioni comunali, delle associazioni
ambientaliste, anche dove le
norme, oltre che il buon senso, lo sconsiglierebbero.
“Da
sempre Legambiente – aggiunge Vanda Bonardo,
responsabile Alpi di
Legambiente - interpreta l'ambiente
montano come un
laboratorio naturale, dove si sono sviluppati alcuni dei più
notevoli esempi di
adattamenti degli esseri viventi ai limiti della vita, dando
origine a
ecosistemi rari e fragili. Anche il ritorno di alcuni grandi
predatori va
inteso in questa prospettiva e perciò governato attraverso
seri piani di
azione. È, dunque, indispensabile che si comprenda che il
territorio alpino è
un territorio sensibile e delicato, che non deve essere
sacrificato in nome
della speculazione edilizia e di un turismo non sostenibile.
Per questo anche quest’anno
la Carovana delle Alpi
vuole contribuire a dare visibilità alle azioni
virtuose e di
riscontrato successo
attivate
da amministratori, privati, associazioni, affinché diventino
esempi
modello a cui attingere idee e pratiche
efficaci per una corretta tutela e valorizzazione delle Alpi”.
BANDIERE
VERDI - La Carovana delle Alpi va, infatti, alla ricerca di
quanti sviluppano
progetti di tutela e salvaguardia della più grande catena
montuosa d'Europa per
premiare con le bandiere verdi l'impegno di quanti
hanno mosso passi
significativi verso uno sviluppo di qualità. Quest’anno a
ricevere l’ambito
premio sono state sette Regioni. In Friuli
Venezia Giulia la bandiera verde va all’azienda
agricola di Dordolla (Moggio Udinese) “Tiere
Viere-AgriKulturAlpina”, per aver
reinterpretato, rinnovandola, la tradizione contadina in una
delle aree più
spopolate della montagna friulana. Altro riconoscimento anche a
Legnolandia, gli
stabilimenti di Forni di
Sopra e Villa Santina, per le
soluzioni e gli accorgimenti adottati nei processi di produzione
e per la
valorizzazione del patrimonio forestale locale. In Veneto la bandiera verde è stata assegnata alla coppia di lupi Slavc & Giulietta, un premio
simbolico che
riconosce la straordinaria unicità
dell’incontro tra il lupo
dinarico-balcanico Slavc e
la lupa
italica chiamata Giulietta. Dopo secoli di divisione, le due
razze si sono
rincontrate sull’altipiano Lessinico, da più di un anno fanno
coppia fissa e i
Monti Lessini sono divenuti la loro casa. Bene anche il Trentino con i comuni di Ala, Avio,
Brentonico, Mori
e Nago- Torbole e le Comunità di Valle della Vallagarina e
dell'Alto
Garda-Ledro per aver firmato l'accordo di
programma
sottoscritto il 15 giugno con la Provincia autonoma di Trento e
per avviare il
primo Parco naturale locale del Trentino, quello del Monte
Baldo. In Lombardia la Bandiera Verde va al comitato
per la tutela e la valorizzazione del territorio agricolo del
piano di Bianzone
per la passione e l’impegno profuso
nella difesa
del territorio agricolo, per le importanti iniziative
organizzate e le
battaglie legali e di rappresentanza messe in atto. Premiato
anche il
Piemonte,
la bandiera verde va al Comune di Vignolo per aver messo in atto numerose
azioni di tutela del territorio. Infine non delude le
aspettative anche la Valle
D’Aosta, dove l’associazione
Vallevirtuosa
e comunità valdostana riceve la bandiera verde per la
vittoria
referendaria contro la costruzione di un impianto di trattamento
a caldo in un
ambiente di montagna. Si tratta del primo referendum propositivo
regionale
valido a livello nazionale per la difesa del territorio alpino
attraverso la
richiesta di applicare una corretta politica dei rifiuti basata
sulla loro
gestione, senza partire dagli stadi finali dello smaltimento e
recupero
energetico.
L'elenco completo delle bandiere nere e verde è online sul sito www.legambiente.it
L'Ufficio stampa Legambiente:
06.86268353-76
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