Varese, 11 Maggio 2019
Comunicato stampa
L’Olona risulta
tra i corpi idrici più compromessi della Lombardia: se ne è parlato a
Castellanza nel convegno “Il fiume Olona ai tempi dei cambiamenti climatici”
Legambiente:
“L’Italia rischia sanzione europee pesanti. Non si può più aspettare, la
Lombardia è cronicamente in ritardo nella risoluzione del problema”
I corpi idrici lombardi sono
malati cronici. È un quadro a tinte fosche quello che emerge dai dati
presentati nel Piano di Tutela ed Uso delle Acque da Regione Lombardia, secondo
il quale solo il 27% dei fiumi, il 53% dei laghi e il 17% dei corpi idrici
sotterranei raggiungono attualmente l’obiettivo “buono” come richiesto dalla
Direttiva Acque (2000/60/CE), la normativa europea nata per impedire il deterioramento dello stato dei
corpi idrici dell’Unione europea. Tutti gli altri sono rimandati al 2021 o
al 2027.
Il fiume Olona, che
rientra nel complesso bacino Lambro-Seveso-Olona, non fa eccezione. Questo
corso d’acqua, anche se negli ultimi dieci anni ha fatto degli
importanti progressi, rimane uno dei corpi idrici più compromessi
della regione. Seppure nel passato la situazione di criticità fosse dettata
da attività industriali che riversavano nel fiume acque reflue non depurate,
attualmente risulta sempre più evidente che il carico inquinante residuo sia di
origine civile. Mentre la quota attribuibile agli scarichi illegali è oramai
sostanzialmente irrilevante, infatti, molto significativa è la pressione
derivante dalle acque trattate dai depuratori o rilasciate dagli sfioratori di
piena.
Queste tematiche sono state al
centro dell’incontro pubblico “Il fiume
Olona ai tempi dei cambiamenti climatici”, organizzato presso la Biblioteca
Civica di Castellanza (Va), al quale hanno partecipato enti pubblici e di
monitoraggio, associazioni del terzo settore, gestori del Servizio Idrico
Integrato. Presenti alla serata il Sindaco di Castellanza Mirella Cerini,
il consigliere comunale di Castellanza Flavio Castiglioni che ha
moderato l’incontro, il responsabile del settore Acqua di Legambiente
Lombardia Lorenzo Baio, Pietro Genoni e Anna Brambilla e Elena Caprioli di
ARPA Lombardia, Viviane Iacone dell’ufficio prevenzione rischi naturali
e risorse idriche di Regione Lombardia, Franco Brumana dell’associazione
Amici dell'Olona, il presidente e amministratore delegato del Gruppo Cap
Alessandro Russo, il presidente della società Alfa Srl Paolo
Mazzucchelli, Mario Clerici di Contratti di fiume, Stefania
Mazzaracca dell’Istituto Oikos, Raul Dal Santo del Parco dei Mulini,
Gianluigi Forloni del Comune di Rho e Valentina Minazzi del circolo
Legambiente Varese. Durante il convegno si è cercato di dare risposte a due
questioni fondamentali: la sfida ancora aperta di riuscire a rispettare la
scadenza del 2027 per riportare il fiume Olona allo stato di qualità “buono”, dopo
la proroga da parte dell’Europa e la capacità del territorio del bacino di
sopportare eventi meteorologici sempre più estremi.
«Il 2027 e le successive
sanzioni europee sono dietro l’angolo – ha ricordato Lorenzo Baio, settore
acqua di Legambiente Lombardia –. L’Italia e la Lombardia, cronicamente
in ritardo, stanno inseguendo le scadenze comunitarie che prevedono gli
interventi necessari al risanamento. Non possiamo più aspettare, né pensare che
basti fare il minimo sforzo. Piuttosto, l’impresa è di quelle che fanno tremare
le gambe. Le sfide, da sempre rimandate, sono legate alla creazione di sistemi
di collettamento e depurazione efficienti, alla riconquista da parte dei
territori della naturalità e della fruizione dolce, al miglioramento
morfologico e alla restituzione di spazi al fiume perché vengano ripristinate
le sue capacità autodepurative e gestiti al meglio i fenomeni meteorologici
estremi. Solo così potremo dire di aver visto rinascere davvero il fiume Olona».
La tavola rotonda, che ha visto
coinvolti i relatori, è stata l’occasione per approfondire le problematiche
legate alle pressioni antropiche significative ancora presenti, l’attenzione
per la qualità delle acque non solo per rispettare i limiti normativi, ma,
soprattutto, per salvaguardare i corpi idrici ricettori. Sono stati illustrati
anche gli strumenti di adattamento ai cambiamenti climatici nella Città
Metropolitana di Milano e gli interventi puntuali di riqualificazione
ambientale che possano portare benefici al fiume Olona, in termini di
paesaggio, qualità delle acque e fruizione del territorio, creando una “cultura
del fiume”, come stanno facendo alcuni progetti con il sostegno di
Fondazione Cariplo.
«Non
possiamo non guardare agli avvenimenti giudiziari di questi giorni come
una sconfitta della buona gestione della “res publica”. In provincia di Varese è
stato portato alla luce un sistema politico e amministrativo inquinato, che ha causato
solo danni e ritardi al nostro fiume – ha dichiarato Flavio Castiglioni,
rappresentate dei circoli Legambiente della Valle Olona –. Ora
confidiamo che la magistratura metta fine a questo apparato di malaffare, ma è
necessario un decisivo cambiamento di passo e che si possa quindi ripartire,
contando sulle persone oneste che hanno a cuore l’interesse comune e non quello
privato».
A tal proposito durante la serata
si è dato spazio anche al concetto di “citizen science”, con la possibilità
che la società civile sia da stimolo e aiuto grazie ad attività di
“monitoraggio in continuo” del territorio e una responsabilizzazione dei
cittadini su temi ambientali.
Ufficio stampa Legambiente Lombardia
Silvia Valenti
Cel. 3498172191
Tel. 02 87386480
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