Roma,
15 dicembre 2019
Legambiente: “A Madrid nessuna risposta concreta dei governi alla grande mobilitazione dei cittadini per fronteggiare l’emergenza climatica. I prossimi anni saranno cruciali. L’Europa può e deve ridurre le sue emissioni di almeno il 65% entro il 2030”
“A Madrid ai governi è mancato il coraggio di rispondere con impegni concreti ai milioni di cittadini, soprattutto giovani, scesi nelle piazze di tutto il mondo per chiedere un’azione forte e immediata per fronteggiare l’emergenza climatica. L’assenza di una forte leadership dell’Europa non ha consentito un accordo tra le maggiori economie del pianeta per aumentare entro il
2020 gli attuali impegni di riduzione delle emissioni al 2030, in
coerenza con la soglia critica di 1.5°C prevista dall’Accordo di
Parigi. I
prossimi mesi saranno cruciali. L’emergenza climatica non consente
ulteriori rinvii. L’Europa deve subito avviare il processo di revisione
degli attuali impegni di riduzione al 2030. La Commissione entro la
primavera del 2020 deve presentare
la proposta di aumento dell’obiettivo al 2030, in modo che i governi
possano raggiungere un accordo non oltre il Consiglio Europeo di giugno
2020. Solo così l’Europa può arrivare al Vertice Ue-Cina, in programma
il prossimo settembre a Lipsia e per la prima volta a livello di capi di
stato e di governo, con una proposta in grado di spingere la Cina a
sottoscrivere un accordo ambizioso in vista della COP26 di Glasgow, così
Edoardo Zanchini vicepresidente di Legambiente, che ha seguito in questi giorni da Madrid il vertice sul clima, commenta la conclusione della COP25.
Per quanto riguarda la COP25, Legambiente sottolinea che i pochi passi in avanti sono stati fatti sulla revisione del sistema
di aiuti (Warsaw International Mechanism for Loss and Damage – WIM) per
le comunità dei paesi poveri colpite da disastri climatici. Nessun impegno chiaro dei Paesi industrializzati a mettere a disposizione di queste comunità le risorse necessarie (almeno 50 miliardi di dollari entro il 2022) per una
rapida ricostruzione e ripresa economica dei territori colpiti,
evitando così anche il preoccupante aumento dei profughi climatici. Risorse queste aggiuntive
ai 100 miliardi di dollari l’anno per il sostegno alle azioni di
mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici, già previsti per il
2020 e da estendere al 2025 in attesa della revisione complessiva del
sistema di aiuti. Inoltre, non è stato raggiunto l’accordo sulle linee-guida riguardanti il ricorso ai meccanismi di mercato previsti dall’Accordo di Parigi. Rimangono forti divisioni, in particolare per quanto riguarda il
phasing-out dei meccanismi flessibili del Protocollo di Kyoto e
l’introduzione di criteri stringenti per evitare qualsiasi forma di
“doppio conteggio” delle riduzioni di emissioni, in modo da garantire la
necessaria ambizione ed integrità ambientale di tutti i meccanismi di
mercato, nel pieno rispetto dei diritti umani.
“Per fronteggiare l’emergenza climatica – aggiunge da Madrid Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo di Legambiente - si
deve andare ben oltre il 55% già proposto da diversi governi europei,
dall’Europarlamento e dalla Presidente della nuova Commissione Ursula
van der Leyen. L’Europa può e deve ridurre le sue emissioni di almeno il
65% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, in coerenza con le indicazioni del recente Emissions Gap Report delle Nazioni Unite. Secondo il rapporto, per contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1.5°C, dal 2020 al 2030 le emissioni dovranno essere ridotte del 7.6% l’anno. Si
tratta di un drastico cambio di passo se paragonato al trend attuale.
In Europa, ad esempio, negli ultimi cinque anni le emissioni sono
diminuite appena dello 0.25% annuo. L’Europa potrà così non solo contribuire al successo di Glasgow,
ma soprattutto creare le necessarie condizioni politiche per accelerare
la decarbonizzazione della nostra economia e dare gambe ad un vero
Green New Deal Europeo”.
Per Legambiente in questo
modo sarà possibile affrontare con determinazione l’emergenza
climatica, accrescere la competitività della nostra economia, creare
nuovi posti di lavoro e mettere in campo un’Europa leader nella transizione verso un’economia globale libera da fonti fossili, circolare e a zero emissioni.
L'ufficio stampa di Legambiente: 3496546593
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