“Negli esercizi pubblici puoi chiedere acqua del rubinetto in brocca.
Perché è buona, sicura e controllata quotidianamente, rispetta
l’ambiente ed è a km0. Non esiste alcuna legge che obblighi a servire
solo acqua imbottigliata”. E’ questo l’invito che il circolo locale di Legambiente lancia alla città di Varese sulla scia di “Imbrocchiamola”, una
campagna nazionale promossa dall’associazione ambientalista e dalla
rivista Altreconomia che si pone l’obiettivo di creare una rete diffusa
di locali, agriturismi e ristoranti che diano la possibilità di bere
anche acqua del rubinetto ai clienti, in alternativa a quella in
bottiglia. Un’operazione che richiede, secondo le intenzioni dei
promotori, il coinvolgimento di entrambi i soggetti: i clienti, che
devono sensibilizzare i titolari dei locali, e i titolari stessi, che
possono registrarsi e pubblicizzarsi sul sito www.labbiamoimbroccata.it
per entrare a far parte della rete. L’adesione li renderà dei veri e
propri punti informativi: “Luoghi di diffusione della cultura dell'acqua
pubblica – spiega Letizia Menzaghi del circolo Legambiente Varese -.
Chi aderisce infatti riceve alcuni materiali utili per spiegare la
scelta: volantini, libretti e manuali dell'acqua e un piccolo espositore
con il logo della campagna”.
Al centro dunque c’è la volontà di fornire maggiore consapevolezza sull’acqua del rubinetto, ovviamente da scegliere, secondo gli ambientalisti, anche in casa.
“Dopo decenni di cecità consumistica – sottolinea la giovane ambientalista - riscopriamo il valore di un bene il cui costo è incluso nella tariffa di fornitura, e il cui valore è nella semplicità: l'acqua potabile non deve essere imbottigliata, etichettata, trasportata, filtrata, demineralizzata. Niente di tutto ciò, perchè ogni trattamento è un inutile costo supplementare che per di più rischia di contaminarla o di comprometterne i valori nutrizionali. L'acqua potabile è pulita, salubre e buona così come sgorga dai rubinetti”. “Con questa campagna vogliamo contribuire – conclude Letizia Menzaghi – ad aumentare la fiducia. Occorre mettere in campo azioni efficaci tra i cittadini e nelle scuole, promuovere la delle informazioni sulle caratteristiche organolettiche e chimiche dell’acqua di rubinetto nella bolletta, l’installazione di erogatori sui luoghi di lavoro, nelle strade e nelle piazze cittadine. Le casette dell’acqua, sempre più diffuse nella nostra provincia, vanno proprio in questa direzione. Su questo fronte ci aspettiamo qualche passo avanti in più anche dal Comune di Varese”. Secondo i dati Istat, la fiducia delle famiglie italiane nei confronti dell'acqua del rubinetto è aumentata negli ultimi anni: se nel 2002 il 40% ammetteva la propria sfiducia, nel 2011 il rapporto è diminuito a solo 3 famiglie ogni 10. Un aumento dell’apprezzamento dovuto sicuramente anche al costo dell’acqua in bottiglia: la spesa mensile per l’acquisto di acqua minerale infatti è di oltre 19 euro, pari quasi a quanto si paga per il servizio di acqua potabile, circa 20 euro. “Chi si affida all’acqua in bottiglia – rileva Legambiente – paga dunque due volte l’acqua che beve.”
Il giro d’affari in tutta Italia è notevole (2,25 miliardi di euro) e riguarda 168 società per 304 diverse marche commerciali; l’uso di oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica prodotte utilizzando 456 mila tonnellate di petrolio determina l’immissione in atmosfera di oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2. Inoltre, ancora oggi solo un terzo delle bottiglie viene avviato correttamente al riciclo, mentre la gran parte continua a finire in discarica o ad essere dispersa nell’ambiente e che per l’85% dei carichi si continua a preferire il trasporto su gomma. Insomma, secondo Legambiente ed Altreconomia, che su questo tema hanno realizzato un dossier, c’è un vero e proprio business dentro una bottiglia d’acqua.
Al centro dunque c’è la volontà di fornire maggiore consapevolezza sull’acqua del rubinetto, ovviamente da scegliere, secondo gli ambientalisti, anche in casa.
“Dopo decenni di cecità consumistica – sottolinea la giovane ambientalista - riscopriamo il valore di un bene il cui costo è incluso nella tariffa di fornitura, e il cui valore è nella semplicità: l'acqua potabile non deve essere imbottigliata, etichettata, trasportata, filtrata, demineralizzata. Niente di tutto ciò, perchè ogni trattamento è un inutile costo supplementare che per di più rischia di contaminarla o di comprometterne i valori nutrizionali. L'acqua potabile è pulita, salubre e buona così come sgorga dai rubinetti”. “Con questa campagna vogliamo contribuire – conclude Letizia Menzaghi – ad aumentare la fiducia. Occorre mettere in campo azioni efficaci tra i cittadini e nelle scuole, promuovere la delle informazioni sulle caratteristiche organolettiche e chimiche dell’acqua di rubinetto nella bolletta, l’installazione di erogatori sui luoghi di lavoro, nelle strade e nelle piazze cittadine. Le casette dell’acqua, sempre più diffuse nella nostra provincia, vanno proprio in questa direzione. Su questo fronte ci aspettiamo qualche passo avanti in più anche dal Comune di Varese”. Secondo i dati Istat, la fiducia delle famiglie italiane nei confronti dell'acqua del rubinetto è aumentata negli ultimi anni: se nel 2002 il 40% ammetteva la propria sfiducia, nel 2011 il rapporto è diminuito a solo 3 famiglie ogni 10. Un aumento dell’apprezzamento dovuto sicuramente anche al costo dell’acqua in bottiglia: la spesa mensile per l’acquisto di acqua minerale infatti è di oltre 19 euro, pari quasi a quanto si paga per il servizio di acqua potabile, circa 20 euro. “Chi si affida all’acqua in bottiglia – rileva Legambiente – paga dunque due volte l’acqua che beve.”
Il giro d’affari in tutta Italia è notevole (2,25 miliardi di euro) e riguarda 168 società per 304 diverse marche commerciali; l’uso di oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica prodotte utilizzando 456 mila tonnellate di petrolio determina l’immissione in atmosfera di oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2. Inoltre, ancora oggi solo un terzo delle bottiglie viene avviato correttamente al riciclo, mentre la gran parte continua a finire in discarica o ad essere dispersa nell’ambiente e che per l’85% dei carichi si continua a preferire il trasporto su gomma. Insomma, secondo Legambiente ed Altreconomia, che su questo tema hanno realizzato un dossier, c’è un vero e proprio business dentro una bottiglia d’acqua.
Fonte: VareseNews 4/06/2013
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