Bellano, sabato 1 dicembre 2018 Comunicato
stampa
In Lombardia
l’idroelettrico si fa sempre più piccolo
Dossier di Legambiente:
diminuiscono le taglie degli impianti e le produzioni energetiche, ma crescono
gli impatti ambientali delle captazioni
“E’ ora di dire grazie
ai corsi d’acqua lombarda per l’energia che ci donano. E di voltare pagina, per
puntare sulle nuove fonti rinnovabili”
L’idroelettrico
ai tempi dei cambiamenti climatici è l’oggetto dell’incontro promosso oggi da
Legambiente a Bellano (LC) per approfondirne il non più trascurabile impatto. Tutti
i fiumi e i torrenti dell’arco alpino, dal Friuli-Venezia-Giulia alla Liguria,
passando per la Lombardia, sono infatti ormai sistematicamente captati a più
riprese lungo tutto il percorso e, quindi, deprivati
della maggior parte della propria acqua, con gravi danni ambientali e
paesaggistici. Se nel corso del secolo scorso ciò è avvenuto con la
realizzazione di opere gigantesche, dighe, condotte e centrali che ancora oggi
producono una quota importante dell’energia elettrica made in Lombardia, da anni ormai le nuove realizzazioni si
rivolgono al reticolo idrico minore, o ai tratti di pianura dei corsi d’acqua.
Grafico 1 –
Incremento del numero di impianti autorizzati in Lombardia nel periodo
2013-2018. Fonte:
elaborazioni Legambiente Lombardia da dati di Regione Lombardia
Il
numero di domande per la realizzazione di nuove derivazioni e impianti
idroelettrici (mini e micro idroelettrico) è cresciuto continuamente, in
particolare nelle regioni alpine e appenniniche, con migliaia di richieste in
fase di valutazione a fronte di migliaia di centraline già realizzate. Nella
sola Lombardia, a giugno 2018, risultano attivi 705 piccoli impianti sotto i 3000 kw
senza considerare le centinaia di richieste attualmente in fase di valutazione.
|
N° impianti
per provincia
|
|||||
Province
|
2013
|
2014
|
2015
|
2016
|
2017
|
2018*
|
BG
|
100
|
128
|
132
|
135
|
142
|
149
|
BS
|
147
|
182
|
202
|
215
|
220
|
230
|
CO
|
14
|
17
|
18
|
19
|
18
|
18
|
CR
|
9
|
10
|
16
|
16
|
16
|
15
|
LC
|
27
|
29
|
30
|
30
|
30
|
30
|
LO
|
12
|
14
|
13
|
14
|
13
|
13
|
MB
|
0
|
1
|
1
|
1
|
1
|
1
|
MI
|
18
|
25
|
23
|
25
|
28
|
28
|
MN
|
10
|
15
|
14
|
16
|
23
|
24
|
PV
|
16
|
20
|
13
|
18
|
30
|
30
|
SO
|
108
|
108
|
114
|
127
|
129
|
134
|
VA
|
22
|
24
|
25
|
30
|
32
|
33
|
totale
|
483
|
573
|
601
|
646
|
682
|
705
|
Tab
1 – Incremento del numero di impianti autorizzati in Lombardia nel periodo
2013-2018 diviso per province. *dati a
giugno Fonte:
elaborazioni Legambiente Lombardia da dati di Regione Lombardia
Questo
processo è coinciso con l’esigenza di incrementare la produzione di energie
rinnovabili prodotte dall’Italia per conseguire gli obiettivi della Direttiva
2009/28/CE e il piano di azione nazionale per le energie rinnovabili, ma ha determinato
un intenso conflitto con gli obblighi di
qualità dettati da un’altra direttiva, la 2000/60/CE che invece impone la
tutela e il miglioramento dei corpi idrici.
