Legambiente e l’Associazione Amici della Terra Lago d'Idro promuovono una petizione
per salvare il bacino imbrifero del fiume Chiese e del lago d’Idro dai prelievi forzati e dalla mancata depurazione
per salvare il bacino imbrifero del fiume Chiese e del lago d’Idro dai prelievi forzati e dalla mancata depurazione
La situazione di crisi idrica registrata nel Nord Italia negli ultimi anni è seria: se fiumi e laghi hanno portate ridotte, a soffrirne è l’intero ecosistema. In particolare destano preoccupazione le condizioni del fiume Chiese, che costituisce uno dei maggiori esempi di sfruttamento idroelettrico montano, tra bacini artificiali e centrali idroelettriche poste lungo i suoi 130km attraverso ben 24 Comuni di 2 regioni, Trentino e Lombardia. Nel piano di Tutela delle Acque, attualmente ancora in fase di approvazione, il fiume Chiese è indicato come uno dei corpi idrici fluviali che non registrano un livello di qualità buono. Per questo il raggiungimento dell' obiettivo di qualità per questo corso d’acqua è stato posticipato al 2021 .
«Lo stato ecologico del fiume Chiese risulta ancora inadeguato nel suo tratto Lombardo e continua a presentare criticità legati soprattutto all'utilizzo eccessivo delle sue acque che in alcuni tratti vengono completamente depredate come a valle dello sbarramento di presa di Bedizzole, in località Cantrina, dove il fiume resta del tutto in secca, ignorando il Deflusso Minimo Vitale (DMV) e l'equilibrio del bilancio idrico – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Per questo è necessario definire l'insieme delle regole che presiedono all'utilizzo della risorsa idrica del bacino, con le finalità prioritarie di conseguire la razionalizzazione dell'uso dell'acqua e il recupero e la valorizzazione delle caratteristiche naturalistiche ed ambientali del lago d'Idro e del fiume Chiese. Bisogna ragionare secondo un'ottica nuova ove tutti gli enti coinvolti sottoscrivano un vero e proprio Contratto di Sottobacino».
In vista della Giornata Mondiale dell’Acqua, che si celebra il 22 marzo, Legambiente e l’Associazione Amici della Terra Lago d’Idro e Valle Sabbia promuovono una raccolta firme per presentare alle autorità competenti un appello affinché venga stabilita una gestione coordinata dell’intero bacino imbrifero, su tutta l’asta trentina e bresciana, per salvaguardare il deflusso minimo vitale in ogni tratto del corso d’acqua e per difendere i livelli ecosostenibili del lago d’Idro nel quale affluisce. Questo in ottemperanza della Direttiva Quadro Europea 2000/60 in materia di tutela delle acque, che obbliga alla protezione delle acque superficiali interne, di transizione, costiere e sotterranee.
«Chiediamo ai pubblici amministratori dei Comuni dell’intero bacino del Fiume Chiese, a partire dalla sorgente del fiume fino alla sua immissione nell’Oglio, unitamente alle associazioni presenti sul territorio bagnato dallo stesso fiume e a tutti i cittadini sensibili allo stato di salute delle acque di firmare questa petizione – spiega Gianluca Bordiga, presidente di Amici della Terra Lago d’Idro e Valle Sabbia – per chiedere alle autorità competenti, non solo locali, ma a livello nazionale e comunitario, di istituire un ente paritetico che coordini la gestione dell’intero bacino sotto ogni aspetto, al fine di ottenere un effettivo e soddisfacente risparmio idrico ed un controllo permanente sull’intera asta ed evitare il ripetersi delle crisi alle quali in passato con grandi difficoltà e con danni per l’economia è stato necessario far fronte».
