Milano,
18 Giugno 2021 - Nulla da fare per l'impianto di risalita nella
Vallaccia, posto in comune di Livigno all'interno di un sito di
interesse comunitario soggetto al rispetto sia dei vincoli paesaggistici
che delle norme europee sulla tutela degli habitat più preziosi: la
Corte Suprema di Cassazione, nuovamente interpellata dai ricorrenti
della società Mottolino Spa, ha emesso una nuova e ulteriore ordinanza
che conferma le sentenze espresse in tutte le possibili sedi di giudizio
- TAR, Consiglio di Stato e Corte Suprema di Cassazione - dichiarando inammissibile il ricorso della società e condannandola a rifondere tutte le spese di giudizio più oneri raddoppiati.
Legambiente,
difesa in giudizio dall'avvocato Fancesco Borasi, esprime soddisfazione
per la sentenza, ma chiede anche che si proceda, senza alcun indugio
nell'arco dell'estate, alla definitiva rimozione di tutte le opere indebitamente realizzate ferendo il versante e il fondovalle della Vallaccia.
"Non
ci sono davvero più scuse: ora la Mottolino deve rimuovere
immediatamente tutte le opere e le reti tecnologiche realizzate, e
ripristinare lo stato naturale dei luoghi - dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -
Quella della Suprema Corte è una stroncatura netta e chiara, e intima
uno STOP definitivo alle tattiche con cui Mottolino ha cercato in tutti
questi anni, a partire dal 2014, di rinviare la demolizione. Ci
aspettiamo che a questo punto sia il Comune, in caso di inadempienza
della società, ad operare affinchè la legge sia rispettata e le sentenze
vengano eseguite, e chiederemo alla Regione, attraverso la modifica del
Piano Territoriale Regionale, di irrobustire le norme di tutela del
Paesaggio anche in vista delle Olimpiadi Invernali del 2026, per evitare
ogni nuova aggressione agli ambienti protetti d'alta quota”.
Nessun commento:
Posta un commento