Milano 14
dicembre 2018 Comunicato
stampa
La
media di prodotti biologici nei pasti delle scuole dei Comuni capoluogo che
hanno risposto al questionario di Legambiente è del 53,9%. In Lombardia scende
al 48,8%
Solo il 6,3% dei pasti serviti è
interamente bio. Il 68,4% delle mense utilizza stoviglie monouso. Oltre il 30%
sono di plastica
A
Milano il convegno nazionale “Studia come mangi”, promosso da Legambiente, in
collaborazione con Iclei e con il patrocinio dell’Anci
La sfida per scuole più green e sostenibili passa anche
dalle mense scolastiche e dall’attenzione per prodotti a chilometri zero e bio
da servire a pranzo. Una sfida che è stata
in parte già raccolta da diversi istituti scolastici della Penisola, anche se
la strada da percorrere è ancora a lunga. Di questo si è parlato al convegno
nazionale “Studia come mangi” organizzato oggi a Milano da Legambiente insieme
a ICLEI World Secretariat -
il network mondiale delle città sostenibili - con il contributo della
Commissione Europea e il patrocinio dell’Anci. Una giornata pensata per fare
insieme il punto sulla ristorazione scolastica in Italia, per parlare di
acquisti verdi e raccontare anche le buone pratiche in atto sul territorio,
partendo dall’analisi degli ultimi dati diffusi da Ecosistema scuola 2018.
L’indagine annuale di Legambiente sullo stato del patrimonio edilizio
scolastico e dei servizi educativi che raccoglie i risultati relativi alle
scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado emersi dal
questionario somministrato a 90 Comuni capoluogo, per un totale di 5720
scuole e una popolazione studentesca interessata di 1.192.697 studenti.
In particolare sul fronte
delle mense scolastiche, dal report annuale dell’associazione ambientalista
emerge che il servizio mensa (legato spesso alla possibilità di effettuare il
tempo pieno), è garantito nell’84,9% delle
scuole del nord e l’88,9% del centro, ma solo
a poco più del 63% degli istituti del Sud e al
30,8% delle scuole sulle isole. Rispetto ai pasti somministrati, solo il 6,3% è
interamente biologico, mentre la media di biologico nei pasti è del 53,9%. Bene
invece le mense in cui vengono serviti pasti con prodotti IGP, DOP ecc, sono il
79% con una media del 24,4%. Poca attenzione viene posta nella scelta delle
stoviglie, nel 68,4% delle mense infatti vengono ancora utilizzate quelle
monouso, con un conseguente aumento dei costi ma soprattutto dei rifiuti. Tra
queste oltre il 30% utilizza stoviglie in plastica. Altro dato che emerge dal
report è che l’acqua di rubinetto viene somministrata in poco più di una mensa
su due (51,6%). Dunque un quadro
complessivo fatto di luci e ombre e un settore sui cui per l’associazione
ambientalista bisogna ancora lavorare molto e scommettere, se si vuole arrivare
a scuole con mense sostenibili e in grado di servire pasti 100% bio.
Il convegno “Studia come
mangi”, coordinato da Barbara Meggetto Presidente di Legambiente Lombardia, ha
visto confrontarsi oggi esperti del settore e rappresentanti del mondo
associativo e della scuola. Tra i
presenti Peter Defranceschi, ICLEI, Davide Sabbadin di Legambiente che ha
presentato i dati di Ecosistema Scuola sul GPP nelle scuole italiane, Andrea
Roscetti del Politecnico di Milano, Simona Faccioli, Remade in Italy, Daniela
Lazzati di ANP (Associazione Italiana Presidi), Giovanni Faedi, ANCI, Paola
Trionfi, FIAB/FIRAB. Tra gli altri temi trattati anche le problematiche e le
opportunità offerte dal GPP, i nuovi criteri ambientali minimi in corso di
discussione al Ministero dell’Ambiente e le esperienze di aziende e produttori
agricoli che a questi criteri devono adeguarsi, non sempre facilmente.