“La
vera sfida consiste nel tenere assieme obiettivi energetici e ambientali –
dichiara Vanda Bonardo, responsabile
Alpi di Legambiente -. Per Legambiente il futuro dell’idroelettrico
italiano dipenderà dalla capacità di mantenere o migliorare la produzione
esistente con interventi di revamping
ed efficientamento soprattutto dei grandi impianti. In pochi e limitati casi si
potranno autorizzare nuovi impianti (condotte idriche o salti esistenti). In
tal senso auspichiamo che il decreto incentivi per le fonti rinnovabili, ora in
Conferenza Stato-Regioni, si mantenga nella sua formulazione originale che
prevede appunto incentivi solo per gli impianti a basso impatto ambientale”.
Dall’analisi
dei dati forniti da Regione Lombardia sulla potenza delle centrali installate
emerge anche come negli ultimi anni la crescita delle derivazioni avviene a
beneficio di impianti con sempre minor
potenza, quindi con un minore
beneficio in termini di produzione rinnovabile. Non altrettanto avviene per
il danno ambientale: le interruzioni e le interferenze sui corsi d’acqua e sui
versanti sono sempre molto severe.
Grafico 2 –
Decremento della potenza delle centrali installate nel periodo 2013-2018. Fonte:
elaborazioni Legambiente Lombardia da dati di Regione Lombardia
“Abbiamo
seguito e sostenuto attivamente l'impegno dei comitati e degli alpigiani a
difesa dei corsi d’acqua dalle nuove captazioni – sostiene Costanza Panella presidente del circolo Legambiente Lario Orientale
-. Ci siamo così convinti che non si tratti di un conflitto tra due obiettivi
ambientali, tra produzione di energia rinnovabile e salvaguardia dello stato
ecologico dei corsi d'acqua e del paesaggio, ma di un’opposizione a
investimenti divenuti insostenibili sia ambientalmente che economicamente,
nonostante gli incentivi che, a fronte delle scarse prestazioni riscontrate in
termini di produzione energetica, appaiono poco giustificabili, e sarebbe
meglio venissero concentrati su altre fonti rinnovabili che esprimono un
potenziale molto maggiore”.
L’incontro
ha costituito l’occasione anche per presentare i risultati del monitoraggio delle portate di alcuni torrenti del
comasco e del lecchese effettuate autonomamente da Legambiente grazie al
sostegno di Patagonia, azienda da anni impegnata nella valorizzazione e
protezione dei corsi d’acqua di tutto il mondo. La considerazione generale è
che 10 delle 12 misurazioni effettuate segnalano un valore di portata inferiore al Deflusso Minimo Vitale teorico da
rilasciare. Un dato che, assieme alla scarsità delle informazioni, sembra
meritevole di essere segnalato alle autorità competenti per ulteriori
accertamenti.
Tabella di sintesi delle misurazioni effettuate nelle due stagioni sui torrenti indagati
Nome del torrente e punto di
campionamento
|
Deflusso minimo vitale (DMV)
teorico rilasciato
|
Misura di portata rilevata
in luglio 2018
|
Misura di portata rilevata
in ottobre 2018
|
Torrente Albano 1
|
116 l/s
|
81 l/s
|
90 l/s
|
Torrente Albano 2
|
116 l/s
|
64 l/s
|
86 l/s
|
Torrente Varrone
|
159 l/s
|
117 l/s
|
371 l/s*
|
Torrente Livo 1
|
133,5 l/s
|
78 l/s
|
117 l/s
|
Torrente Livo 2
|
133,5 l/s
|
169 l/s
|
124 l/s
|
Torrente Valpiana
|
Compensato
|
Torrente totalmente secco
|
Torrente totalmente secco
|
*Portata interamente rilasciata
“Consideriamo
grave una condotta dei concessionari idroelettrici che non garantiscono nemmeno
il rilascio del deflusso minimo vitale, ovvero della condizione minima, e
spesso insufficiente, che viene imposta in sede di rilascio dalla concessione,
proprio per impedire la morte del corso d’acqua – denuncia Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia
-. Così come noi abbiamo rilevato portate al di sotto di quelle autorizzate,
vorremmo che ci fosse un impegno da parte delle istituzioni pubbliche a
svolgere attività capillari di controllo e sanzionamento, che impediscano
indebite rapine di risorse naturali”.
Ufficio stampa Legambiente
Lombardia
Nessun commento:
Posta un commento