Milano, 22 ottobre 2014
Comunicato stampa
Una condanna di
primo grado a 5
anni per il custode della Lombarda Petroli ritenuto colpevole di
disastro
ambientale. E’ questo il risultato del processo relativo allo
sversamento di
oltre 2600 tonnellate d’idrocarburi che il 23 febbraio del 2010
hanno investito
il Lambro. Sono trascorsi 4 anni e 8 mesi dalla terribile onda
nera, tanto si è
aspettato per avere delle risposte sulle responsabilità del
disastro che ha
inquinato il fiume, messo in ginocchio diversi depuratori e
contaminato i
terreni lungo l’asta del corso d’acqua fino al Po. E alla fine non
sono stati
individuati nè mandanti nè il movente. Intanto il custode
dell’azienda è stato
condannato a risarcire anche tutti i danni causati dalla sua
condotta, per
svariate centinaia di migliaia di euro, somma che dovrà essere
stabilità nel
dettaglio dal giudice civile.
“In attesa di
leggere le
motivazioni della sentenza possiamo dire di essere soddisfatti a
metà –
dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia,
associazione che
insieme agli enti locali e ad altre organizzazioni si è costituita
parte civile
nel processo - bene che si sia individuato un responsabile di uno
dei più gravi
disastri ambientali che hanno colpito la Lombardia negli ultimi
decenni, ma da
questa vicenda appare chiaro quanto i territori e i cittadini
siano ancora
indifesi di fronte alla pericolosità che molte aziende
rappresentano per il
nostro ambiente. Il rischio, infatti, è che alla fine a rimetterci
sia stato
solo il fiume e l’ambiente, perché siamo molto dubbiosi che si
potrà provvedere
ad un vero risarcimento per tutti i danni causati dalle tante
tonnellate di
idrocarburi che sono fuoriusciti dalle cisterne della Lombarda
Petroli”.
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