Milano,
8
ottobre 2015
Comunicato
stampa
La nuova autostrada autorizzata a scaricare portate idriche in grado di raddoppiare l’onda di piena del Lura
Quali rischi per il territorio? Quali le responsabilità dei cantieri in alveo per le secche che hanno colpito negli scorsi mesi il torrente nel suo tratto saronnese?
“Non
c’è
pace per il Lura”, questo il titolo della serata organizzata da
Legambiente
per questa sera a Saronno. Occasione in cui l'associazione, che
ha invitato
rappresentanti di Regione Lombardia, del Parco del Lura e di
Pedemontana, vuole
approfondire le problematiche di questo corso d'acqua che scorre
dai colli
comaschi alle porte di Milano. Sarà un confronto aperto, per
parlare degli
effetti che la costruzione dell'autostrada Pedemontana ha avuto
e potrà avere
su questo torrente, ma sarà incentrato su due problematiche
specifiche. La
prima è che il Lura, dall'avvio dei cantieri dell'autostrada, ha
visto una
diminuzione sensibile della propria portata di magra con gravi
effetti in
particolare nel saronnese. Colpa dei lavori di Pedemontana che
hanno provocato
lo stravolgimento dell'alveo naturale del torrente o effetto
della calda
estate? Di certo a luglio ha piovuto poco, ma non è stata
un'annata record
quanto a siccità, ed inoltre le secche si sono riproposte anche
in mesi molto
più piovosi. “Ad oggi non abbiamo certezze sulle responsabilità
del cantiere
autostradale nel determinare questo grave stato di cose -
denuncia Giulia Alliata, del circolo Legambiente di Saronno
- I dati sulla
portata del Lura a valle del cantiere sono stati rilevati, ma
fino ad oggi
abbiamo incontrato un muro di fronte alle richieste di avere
accesso a questi
dati. Certo se si dimostrerà che ci sono responsabilità di
Pedemontana o
dell'impresa appaltante, i danni ambientali e le opere di
ripristino li
chiederemo a loro”.
L’altra
grande
problematica, assai più grave, è quella legata
all'autorizzazione allo
scarico delle acque meteoriche raccolte dalla tratta
autostradale che corre tra
valle del Lura e SS35: sono le acque di piattaforma stradale, ma
anche quelle
di una intera porzione di bacino in territorio comasco, deviate
artificialmente
nel Lura per consentire a Pedemontana di correre in trincea
profonda senza
allagarsi alla prima pioggia. Secondo il progetto di
infrastruttura, queste
acque - che potrebbero convogliare un'onda di piena anche di 30
mc/sec -
avrebbero dovuto essere confinate in un bacino artificiale prima
di essere
scaricate nel torrente, proprio per evitare l'eventualità di un
evento in cui
una simile enorme portata si sommasse all'onda di piena del
Lura, causando
inedite devastazioni a valle. Ma la vasca di laminazione di
Pedemontana non è
stata realizzata, e difficilmente lo sarà almeno per i prossimi
5 o 10 anni
(periodo per il quale Pedemontana ha ottenuto l'autorizzazione
provvisoria allo
scarico anche in assenza di vasche). “Da anni, inascoltati,
segnaliamo a
prefetture e autorità di protezione civile l'inaccettabile
rischio a cui la
realizzazione di Pedemontana espone le comunità rivierasche del
Lura, in
particolare tra Saronno e Rho - dichiara Damiano Di
Simine, presidente
di Legambiente Lombardia - Abbiamo anche diffidato le
autorità di controllo
dall'autorizzare lo scarico in assenza della vasca di
laminazione progettata
tra Lomazzo e Bregnano. Adesso non ci tocca altro che sperare
che non piova
troppo nei prossimi anni: ma in caso di alluvione sapremo a chi
chiedere conto
dei danni a persone e cose”.
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