Milano,
20
ottobre 2014 Comunicato
stampa
A
lato della seduta odierna in cui sono state illustrate le opere
di messa in
sicurezza del bacino del Seveso, Legambiente mette in guardia da
pericolose
semplificazioni. Infatti, visti i limiti di risorse disponibili,
le vasche di
Senago rischiano di essere l'unico intervento che verrà
realmente finanziato e
realizzato, anche imponendolo alle comunità locali, se
necessario. Se così
fosse, l'opera risulterebbe difficilmente accettabile sotto il
profilo paesaggistico
e ambientale, perché risulterebbe ricorrentemente allagata dalle
acque luride
del Seveso, e inoltre sarebbe assolutamente insufficiente a far
fronte al
problema di fenomeni meteoclimatici estremi.
Legambiente,
intervenuta
oggi durante la seduta, ribadisce la sua forte preoccupazione
circa
il rischio che ci si affidi esclusivamente ad un intervento
ritenuto
erroneamente salvifico: “Il bacino del Seveso richiede grandi
investimenti
strutturali e territoriali - dichiara Damiano Di
Simine, presidente di
Legambiente Lombardia - che devono includere le opere
idrauliche di gestione
delle emergenze ma devono essere inserite entro un piano d’area
esteso
all'intero bacino, volto a ripristinare condizioni accettabili
di funzionalità
del corso d'acqua e del territorio oggi eccessivamente
cementificato. Vanno
inoltre messi in conto interventi di delocalizzazione di
edifici, a partire
dalle aree di conclamato rischio idraulico in tutti i comuni
rivieraschi. A
regime, le vasche di Senago devono far parte delle opere che si
attivano solo
in ultima istanza, non certo essere usate come ordinarie valvole
di sfogo per
ogni piena”.
Nessun commento:
Posta un commento