Nella petizione, che si può firmare anche online sul sito www.change.org, si chiede esplicitamente di sollecitare l’ammodernamento dei sistemi irrigui della vasta area irrigata con l’acqua prelevata dal Fiume Chiese, vale a dire una grande porzione della pianura padana bagnata con sistemi ora obsoleti e concepiti per un grandissimo consumo della risorsa primaria; di pianificare la gestione coordinata delle risorse idriche attraverso un bilancio idrico e con modalità ragionevoli e rispettose delle esigenze ambientali sull’intera asta del fiume Chiese trentino e bresciano; di rivedere il precedente regolamento di gestione del Lago D’Idro, cd. regolamento 21 marzo 2002, che prevede escursioni dei livelli fino a 3,25 metri verticali che sono causa di evidenti danni ambientali; di sollecitare il completamento delle reti fognarie e di collettamento e di sollecitare l’ammodernamento degli impianti di depurazione sull’intero bacino trentino e bresciano del Fiume Chiese. La raccolta firme si affianca alla ECI (European Citizens Iniziative) People4Soil che Legambiente, insieme ad altre 400 associazioni in tutta Europa sta promuovendo attraverso la campagna di sensibilizzazione #salvailsuolo. L’obiettivo è il raggiungimento di un milione di firme per ottenere una legge europea a tutela del suolo, contro la cementificazione, la contaminazione dei terreni, il degrado ambientale e la perdita di suolo fertile. La petizione si può firmare anche online su www.salvailsuolo.it
«Lo stato ecologico del fiume Chiese risulta ancora inadeguato nel suo tratto Lombardo e continua a presentare criticità legati soprattutto all'utilizzo eccessivo delle sue acque che in alcuni tratti vengono completamente depredate come a valle dello sbarramento di presa di Bedizzole, in località Cantrina, dove il fiume resta del tutto in secca, ignorando il Deflusso Minimo Vitale (DMV) e l'equilibrio del bilancio idrico – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Per questo è necessario definire l'insieme delle regole che presiedono all'utilizzo della risorsa idrica del bacino, con le finalità prioritarie di conseguire la razionalizzazione dell'uso dell'acqua e il recupero e la valorizzazione delle caratteristiche naturalistiche ed ambientali del lago d'Idro e del fiume Chiese. Bisogna ragionare secondo un'ottica nuova ove tutti gli enti coinvolti sottoscrivano un vero e proprio Contratto di Sottobacino».
In vista della Giornata Mondiale dell’Acqua, che si celebra il 22 marzo, Legambiente e l’Associazione Amici della Terra Lago d’Idro e Valle Sabbia promuovono una raccolta firme per presentare alle autorità competenti un appello affinché venga stabilita una gestione coordinata dell’intero bacino imbrifero, su tutta l’asta trentina e bresciana, per salvaguardare il deflusso minimo vitale in ogni tratto del corso d’acqua e per difendere i livelli ecosostenibili del lago d’Idro nel quale affluisce. Questo in ottemperanza della Direttiva Quadro Europea 2000/60 in materia di tutela delle acque, che obbliga alla protezione delle acque superficiali interne, di transizione, costiere e sotterranee.
«Chiediamo ai pubblici amministratori dei Comuni dell’intero bacino del Fiume Chiese, a partire dalla sorgente del fiume fino alla sua immissione nell’Oglio, unitamente alle associazioni presenti sul territorio bagnato dallo stesso fiume e a tutti i cittadini sensibili allo stato di salute delle acque di firmare questa petizione – spiega Gianluca Bordiga, presidente di Amici della Terra Lago d’Idro e Valle Sabbia – per chiedere alle autorità competenti, non solo locali, ma a livello nazionale e comunitario, di istituire un ente paritetico che coordini la gestione dell’intero bacino sotto ogni aspetto, al fine di ottenere un effettivo e soddisfacente risparmio idrico ed un controllo permanente sull’intera asta ed evitare il ripetersi delle crisi alle quali in passato con grandi difficoltà e con danni per l’economia è stato necessario far fronte».
Nella petizione, che si può firmare anche online sul sito www.change.org, si chiede esplicitamente di sollecitare l’ammodernamento dei sistemi irrigui della vasta area irrigata con l’acqua prelevata dal Fiume Chiese, vale a dire una grande porzione della pianura padana bagnata con sistemi ora obsoleti e concepiti per un grandissimo consumo della risorsa primaria; di pianificare la gestione coordinata delle risorse idriche attraverso un bilancio idrico e con modalità ragionevoli e rispettose delle esigenze ambientali sull’intera asta del fiume Chiese trentino e bresciano; di rivedere il precedente regolamento di gestione del Lago D’Idro, cd. regolamento 21 marzo 2002, che prevede escursioni dei livelli fino a 3,25 metri verticali che sono causa di evidenti danni ambientali; di sollecitare il completamento delle reti fognarie e di collettamento e di sollecitare l’ammodernamento degli impianti di depurazione sull’intero bacino trentino e bresciano del Fiume Chiese. La raccolta firme si affianca alla ECI (European Citizens Iniziative) People4Soil che Legambiente, insieme ad altre 400 associazioni in tutta Europa sta promuovendo attraverso la campagna di sensibilizzazione #salvailsuolo. L’obiettivo è il raggiungimento di un milione di firme per ottenere una legge europea a tutela del suolo, contro la cementificazione, la contaminazione dei terreni, il degrado ambientale e la perdita di suolo fertile. La petizione si può firmare anche online su www.salvailsuolo.it
Ufficio stampa Legambiente Lombardia
Silvia Valenti
Cell. 3498172191
Tel. 02 87386480
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