San Giuliano Milanese, 21 gennaio 2015
Comunicato stampa
I comuni di San Giuliano M.se
(ente capofila), San Donato M.se, Melegnano, Istituto Nazionale
di Urbanistica
e Legambiente, tutti al lavoro per ridare spazio e identità
ecologica al fiume
Lambro e al suo territorio
Un
progetto realizzato grazie al contibuto di Fondazione Cariplo
“Il Lambro
deve tornare a
essere la vera via d'acqua dell'area metropolitana"
Il 2015 è l’anno dei fiumi. O almeno dovrebbe esserlo:
infatti una
direttiva europea sulle acque, promulgata nel lontano 2000, ha
indicato questa
data come termine perentorio per raggiungere lo stato di qualità
'buono' per
tutte le acque superficiali del continente. Ma, pur essendo
questa scadenza
rimandata al 2021-2027 per i fiumi e torrenti che orbitano
intorno alla città
di Milano, in Lombardia siamo ben lontani dall’obiettivo. Solo
per risanare il
tratto milanese del Lambro servono enormi investimenti su tutta
la rete
fognaria della Brianza, del milanese e, più giù, anche del
lodigiano. E,
contestualmente, interventi sul territorio per restituire al
Lambro il suo
ambiente, e quindi lo spazio in cui “possa fare il fiume”,
prendendosi anche la
libertà di uscire dal suo alveo, ma senza causare danni
irreparabili. Lo stato
ecologico del fiume, infatti, rimane mediamente scarso e,
secondo gli ultimi
dati disponibili di Arpa Lombardia, riferiti al 2013, il tratto
che va da
Peschiera Borromeo a Sant’Angelo Lodigiano presenta un giudizio
di qualità
delle acque addirittura “cattivo” in particolare per la scarsità
della
componente biologica nell'acqua, cioè di quella diversità di
organismi, dai
protozoi ai pesci, la cui presenza permette di affermare che un
corso d'acqua è
vivo e vitale. In realtà ci sono poche probabilità che si possa
raggiungere
nemmeno l'obiettivo intermedio stabilito dalla Regione
Lombardia: un giudizio
di qualità “sufficiente” entro il 2015.
A compromettere in maniera sostanziale la qualità del Lambro c’è sicuramente il problema dell’urbanizzazione eccessiva. Siamo di fronte, infatti, ad un territorio assediato, ingabbiato tra case e infrastrutture stradali, che aumentano la fragilità di un sistema ecologico e paesaggistico e ne deprimono le potenzialità. L’insieme dei comuni il cui territorio è attraversato dal tratto milanese del Lambro, da Milano al confine della provincia di Lodi, è interamente urbanizzato su ben 18mila ettari di suolo (Fonte: rielaborazione dati DUSAF). Ovviamente il dato più macroscopico è quello del comune di Milano che da solo conta per 14mila ettari di territorio, ma in rapporto alla popolazione la situazione è anche peggiore a sud del capoluogo, dove il cemento di case, fabbriche e infrastrutture non ha risparmiato i suoli agricoli di pregio, e non si è mai fermato, come attestano anche i dati più recenti, nonostante la crisi del settore immobiliare. Tra i fasci di binari della linea AV e i giganteschi cantieri di TEM e opere connesse, i territori rivieraschi del Lambro sono infatti tra le aree che hanno maggiormente contribuito al sacrificio di aree agricole e naturali, nonostante la presenza del Parco Agricolo Sud Milano, e in comuni come San Donato e Melegnano il cemento occupa ben più del 50% dell'intero territorio amministrativo.
E' proprio del territorio intorno al fiume che si occupa
il progetto
“VOLARE - ValOrizzare il fiume LAmbro nella Rete Ecologica
regionale”,
presentato oggi a San Giuliano M.se.
Il progetto, finanziato da Fondazione Cariplo e promosso dal
Comune di San
Giuliano M.se con un pool di
partner
(Comuni di San Donato M.se e Melegnano, Istituto Nazionale di
Urbanistica e
Legambiente Lombardia), mira a esplorare le condizioni e
gli interventi
sviluppabili per ripristinare la connessione ecologica lungo il
corridoio
fluviale, per invertire la tendenza alla perdita degli habitat
fluviali,
rimettendo al centro il paesaggio del fiume e dei corsi d'acqua
minori. La
'connessione ecologica' è infatti una vera e propria
infrastruttura
territoriale, chiamata a svolgere una quantità di funzioni nel
modo più
semplice: conservando i suoli e le loro funzioni, ripristinando
o creando
ex-novo ecosistemi ed elementi del paesaggio rurale e, se
necessario
ripristinando indispensabili collegamenti tra habitat laddove la
furia del
cemento li ha compromessi.
Uno dei punti di forza del progetto sarà il coinvolgimento, parallelo allo sviluppo tecnico dello studio, degli attori (istituzionali, tecnici, associativi, ecc.) attivi sul territorio, condividendo informazioni, visioni future e processi di attuazione. Lo studio di fattibilità del corridoio ecologico, infatti, per raggiungere la piena applicabilità degli interventi pianificati, non potrà non tenere conto dei pareri e delle indicazioni della comunità locale e degli studi precedenti che hanno tracciato la via. Parliamo ad esempio del grande lavoro di analisi compiuto dallo staff del progetto Lambro Metropolitano nel territorio subito a nord tra i comuni di Monza e San Donato M.se, che sarà una traccia importante da seguire. L'ambizioso obiettivo condiviso da tutti i partner del progetto è quello di tornare a far pulsare di vita il reticolo di acque che attraversa il territorio, restituire al fiume Lambro quel ruolo centrale che esso ha sempre avuto nella storia delle comunità del Sud Milano. L'area metropolitana milanese dovrà essere capace di scrivere la parola 'futuro' sul proprio paesaggio agricolo e naturale, a partire dalla sua principale via d'acqua.
Dati sul
consumo di
suolo nei comuni rivieraschi del Lambro
L'Ufficio stampa Legambiente Lombardia Mario Petitto 02 87386480
Ufficio Comunicazione del Comune di San Giuliano Milanese tel 02 98207216
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