LEGAMBIENTE – INU
– DASTU Politecnico di
Milano 2015 -
Anno Internazionale dei Suoli
“Il suolo è un alleato nella sfida globale contro il cambiamento climatico, grazie ai servizi che esso è in grado di erogare se tutelato e ben gestito”
Parte da Milano PEOPLE4SOIL, campagna
europea per il suolo bene comune
Il suolo è il
principale 'serbatoio' per lo stoccaggio di carbonio: nel sottile strato di
suoli fertili del pianeta è infatti custodita, in forma di sostanza organica,
l'immensità di 1500 miliardi di tonnellate di carbonio, equivalente a 5500
miliardi di tonnellate di CO2, circa il doppio di quella contenuta
nell'atmosfera terrestre. Una quantità di carbonio che viene accumulata oppure
dispersa, migliorando o peggiorando il bilancio delle emissioni climalteranti:
dipende anche da come vengono gestiti e conservati i suoli. Non solo il consumo
di suolo, ma anche l'agricoltura intensiva può ridurre il contenuto di sostanza
organica dei suoli, mentre le foreste, il pascolo estensivo e le tecniche di
agricoltura sostenibile sono in grado di conservare ed aumentare il carbonio
nei suoli, sottraendolo all'atmosfera. E' questo solo uno degli esempi di
'servizi ecosistemici' del suolo: per avere un'idea degli effetti della cattiva
gestione dei suoli, il rilascio dello 0,1% del carbonio contenuto nei suoli
europei equivale alle emissioni annuali prodotte da ben 100 milioni di auto.
“In un momento di attenzione internazionale verso la sfida climatica, ci pare
essenziale richiamare il ruolo chiave del suolo, sia per neutralizzare una
parte delle emissioni di gas climalteranti, sia per le funzioni
fondamentali per l'adattamento delle città e del territorio ai mutati equilibri
climatici, come la prevenzione dei danni legati a eventi alluvionali o a
siccità” è quanto ha dichiarato Barbara
Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia
Il tema dei
servizi ecosistemici del suolo costituisce il perno della 5a edizione del
Rapporto sul Consumo di Suolo, che anche quest'anno viene pubblicato grazie
alla collaborazione tra Istituto Nazionale di Urbanistica, Legambiente e
Politecnico di Milano, presentato oggi a Milano alla vigilia delle celebrazioni
per l'annuale Giornata
Mondiale dei Suoli del 5 dicembre. Al centro delle
attenzioni dei curatori del rapporto, che raccoglie contributi di oltre 70
ricercatori di tutta Italia, c'è come sempre il tema delle espansioni urbane
che determinano consumo di suolo. Ma nel 2015 - Anno internazionale dei
Suoli, proclamato dalle Nazioni Unite - si è prestata attenzione
anche ai fenomeni che contribuiscono al degrado e alla compromissione delle
funzioni del suolo, a partire dall'erosione che vede nell'Italia il Paese
Europeo che maggiormente ne soffre. Uno studio recente della CE ha infatti
stimato che in tutta Europa ogni anno i campi coltivati perdano 970 milioni di
tonnellate di suolo, dilavato dalla pioggia e dagli agenti atmosferici
soprattutto a causa di pratiche agricole non appropriate. Ma per l'Italia
l'erosione di suoli avviene con velocità 4 volte superiori rispetto alla media
europea, e 7 volte superiori alla velocità con cui i processi naturali generano
nuovo suolo. Un bilancio negativo che fa sì che 'scompaiano' letteralmente dai
campi coltivati 200 milioni di tonnellate di suolo all'anno: è come se ogni
anno questo suolo venisse caricato da una colonna di TIR lunga oltre 100.000
km. Un danno irreversibile per la fertilità dei campi coltivati, che richiede
una revisione delle tecniche agricole, specie nei territori collinari.
“L'analisi dei
servizi ecosistemici legati alle variazioni d'uso del suolo indica chiaramente
che il depauperamento del suolo implica esponenziali riduzioni delle funzioni
ecologiche di supporto, mantenimento ed approvvigionamento di materie prime,
prima di tutto alimentari” spiegano Silvia Ronchi e Stefano Salata, ricercatori del
Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo presso i Politecnici di Milano e Torino.
“Per fermare il consumo di suolo servono politiche integrate alle diverse
scale, dal livello locale a quello nazionale e comunitario, che partano dalla
consapevolezza che il suolo è una risorsa limitata e non riproducibile, da cui
la nostra società non può prescindere”.
