MILANO, 15
APRILE 2016
COMUNICATO STAMPA
Ricordo alle 18.30 questa sera in Piazza Duomo il flash
mob "Popolo del mare a raccolta contro le trivelle", organizzato da
Legambiente in collaborazione con il Comitato Vota Sì Ferma le Trivelle e
Greenpeace. Porteremo il mare in centro a Milano, al suono della Banda
degli Ottoni a Scoppio.
Legambiente: “Fermando le
trivellazioni in mare non si rinuncia ad una risorsa strategica e non si
perdono posti di lavoro, ma si può dare impulso agli investimenti sulle energie
rinnovabili”
Domenica oltre 46milioni di
italiani sono chiamati al voto per il Referendum sulle trivelle. Per la prima
volta in Italia il referendum è stato richiesto
congiuntamente da 9 Regioni. L’unico quesito sul quale gli italiani sono
chiamati ad esprimersi, superstite di un pacchetto di 6 inizialmente proposti
ma non approvati, riguarda le concessioni di trivellazioni per l’estrazione di
petrolio e gas in mare entro le 12miglia. Il testo che domenica si troveranno
davanti sulla scheda gli aventi diritto al voto richiede l’abrogazione
dell’art. 6 comma 17 della Legge n. 208 del dicembre 2015 che attualmente prevede
la possibilità di proroga delle scadenza delle concessioni per 44 giacimenti
attivi nelle acque territoriali italiane. Il referendum chiede di porre un termine chiaro alle estrazioni.
«E' assurdo pensare all'astensione
come l'estensione di un diritto – dichiara Barbara Meggetto, presidente di
Legambiente Lombardia – assumerci una responsabilità come cittadini su un tema
ambientale è un dovere prima ancora che un diritto. Non lasciamo in mano alle
compagnie petrolifere il futuro del nostro mare. Con una concessione illimitata
potremmo trovarci di fronte tra 20anni a una serie di cadaveri industriali,
eredità di un futuro in estinzione. Il petrolio è una fonte in esaurimento: noi
votiamo Sì pensando ad un futuro di energie rinnovabili e diffuse».
Ecco un decalogo sulle motivazioni
del Comitato Vota Sì Ferma le Trivelle, di cui Legambiente fa parte:
1.
Dare una scadenza certa alle
trivelle: la
vittoria del referendum cancellerà l’ennesimo regalo fatto alle compagnie
petrolifere grazie all’approvazione della Legge di Stabilità 2016 che concede
loro di estrarre petrolio e gas nei nostri mari entro le 12 miglia senza limite
di tempo. Se vince il Sì verrà ristabilita la norma precedente che prevede una
scadenza temporale per ogni concessione.
2.
Non si rinuncia ad una risorsa
strategica: l’apporto
delle attività estrattive entro le 12 miglia marittime in Italia è pari al 3%
dei nostri consumi di gas e meno dell’1% di petrolio. Un contributo che è
ampiamente compensato dal calo di consumi in atto e che non comporterebbe alcun
aumento dell’importazione.
3.
Ci riappropriamo del nostro mare: attualmente solo le compagnie
petrolifere che operano entro le 12miglia godono del privilegio di concessioni
a tempo indeterminato. Nessun utilizzo di un bene comune dello Stato può essere
concesso senza limiti di tempo, come prevede la direttiva comunitaria.
4.
Si dà più forza alle rinnovabili: le fonti di energia alternative
ai combustibili fossili già oggi coprono il 40% dei consumi elettrici del
nostro Paese. Le rinnovabili sono sempre più efficienti e rappresentano una
voce d’investimento crescente in tutto il mondo. Ad esempio incentivando il
biometano potremmo ricavare quantità di gas 4 volte superiori a quello estratto
nei mari italiani entro le 12 miglia: 8,3 miliardi di metri cubi potenziali. Secondo
i dati diffusi dal Fondo Monetario Internazionale in Italia gli incentivi
all’energia rinnovabile sono sotto gli 11 miliardi di euro, mentre in Germania,
per esempio, superano i 23 miliardi di euro.
5.
Diminuiscono i rischi e abbiamo garanzie
sulla dimissione degli impianti: lasciare in mare piattaforme di estrazione senza limiti
di tempo aumenta molto il rischio di incidenti. Secondo i dati Ispra, in 30
anni sono state sversate nel Mediterraneo circa 312.000 tonnellate di petrolio,
132 incidenti di cui 52 con sversamento del carico durante il trasporto. Se
vince il Sì potremo avere la garanzia che, una volta finite le concessioni, le
compagnie petrolifere smantellino le piattaforme, i pozzi e tutte le
infrastrutture come previsto dalla legge.
6.
Cancelliamo i privilegi delle
lobby: il 70%
delle concessioni produttive oggetto del referendum non paga le royalties
perché estrae un quantitativo inferiore alla fanchigia prevista dalla legge. Il
risultato è che nulla viene versato nelle casse dello Stato per lo sfruttamento
di un bene comune. Fino a 80milioni di metri cubi è gratis e chi paga le
royalties le deduce dalle tasse. Se vince il Sì l’Italia smetterà di svendere
il proprio mare.
7.
Fermiamo le trivellazioni ancora
consentite entro le 12 miglia: attualmente in Italia non è permesso ottenere nuove
concessioni per trivellare entro le 12 miglia dalla costa, ma nulla vieta che,
nell’ambito delle concessioni già rilasciate, siano installate nuove
piattaforme e perforati nuovi pozzi, come nel caso di VegaB nel canale di
Sicilia e di Rospo di Mare in Abruzzo.
8.
Creiamo altra occupazione nel
settore energia:
il referendum non metterà a rischio posti di lavoro nel settore dell’estrazione
del petrolio e del gas, comparto già in crisi da tempo. Il 35% delle compagnie
petrolifere è ad alto rischio fallimento visto il crollo del prezzo del
petrolio. Secondo i dati diffusi da Althesys in Italia entro il 2030 si
potrebbero garantire oltre 100mila posti di lavoro nel settore delle
rinnovabili.
9.
Diamo un contributo alla lotta al
cambiamento climatico:
alla Cop21 di Parigi dello scorso dicembre il Governo italiano, insieme a 194
Paesi, ha sottoscritto un impegno storico a contenere l’innalzamento della
temperatura terrestre entro 1,5 gradi centigradi, dichiarando fondamentale
l’abbandono dell’utilizzo delle fonti fossili. Se vince il Sì, l’Italia sarà
coerente con gli accordi siglati.
10. Difendiamo il diritto costituzionale di decidere per le scelte
importanti del nostro Paese.
Ufficio stampa Legambiente LombardiaSilvia Valenti
Cel. 349 8172191
Tel. 02 87386480
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