LEGAMBIENTE:‘LE MISURE PER
FRONTEGGIARE LA FASE CRITICA NON DEVONO AUMENTARE LE SOFFERENZE DI FIUMI E
LAGHI’
In
Lombardia le cattive notizie della siccità riguardano fiumi e laghi, oltre ai
campi coltivati, con semine a rischio per la scarsità di piogge e di
temperature anomale che sono state frequenti in febbraio e marzo, provocando
una siccità decisamente fuori stagione.
“La
siccità in Lombardia è un segnale del cambiamento climatico? Probabil. - dichiara
Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Ma in questa
situazione di difficoltà, anche per gli agricoltori, bisogna mantenere la
calma. Interpretare i segnali del clima richiede lo sviluppo di strategie di
adattamento e rincorrere le emergenze, che saranno sempre più frequenti,
rischia di provocare ulteriori danni ai delicati ecosistemi di laghi e fiumi”.
I
dati climatici stagionali evidenziano una situazione critica per le
precipitazioni sui bacini montani, soprattutto dell’ovest Lombardia, ma mettono
anche in guardia dagli eccessivi allarmismi. Purtroppo la neve delle quote
medie e basse si è già sciolta precocemente a causa del caldo anomalo, mentre
il disgelo ad alta quota non è ancora in corso, e questo spiega la carenza di
afflussi a valle e lo stato di forte sofferenza di laghi e fiumi. Inoltre, la
neve in alta quota c’è anche se i quantitativi complessivi di scorta idrica del
manto nevoso sono sotto la media anche se non troppo lontani dal dato degli
ultimi decenni.
Per
quanto riguarda le precipitazioni, nelle Alpi e Prealpi, da cui dipende il
sistema irriguo lombardo, è piovuto poco, mediamente la metà delle
precipitazioni attese nel trimestre gennaio-marzo. Il bacino montano del Ticino
è quello messo peggio, e le preoccupazioni per il comparto risicolo, che è
anche il primo ad esprimere un forte bisogno di approvvigionamento idrico, sono
comprensibili.
Va
detto però che i dati attuali di carenza di precipitazioni non sono i peggiori
del decennio: andò peggio, nello stesso trimestre, nel 2012, anno che si
concluse con precipitazioni nella norma grazie ad una decisa ripresa delle
precipitazioni a partire da aprile. Dunque, ora occorre gestire la situazione
critica per le lavorazioni stagionali e molto dipenderà dalle precipitazioni
del mese che sta per cominciare.
“Dal
lontano 2003, annata veramente anomala per temperature e crisi idrica, è
diventata evidente la necessità di ripensare colture e sistemi irrigui della
Lombardia. Purtroppo da allora poco è stato fatto e continuiamo ad avere una
agricoltura fortemente idroesigente – conclude Meggetto -.
Occorre evitar, in ogni caso che, per rispondere ai bisogni dell’agricoltura,
si ricorra a misure di carattere emergenziale che esporrebbero fiumi e laghi a
condizioni ecologicamente ancora più critiche di quelle che stanno vivendo a
causa della siccità”.
Precipitazione
media (mm/mq di bacino) nel primo trimestre nei bacini montani da cui dipende
l’alimentazione irrigua: confronto dati 2019 con dati medi ed estremi del
decennio 2009-2018
Elaborazioni:
Legambiente su dati ARPA Lombardia
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