I dati elaborati
su base nazionale da ISPRA informano che ogni giorno vengono 'consumati' da
urbanizzazioni e infrastrutture 55 ettari di suolo. Si tratta soprattutto dei
suoli delle pianure e delle aree costiere, con una perdita secca non solo di
paesaggi, ma anche di potenzialità produttive agricole. Le forme assunte dal
consumo di suolo portano inoltre a riduzione e frammentazione degli ambienti
naturali più rari e preziosi, quali quelli delle foreste planiziali, delle zone
umide, delle pertinenze di corpi idrici terrestri e costieri. La
cementificazione di quei suoli determina la perdita di capacità depurativa di
acqua e aria, di accumulo e drenaggio di acque piovane, di trattamento e
filtrazione delle sostanze tossiche, di regolazione climatica nelle città dove
sempre più preoccupano fenomeni come quello delle cosiddette 'isole di calore
urbane' accompagnate a severe condizioni di malessere.
“I dati raccolti
dal rapporto ci ricordano che la tutela e la protezione del suolo dai processi
di antropizzazione è ancora una sfida aperta – commenta Andrea Arcidiacono, esponente INU e
docente del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di
Milano - Il fenomeno del consumo di suolo non rallenta e l'assenza di norme
efficaci nel governo sostenibile della risorsa non facilita il compito di
limitare, mitigare e compensare i consumi di suolo. Certamente il tema del
suolo è entrato nell'agenda di Stato e Regioni, ma è ancora lontana la
diffusione di un sistema strutturato della conoscenza che aiuti a governare gli
usi del suolo alla scala locale.”
A fronte di una rincorsa di proposte legislative che dimostrano forti incongruenze, permane un allarme circa le previsioni di trasformazione contenute negli strumenti urbanistici locali, nella cui 'pancia' giacciono potenzialità edificatorie addirittura superiori a quelle avvenute negli ultimi anni, e destinate ad incidere su aree libere ad elevata qualità ambientale. E' un problema nazionale, di cui come sempre la Lombardia rappresenta la punta dell'iceberg: nonostante la crisi immobiliare, infatti, dal 2007 al 2012 l'emorragia di suoli lombardi coperti di cemento e asfalto è continuata al ritmo di 3000 ettari l'anno, ma il dato più allarmante è nelle previsioni dei piani di governo del territorio, che contemplano potenzialità edificatorie per 54.000 ettari di suoli, soprattutto agricoli: molto più di quanto perso nel decennio trascorso.
A fronte di una rincorsa di proposte legislative che dimostrano forti incongruenze, permane un allarme circa le previsioni di trasformazione contenute negli strumenti urbanistici locali, nella cui 'pancia' giacciono potenzialità edificatorie addirittura superiori a quelle avvenute negli ultimi anni, e destinate ad incidere su aree libere ad elevata qualità ambientale. E' un problema nazionale, di cui come sempre la Lombardia rappresenta la punta dell'iceberg: nonostante la crisi immobiliare, infatti, dal 2007 al 2012 l'emorragia di suoli lombardi coperti di cemento e asfalto è continuata al ritmo di 3000 ettari l'anno, ma il dato più allarmante è nelle previsioni dei piani di governo del territorio, che contemplano potenzialità edificatorie per 54.000 ettari di suoli, soprattutto agricoli: molto più di quanto perso nel decennio trascorso.
Proprio la
mancanza di una direttiva europea sul suolo è l'aspetto su cui sempre più
osservatori puntano la loro attenzione: ed infatti l'iniziativa odierna ha
anche informato circa l'imminente lancio di una campagna europea, PEOPLE 4
SOIL, partita da Milano con il sostegno di Fondazione Cariplo, ma che già
accoglie l'adesione di 140 organizzazioni di quasi tutti i Paesi, finalizzata a
chiedere ai leader europei una direttiva quadro sui suoli, che diventi
strumento giuridicamente vincolante per preservare il suolo e i suoi servizi
ecologici, e che stabilisca un riconoscimento del suolo come bene comune: “l'Unione
Europea deve dotarsi di un approccio solido e basato su principi condivisi di
protezione dei suoli, sviluppando regole comuni e vincolanti per tutti gli
Stati Membri, analogamente a quanto già fatto per la tutela delle acque, della
qualità dell'aria e della biodiversità. Diversamente sarà difficile arginare la
perdita e il degrado della risorsa naturale più preziosa del continente”
dichiara Damiano
Di Simine, coordinatore italiano della campagna.
L'ufficio
stampa di Legambiente Lombardia, 02 87386480
Nessun commento:
Posta un commento