Milano, 22 gennaio 2019 Comunicato
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Brescia 150 giorni di superamento dei
limiti (47 per il Pm10 e 103 per l’ozono), seguita da Lodi (149) e Monza (140)
I motori diesel restano la prima fonte
inquinante, da non sottovalutare anche l’effetto del riscaldamento domestico e
dell’agricoltura
Legambiente:
“Continua a pesare la mancanza di un’efficace strategia antismog.
Occorre
ridurre il traffico motorizzato privato e cambiare la mobilità urbana incentivando
il trasporto pubblico locale, su ferro e lo sharing”
Dossier nazionale: https://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/dossier_malaria2019.pdf
Lombardia soffocata dallo smog. Seppur la media
annuale sia migliorata nell’ultimo decennio, restano elevati i picchi di
concentrazioni di polveri sottili e ozono, che rendono l’aria irrespirabile nella
maggior parte dei mesi invernali ed estivi. Tra le principali fonti di emissione figurano il traffico, con l’auto
privata che continua ad essere di gran lunga il mezzo più utilizzato, il riscaldamento
domestico, le industrie e le pratiche agricole. È il quadro a tinte fosche
dipinto dall’edizione 2019 di Mal’aria,
il dossier annuale di Legambiente sull’inquinamento
atmosferico.
Un anno da codice rosso per la qualità
dell’aria il 2018. La città
che lo scorso anno ha superato il maggior numero di giornate fuorilegge è Brescia con 150 giorni (47 per il Pm10
e 103 per l’ozono), seguita da Lodi con
149 (78 per il Pm10 e 71 per l’ozono),
Monza (140), Milano (135), Bergamo e Cremona (127) (vd. tabella 1). Analizzando
le classifiche stilate dall’associazione, si evince come l’intero bacino padano
resti soffocato dalla morsa dello smog. Per quanto riguarda i valori di Pm10 Lodi (centralina Vignati) guida
la classifica delle città lombarde che hanno oltrepassato il limite quotidiano fissato
per legge a 50 μg/mc, come media giornaliera, da non superare per più di 35
giorni l’anno (vd. tabella 2), con 78
giorni, seguita da Milano (Marche) con 74.
Nemmeno i
mesi estivi, meno colpiti dalle concentrazioni delle polveri, hanno mostrato
segnali positivi: l’ozono troposferico (vd. tabella 3) - un inquinante
secondario che si forma per reazioni fotochimiche a partire da inquinanti
precursori quali gli Ossidi di azoto (NOx) e i composti organici volatili
(VOC), spesso sottovalutato perché si forma nelle zone rurali - i capoluoghi di provincia che hanno
superato il limite di 25 giorni con una media mobile sulle otto ore
superiore a 120 microgrammi per metro cubo vedono Brescia tra le città peggiori
per questo inquinante con 103 giorni, seguite da Monza (89), Lecco (88),
Bergamo (85), Varese (78). Un quadro
preoccupante che per Legambiente indica l’urgenza di pianificare misure strutturali
capaci di abbattere drasticamente le concentrazioni di inquinamento presenti e di
riportare l’aria a livelli qualitativamente accettabili.
«Le misure di limitazione delle emissioni
devono diventare una priorità politica e amministrativa – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente
Lombardia –. Nonostante l'esistenza dell'Accordo di programma per il
miglioramento della qualità dell'aria del bacino padano, infatti, tuttora si continua
a procedere per deroghe. Oggi la
sfida per Regione Lombardia deve essere quella di ridurre il tasso di
motorizzazione e di fare della mobilità sostenibile il motore del cambiamento.
È necessario ripensare le città per le persone, non per le auto, con
regolamenti che disincentivino l’uso delle automobili, incentivando davvero la
mobilità sostenibile, potenziando il trasporto pubblico locale, urbano e
pendolare e prevedendo reti ciclabili che attraversino nelle diverse direttrici
i centri urbani, prendendo esempio dalle maggiori città europee che si muovono
in questa direzione già da tempo. Come sta avvenendo a Milano, per esempio, una
città dove già oggi il 50% degli abitanti usa i mezzi pubblici, cammina e pedala
e l’esperienza dell’Area C ha condotto all’introduzione da quest’anno di una
più vasta zona a emissioni limitate (Low Emission Zone) l’area B, con pedaggi
per l’ingresso ai veicoli più inquinanti. Per uscire dall’emergenza cronica dello smog occorre che le città
redigano PUMS ambiziosi ripensando l’uso di strade, piazze e spazi pubblici,
creando ampie “zone 30” e prevedendo nuove aree verdi nei centri urbani».
