Milano, 12 Marzo
2019 Comunicato
stampa
Legambiente: “L’agricoltura padana deve mettere in
conto il cambiamento climatico, prima che sia troppo tardi”
Venerdì 15 anche
Legambiente partecipa al Global Stroke For Future
La primavera
inizia in un clima di profonda incertezza per l’agricoltura padana: le riserve
di acqua liquida sono quasi esaurite, e anche il soccorso della fusione delle
nevi non promette miracoli. Sulle Alpi, infatti, la neve c’è, ma solo alle alte
quote, poiché sotto i 1500 metri il caldo mese di febbraio ha già anticipato il
disgelo. Sono prove generali di cambiamento climatico, quelle che si ripetono
ormai sempre più di frequente ad ogni avvio dell’annata agraria nella Pianura
lombarda, fortemente dipendente dalle disponibilità di acqua per poter
programmare semine e raccolti.
A preoccupare è
il volume dei laghi lombardi, la grande riserva idrica, storicamente regolata,
artefice delle possibilità di alimentare la rete dei canali irrigui: i dati ad
oggi sono allarmanti, soprattutto per i laghi di Como e d’Iseo, dove si
è già accesa la spia della riserva, poiché dall’inizio dell’anno gli
afflussi dai tributari registrano un forte deficit. Al Verbano da
inizio anno sono mancati 174 milioni di mc di afflusso rispetto alla
media (-20% rispetto alla media del periodo), sul Lario l’ammanco è di
95 milioni di mc (-21%), sul Sebino di 59 milioni di mc (-28%),
mentre per il Benaco il dato è ancora più grave, perché mancano
131 milioni di mc (-51%). Fortunatamente, però, il lago di Garda
beneficia di una grande scorta idrica accumulata l'anno scorso, e quindi
nonostante la grave carenza di afflussi negli scorsi mesi i livelli idrici
restano decisamente alti.
Per i primi tre
bacini regolati, l’acqua effettivamente disponibile come serbatoio per finalità
irrigue, rispetto alla capacità, è al 32% della capacità massima per il
Verbano, al 10% per il Lario, al 15% per il Sebino, mentre non preoccupa per
ora la situazione del Benaco, pieno al 90%. Complessivamente i Laghi
Maggiore, di Como e d’Iseo stanno stoccando 170 milioni di mc d’acqua, su una
capacità d’invaso di ben 760 milioni di mc complessivi. I laghi a secco in
questa fase stanno cercando di limitare le perdite, riducendo i rilasci agli
sbarramenti sugli emissari, ma nonostante ciò le tendenze restano negative e i
livelli continuano ad abbassarsi, anche perché non sono previste, almeno per
questa settimana, precipitazioni importanti. Neanche dagli invasi idroelettrici
d’alta quota ci si può aspettare molto: nel bacino montano dell’Adda, ad
esempio, i depositi idroelettrici sono vuoti all’80%.
«Ormai nella
programmazione agricola della Pianura Padana occorre mettere in conto il
cambiamento climatico – dichiara Barbara Meggetto, presidente
di Legambiente Lombardia – per il futuro non si può continuare a
pensare ad un’agricoltura intensiva e specializzata su due sole colture, il
mais e il riso, entrambe ad elevatissimo fabbisogno irriguo. Bisogna iniziare a
riprogrammare l’agricoltura lombarda per aumentarne la resilienza,
diversificando le colture, migliorando la risposta del suolo agli stress
idrici, aumentando le rotazioni e introducendo investimenti importanti per
ridurre il fabbisogno delle colture».
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