La seconda sessione
dell’incontro, moderata da Enrico Fontana, coordinatore dell’Osservatorio
Appalti Verdi di Legambiente, è stata dedicata al tema delle buone pratiche: da
quella di Milano Ristorazione raccontata da Fabrizio Fabritiis all’esperienza
di Macerata e di Bari che hanno scommesso sulle
mense 100% bio. A parlarne il
vicesindaco di Macerata Stefania Monteverde e l’assessore all’istruzione del
Comune di Bari Paola Romano. Buone pratiche arrivano anche dai piccoli comuni
della piana fiorentina come Campi Bisenzio, Signa e Sesto Fiorentino – a
parlarne Francesco Dini di Qualità & Servizi. A concludere il convegno
l’intervento della Vicepresidente nazionale di Legambiente Vanessa Pallucchi.
“Sul
fronte della ristorazione scolastica – ha dichiarato Vanessa Pallucchi, vicepresidente nazionale di Legambiente – occorre
fare passi in avanti e sensibilizzare le amministrazioni al fatto che la mensa
scolastica è un laboratorio sociale dove si acquisiscono stili di vita
collettivi e individuali più sostenibili. Si tratta, inoltre, di un servizio
che può avere ricadute su più livelli nella comunità, dai cittadini alla
valorizzazione delle aziende agricole e dei sistemi di produzione locali. Se
esistono casi virtuosi come ad esempio quello di Macerata e Bari, che hanno
scommesso su mense scolastiche 100% bio, come ci hanno raccontato durante il
convegno, ad oggi a livello nazionale emerge una forte sperequazione presente
tra le diverse aree del nostro Paese per arrivare nelle isole dove meno di una
scuola su tre ha il servizio mensa”.
Tornando agli ultimi dati diffusi da Ecosistema
Scuola 2018, dal report nazionale emerge che Il servizio di mensa scolastica
dove presente è caratterizzato da luci e ombre: il 97,4% dei bandi emessi dalle
amministrazioni comunali per l’assegnazione del servizio mensa richiede la
stagionalità degli alimenti, il 77,8% criteri ecologici nelle procedure di
acquisto (GPP); ben il 94,7% menù alternativi per motivi culturali,
manifestando un’attenzione alle diverse culture di appartenenza degli studenti
che usufruiscono del servizio mensa; il 52% il recupero del cibo non
somministrato a favore di organizzazioni no profit.
Scuole lombarde
– Per quanto riguarda le scuole dei Comuni
capoluogo lombardi che hanno partecipato all’indagine di Ecosistema Scuola 2018, dal report
emerge che nel 92,5% delle mense scolastiche si servono pasti bio, con una
media di biologico inferiore a quella nazionale, 48,8% contro il 53,9%; in
tutte vengono serviti pasti contenenti prodotti IGP e DOP e viene richiesta la
stagionalità degli alimenti; nell’81,8% si privilegiano prodotti a Km 0,
nell’80% viene raccolto il cibo inutilizzato per destinarlo alle organizzazioni
no profit. Ben l’87,5% dei bandi di
appalto del servizio mensa richiede criteri ecologici nelle procedure
d’acquisto (GPP). Più di una mensa su due (54,5%) continua ad usare stoviglie
monouso; appena il 16,2% dispone
di cucina interna, ben nell’81,6% viene servita acqua di rubinetto.
Al centro del convegno di oggi il ruolo,
importante, del nostro Paese in Europa sul tema degli acquisti verdi. Peter
Defranceschi di ICLEI ha sottolineato come l’Italia sia paese leader nel
settore degli acquisti verdi e osservato speciale a Bruxelles, perché l’unico
ad avere introdotto l’obbligo del GPP in tutti gli acquisti del settore
pubblico e parapubblico. Un volume di affari indotto, quello degli acquisti
pubblici in Europea, che influenza circa il 40% del mercato dei prodotti e
servizi.
Anche per queste ragioni Legambiente ha presentato oggi a Milano la sua nuova iniziativa
“Osservatorio Appalti Verdi”, realizzata in collaborazione con la
Fondazione Ecosistemi. “Ci proponiamo di fare da stimolo e accompagnamento alle
amministrazioni locali e alle stazioni appaltanti – ha spiegato Enrico Fontana, coordinatore
dell’Osservatorio - per promuovere l’impiego dei criteri minimi ambientali
negli appalti e allo stesso tempo fare conoscere queste esigenze alle aziende,
che spesso non sanno come fare fronte alle richieste dell’amministrazione
pubblica. Dobbiamo fare incontrare domanda e offerta di green, anche
controllando che i criteri vengano correttamente applicati e non elusi, a danno
delle aziende che negli anni hanno investito in ambiente e qualità.”
Ufficio stampa Legambiente
Lombardia
Nessun commento:
Posta un commento