Milano,
04 aprile 2016
SENTENZA LOMBARDA PETROLI
Condannati in appello
anche i vertici della società per il disastro ambientale
che nel 2010
sconvolse il Lambro
Lo ha stabilito la sentenza della Corte di
Appello di Milano sull'incidente che
riversò nel fiume 2600 tonnellate di idrocarburi nel fiume
“Soddisfatti a metà per questa
sentenza”. Con queste parole Legambiente Lombardia ha accolto la lettura del
dispositivo della sentenza della Corte di Appello di Milano che oggi,
riformando parzialmente quella di primo grado emessa nel 2014 dal Tribunale di
Monza, ha condannato per disastro ambientale colposo sia Giorgio Crespi,
custode dell'impianto, sia Giuseppe Tagliabue, amministratore di fatto e di
diritto del deposito di Villasanta (MB), da cui nella notte tra il 22 e il 23
febbraio 2010 fuoriuscirono 2600 tonnellate di idrocarburi che devastarono il
corso d'acqua con danni che si estesero lungo tutto il suo tragitto, arrivando
a colpire anche il Po e l'Adriatico.
“E' sicuramente positivo che la
sentenza di oggi – dichiara Barbara Meggetto, Presidente di Legambiente
Lombardia – abbia individuato i responsabili di uno dei più gravi disastri
ambientali che hanno colpito la Lombardia negli ultimi 20 anni. Finalmente sono
state attribuite specifiche colpe anche a chi dirigeva la Lombarda Petroli e
non solo al custode dell'impianto”.
Quello del 2010 è stato durissimo
colpo per il Lambro, un corso d'acqua che già versava in non buone condizioni e
che ancora oggi attende politiche di risanamento e rilancio che appaiono
lontane dal venire nonostante la sottoscrizione, da parte delle amministrazioni,
del Contratto di Fiume.
“Ci dispiace che questa sentenza
sia arrivata dopo così tanti anni – conclude Barbara Meggetto – con la
conseguenza di vanificare almeno in parte gli sforzi investigativi profusi da
forze dell'ordine e magistratura, ma siamo ancora più rammaricati dal fatto che
molto probabilmente chi è stato riconosciuto responsabile di questo tragico
inquinamento non sarà mai chiamato a risarcire l'ambiente e la collettività per
gli incalcolabili danni arrecati al fiume e ai suoi habitat”.
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