Ogni anno in Europa, stando ai dati dell’Agenzia
Europea per l’ambiente, sono oltre 422mila le morti premature all’anno per inquinamento atmosferico e l’Italia si colloca tra i paesi europei peggiori, con
più decessi in rapporto alla popolazione, pari a più di 60.600 nel solo 2015, di
cui 20.500 riconducibili al Biossido di Azoto, mentre 3.200 sono legate ad alte
concentrazioni di Ozono (O3).
«Anche i cittadini, da parte loro, possono fare
molto – conclude Barbara Meggetto – ripensando il
proprio stile di vita in una chiave più ecofriendly, scegliendo una mobilità
dolce e privilegiando lo sharing dei veicoli e riqualificando le proprie case
per migliorarne l’isolamento termico e abbattere le emissioni».
Tabella 1: giorni totali di superamento dei limiti previsti per le
polveri sottili (Pm10) o per l’ozono nei capoluoghi di provincia italiani
nell’anno solare 2018
Città che hanno superato almeno uno dei limiti giornalieri
previsti per il Pm10 o per l’Ozono nel 2018
|
|
Brescia
|
150
|
Lodi
|
149
|
Monza
|
140
|
Milano
|
135
|
Bergamo
|
127
|
Cremona
|
127
|
Pavia
|
115
|
Lecco
|
88
|
Varese
|
78
|
Mantova
|
65
|
Como
|
43
|
Sondrio
|
35
|
Fonte: elaborazione Legambiente su dati Arpa o Regioni
NB: in rosso i giorni
totali di superamento delle città in cui si è registrato nel 2018 sia il
superamento dei limiti del Pm10 che dell’ozono. Entrambi gli inquinanti
derivano da un medesimo precursore, che è il NOx, la cui fonte principale resta
il motore diesel
Tabella 2: Capoluoghi di provincia che hanno superato con almeno una centralina
urbana la soglia limite di polveri
sottili in un anno; il D.lgs. 155/2010 prevede un numero massimo di 35
giorni/anno con concentrazioni superiori a 50 μg/m3.
Città
|
Centralina
|
Superamenti
da gennaio 2018
|
Lodi
|
Viale Vignati
|
78
|
Milano
|
Marche
|
74
|
Cremona
|
via Fatebenefratelli
|
56
|
Pavia
|
Piazza Minerva
|
53
|
Monza
|
via Machiavelli
|
51
|
Brescia
|
Villaggio Sereno
|
47
|
Como
|
Viale Cattaneo
|
43
|
Bergamo
|
via Garibaldi
|
42
|
Fonte: elaborazione Legambiente su
dati Arpa
Tabella 3: Capoluoghi di provincia che hanno superato con almeno una centralina
urbana l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute; il D.lgs.
155/2010 prevede un numero massimo di 25 giorni/anno (come media su 3 anni) con
concentrazioni di Ozono superiori a
120 μg/m3 come media massima giornaliera calcolata su otto ore.
Città
|
Centralina
|
Superamenti
da
gennaio
2018
|
Brescia
|
Villaggio Sereno
|
103
|
Monza
|
Machiavelli
|
89
|
Lecco
|
Via Sora
|
88
|
Bergamo
|
Meucci
|
85
|
Varese
|
Vidoletti
|
78
|
Cremona
|
Via Fatebenefratelli
|
71
|
Lodi
|
S.Alberto
|
71
|
Mantova
|
S.Agnese
|
65
|
Pavia
|
Folperti
|
62
|
Milano
|
Pascal
|
61
|
Sondrio
|
Via Paribelli
|
35
|
Fonte: elaborazione Legambiente su dati Ispra
Ufficio stampa Legambiente
Lombardia
Silvia Valenti
Tel. 02 87386480
Mob. 3498172191
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