Il
primo progetto risale a più di un secolo fa: era il 1902. L’ultimo è
quasi pronto. Tra l’uno e l’altro, una raffica di proclami, promesse e
annunci, tutti finiti immancabilmente in nulla. Non c’è da stupirsi se
sono rimasti in pochi a credere ancora nell’eterna incompiuta. Eppure si
torna a parlare del canale fluviale Milano-Cremona, l’autostrada
dell’acqua tra la metropoli lombarda e il porto della città del Torrazzo
e da qui, attraverso il Po, al mare Adriatico. Nel corso dei decenni
sono stati realizzati solo 14 chilometri, da Cremona a Pizzighettone,
dei 65 previsti. Poi più niente. Come non bastasse, il ministero del
Tesoro ha sciolto, nel 2000, anche la struttura burocratica (il
consorzio Canale navigabile), che avrebbe dovuto sovrintendere al mega
cantiere. L’idea sembrava per sempre abbandonata, ma ci ha pensato la Ue
a resuscitarla.
La Commissione europea ha inserito il collegamento Milano-Adriatico
tra gli interventi prioritari. A quel punto è entrata in scena l’Aipo
(Agenzia interregionale per il fiume Po), i cui tecnici hanno
predisposto un nuovo studio di fattibilità. «È concluso, dobbiamo solo
consegnarlo», dice l’ingegner Luigi Mille, dirigente area lombarda
dell’Aipo. «Presenteremo il lavoro in un convegno nei prossimi mesi.
Posso anticipare che è previsto un tracciato di circa 60 chilometri e
sette conche, con salti d’acqua che consentiranno di produrre energia
elettrica». L’idrovia permetterà il passaggio di imbarcazioni fino a 110
metri di lunghezza per 11 di larghezza, con un carico da 1.600 a tre
mila tonnellate. Secondo l’Aipo, l’opera avrebbe un limitato impatto
ambientale perché utilizzerà, con i necessari adeguamenti, un canale già
esistente, il Muzza. Il porto fluviale sorgerà nell’area est di Milano,
all’intersezione tra le Brebemi e la nuova tangenziale Est esterna,
dove incrocia anche l’Alta velocità. «Non vogliamo fare il canale a
tutti i costi - sottolinea Mille - ma abbiamo solo dato uno strumento a
chi (Europa, Stato, Regione) dovrà decidere». I lavori potranno ricevere
dall’Europa un cofinanziamento fino al 40 per cento. Costo complessivo
1,7 miliardi di euro. Una cifra da brividi. «Si potrebbe procedere per
stralci», puntualizza l’ingegnere dell’Aipo.
La Regione sembra interessata e il presidente Roberto Maroni ha
delegato l’assessore Viviana Beccalossi a occuparsene. Oggi come ieri,
il canale divide. Il presidente di Coldiretti Milano, Lodi e Monza
Brianza, Alessandro Rota, lo boccia senza appello. «Sembra un po’ la
vicenda del ponte sullo Stretto di Messina, ma trasportata al Nord. Con
tutti i problemi che ci sono, mi pare assurdo spendere 2 miliardi di
euro, se li hanno». Possibilista, invece, l’ex parlamentare Marco
Pezzoni, anima delle associazioni ambientaliste cremonesi. «Il trasporto
fluviale è meno impattante di quello su gomma». Una chiatta di 1.350
tonnellate movimenta un carico pari a 75 Tir o a 67 vagoni. Allo stesso
tempo Pezzoni non si fa troppe illusioni: «Si rischia un altro bluff
perché non c’è un disegno complessivo ma si procede per segmenti». Non
mancheranno altre polemiche. Anche quelle sono durate per più di
cent’anni.
"Sulla sua pelle scorreva acqua quasi a coprirlo come una veste intangibile e fresca".
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA
SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA DOSSIER - ACQUA E AGRICOLTURA Occorre ridurre i fabbiso...
-
Milano, 26 novembre 2018 Mercoledì 28 novembre, Palazzo Reale - Milano Appuntamento per la stampa ore 12.00 Un’occasione...
-
DOSSIER CITTA’ E CLIMA 2022: Legambiente: “Periodi prolungati di siccità, ondate di calore, violente piogge ed esondazioni, black o...
-
1. E’ tornato di moda bere l’acqua del rubinetto, ma che qualità ha a Monza? Le informazioni riportate dal sito web di Agam, integrate da a...
Nessun commento:
Posta un commento