domenica 6 aprile 2014

Comunicato congiunto di Associazione Parco Sud, CAI, FAI, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, WWF, Orobie Vive e Società Botanica Italiana Arriva la legge Ammazza foreste?

Milano, 5 aprile 2014                                                                                         Comunicato stampa


La denuncia degli ambientalisti: quella che approda martedì in Consiglio Regionale è una legge che potrebbe scrivere la parola 'fine' a trent'anni di tutela dei boschi di Lombardia e che apre a speculazioni edilizie e abuso di pascoli e sentieri trasformandoli in rodei per moto e fuoristrada

Una legge inutile per l'economia forestale, e dannosa per la tutela di territorio e paesaggio

 Dalle associazioni un appello ai gruppi politici: "Non approvatela"


Una compilazione chirurgica di eccezioni, deroghe, esclusioni: è questo il senso del disegno di legge, di iniziativa del Consiglio Regionale, che andrà in votazione martedì prossimo nell'assemblea legislativa lombarda. Una norma di cui si fatica a cogliere il senso se non andando pazientemente a confrontarla con le leggi vigenti, e solo allora si scopre quanto sia dirompente: il nuovo disegno di legge, 'modifiche e integrazioni alla legge regionale 31/2008', sotto un titolo che appare innocuamente burocratico, contiene le chiavi per aprire i boschi alla speculazione edilizia, al diboscamento con il pretesto dell'interesse pubblico, ai capannoni laddove fino ad oggi sarebbe stato illegale, affida alla discrezionalità di uffici tecnici comunali il compito di autorizzare interventi per la cui valutazione sarebbero richieste adeguate competenze geologiche e forestali. Per non dire della norma gravissima che sancisce e generalizza l'istituto della deroga per la circolazione di moto e mezzi fuori strada ovunque, perfino su sentieri storici e pascoli, deroga contro cui  il CAI ha lanciato un appello (
#sentierisenzamoto), che in pochissimi giorni ha già superato le 20.000 adesioni di cittadini, turisti, appassionati i quali, giustamente, non apprezzano i 'facili costumi' di molte valli lombarde in cui gli escursionisti sono costretti a condividere i sentieri con motocrossisti e fuoristradisti.

Gli ambientalisti annunciano battaglia contro questa legge: Associazione Parco Sud, CAI, FAI, Italia Nostra, Legambiente, LIPU WWF, Orobie Vive e Società Botanica Italiana, hanno già assunto una posizione netta: “Da sempre riteniamo che il patrimonio forestale debba essere amministrato per la sua molteplicità di funzioni, che sono ecologiche ma anche produttive, e che si debbano consolidare le condizioni in cui un'economia locale possa svilupparsi a partire dalla buona gestione delle risorse forestali. Ma questa legge non dice nulla di utile in tal senso. Si limita ad aprire un vasto campionario di possibilità per eccepire a norme, anche nazionali, di tutela del bosco, della sua funzione ambientale e di quella protettiva nei confronti del dissesto idrogeologico”.

La legge infatti modifica in modo sostanziale la consolidata definizione di bosco, stabilendo che una vasta fattispecie di aree forestali in realtà non sono boschi: non lo sono ad esempio gran parte dei boschi di pianura, se si vogliono costruire capannoni, e non lo sono nemmeno i boschi dei versanti montani, se si vogliono realizzare opere pubbliche o d'interesse pubblico, dalle palestre agli ostelli ai non meglio identificati edifici connessi con l'attività agricola. Vengono meno così anche gli obblighi di compensazione per il taglio dei boschi, se si vogliono fare strade o altre infrastrutture, perchè un bosco, per essere tale, deve dimostrare di essersi sviluppato da almeno trent'anni: peccato che a trent'anni d'età un bosco è già maturo, ed è quindi praticamente impossibile distinguerlo da altri boschi. Ma sono proprio 'chicche' come questa che fanno dire agli ambientalisti che si tratta di una legge 'ammazzaforeste'. E gli ambientalisti non sono i soli: anche l'avvocatura del Consiglio Regionale e la stessa Giunta Regionale, dai propri uffici, ha espresso pareri preoccupati circa il chiaro contrasto tra la legge e le normative nazionali di tutela paesaggistica e forestale.

“Non c'è nessuna ragione per la Lombardia di interrompere una produzione di buone norme che aveva reso fino ad oggi possibile la tutela del proprio ingente patrimonio forestale. Questa legge è stata sicuramente dettata da interessi molto localistici e di carattere speculativo, sarebbe inaccettabile che l'assemblea legislativa della più grande regione italiana si piegasse a chi vuole semplicemente avere mano libera per azioni di diboscamento e danneggiamento delle coperture forestali; per questo nelle prossime ore scriveremo a tutti i consiglieri regionali, chiedendo di desistere dall'approvazione della legge ammazza foreste”.

L’Ufficio stampa Legambiente Lombardia Mario Petitto 02 87386480

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