Circoli Legambiente
Valle Olona
Legambiente Lombardia
Lo
stato ecologico dell'Olona dopo tanti sforzi e risorse economiche spese rimane
tristemente ancorato alle parole "scadente/pessimo". I dati di ARPA
Lombardia fotografano una situazione di
stabilità al ribasso nel triennio 2009-2011, anche con l'entrata a regime
dell'ultimo depuratore di Gornate Olona la situazione non tende a migliorare,
questo dato ci preoccupa molto, vuol dire che le responsabilità non sono legate
semplicemente allo schema depurativo, ma vanno ricercate le cause su vari
fronti, come peraltro è da tempo noto.
Ciononostante
attualmente il 50% dei depuratori
operanti nel bacino Olona-Bozzente-Lura (ben 10 depuratori sui 20 presi in
esame) presenta anomalie o malfunzionamenti rilevati da Arpa, situazione che
non permette di certo il miglioramento delle condizioni dell'acqua. Un problema
che riguarda il depuratore di Varese, che ha serie difficoltà nella rimozione
dei carichi di azoto ammoniacale e fosforo, e gli impianti, anche recenti, del
medio Olona, dove le non conformità, riguardanti il carico organico, il fosforo
e l'azoto, nel 2012 hanno riguardato in particolare il grande impianto di
Canegrate.
Passiamo
a prendere in esame altre situazione che creano criticità:
Il
grosso problema degli scolmatori di
piena posti lungo le condotte che non riescono a gestire le crescenti
portate che afferiscono al sistema fognario e riversano acque reflue non
trattate anche in condizioni di tempo asciutto. Legato a questa problematica
andrebbe realizzato un censimento degli
scolmatori "problematici" con relativi progetti per il loro
adeguamento e per la realizzazione di vasche di accumulo dell'acqua di
prima pioggia.
Sicuramente
bisogna intervenire con il collettamento laddove
sussistano casi di aree non ancora allacciate ad un depuratore visto che
queste, pur in numero percentulamente limitato, incidono notevolmente su
carichi organici e batteriologici recapitati al fiume. Ma ben più impegnativa è
la corretta gestione delle acque impropriamente recapitate a collettori
fognari: la divisione della rete per limitare la diluizione degli scarichi e
l'attivazione degli scolmatori in occorrenza di precipitazioni appare una
azione prioritaria per mantenere in capo ai corsi d'acqua naturali le portate
derivanti dal reticolo idrico minore e dalle acque di pioggia, evitando di
sovraccaricare inutilmente le reti di collettamento e gli impianti di
depurazione.
Per
quanto riguarda l'area del milanese l'Olona, che fino a Legnano ha un giudizio
"scadente", la situazione è anche peggiore a valle, dopo la
confluenza, a Rho, dei torrenti Lura e Bozzente, che presentano caratteristiche
chimiche e batteriologiche terribili, e il ricevimento delle acque trattate
dagli impianti di Pero e del Sud Milano, le cui acque afferiscono al tratto
deviato del fiume (che prende il nome di Lambro Meridionale). Nel tratto
milanese del fiume, in parte tombato, l'Olona presenta in assoluto il peggior
stato di qualità delle sue acque, nonostante la diluizione apportata
dall'emissario del depuratore di Ronchetto delle Rane, che invece opera con
buone prestazioni.
Dopo
aver fotografato queste criticità passiamo ad esporre alcuni proposte di intervento
a favore del bacino Olona Lura e Bozente.
Chiediamo:
-monitoraggio
e controlli più severi sulle aziende critiche e incentivi a quelle che seguono
protocolli più severi sugli scarichi;
-interventi
sulla rete fognaria e collettamento di tutte le utenze ancora non collegate;
-eliminazione
delle autorizzazioni di scarichi in deroga non adeguatamente monitorati;
-attenta
valutazione di ulteriori scarichi industriali provenienti da impianti
pericolosi ( vedi caso Elcon);
-confronto
e sollecito dei comuni della provincia di Varese ad approvare lo statuto che
permetta di far partire il Piano d'Ambito della Provincia in tempi ristretti
fissati in un calendario;
-impegno
da parte di Regione Lombardia a trovare le giuste risorse per far si che Arpa
possa avere una capacità di monitoraggio puntuale ed intervento sul territorio
molto più tempestiva e efficace di quella di oggi;
Ciò
di cui stiamo parlando è un programma di risanamento che richiede notevoli
impegni, sia sul versante della governance idrica, sia sul versante delle
risorse. I due temi sono fortemente intrecciati, in quanto l'applicazione dei
principi fondamentali della direttiva 2000/60/CE, e in particolare del
pagamento di tariffe commisurate ai consumi e agli obiettivi perentori di
qualità delle acque di scarico entro scadenze ragionevoli (per la direttiva
occorre raggiungere la qualità 'buona' entro il 2015, ormai è chiaro che questo
obbiettivo è irraggiungibile), richiedono una adeguata gestione dei flussi
finanziari derivanti dalle tariffe. La taglia degli interventi richiesti è
notevole, al punto che il risanamento dell'Olona (ed in generale dei fiumi
lombardi) ha la dimensione di un grande intervento infrastrutturale,
probabilmente in assoluto il più grande e più oneroso intervento infrastrutturale
che la Lombardia deve programmare nei prossimi anni. O ci mettiamo in questa
ottica di dimensione finanziaria, oppure l'inquinamento dell'Olona sarà una
macchia destinata a durare ancora per molte generazioni. E questo, per una
regione come la Lombardia, ci pare essere francamente inaccettabile, oltre che
suscettibile di procedure di infrazione al diritto comunitario.
Vogliamo
che il fiume Olona ritorni ad essere un fiume e non considerato un qualcosa
simile ad uno scarico fognario, siamo consapevoli che bisogna fare degli sforzi
economici ingenti, pensiamo che con una buona e chiara gestione di programma
l'obbiettivo chiesto dalla comunità europea si possa e si debba raggiungere
prima della scadenza della deroga richiesta (e non ancora accordata) al 2027
per il raggiungimento dei citati obiettivi di qualità.
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