E’ trascorso un anno dall’ultima
alluvione della città. Nella notte tra il 15 e 16 Novembre 2014 le acque del
fiume Lambro hanno invaso, nei soliti luoghi, strade e case monzesi.
Nella primavera del 2014 la
Regione Lombardia stanziò 1 milione di Euro per i primi lavori di messa in
sicurezza di Monza.
Legambiente e il Parco Regionale
Valle Lambro organizzarono a Marzo di quest’anno, con tutti gli enti
interessati, un convegno pubblico per informare i cittadini sul progetto di
massima. Da allora AIPo, Comune di Monza e Regione non hanno più informato i
cittadini sul prosieguo della progettazione. Solo oggi, grazie alla curiosità
della stampa, l’Amministrazione comunale ha comunicato che alcuni interventi, a
breve, partiranno.
“Sono mesi che sollecitiamo AIPo”, comunica Atos Scandellari
presidente del locale circolo Legambiente, “perché
venga comunicato ai cittadini, quali siano le loro intenzioni, ma non abbiamo mai
ottenuto nessuna risposta.”
“Dalla stampa apprendiamo oggi che gli interventi saranno localizzati
solo nei punti più critici del corso del fiume; lo avevamo già suggerito questa
primavera” prosegue Scandellari. “Ma la
città è ancora a rischio di allagamento perché gli argini erosi e i detriti
accumulati all’interno dell’alveo non sono ancora stati rimossi. Sono
interventi di manutenzione ordinaria che il Comune dovrebbe sempre attuare e
che invece non fa (forse aspetto solo le grandi opere), neppure sul Lambretto
che è di sua esclusiva competenza. Alleghiamo alcune foto esplicative”.
Per il circolo ambientalista
occorre instaurare un diverso rapporto con l’ambiente, con gli spazi urbani e avviare
una più accorta politica urbanistica a livello cittadino e sovraccomunale; dire
stop al consumo di suolo, ripristinare terreno permeabile nelle aree
industriali recuperate e procedere con il potenziamento degli impianti che
smaltiscono le acque meteoriche. Occorre restituire al fiume i suoi spazi o
recuperarne di nuovi, evitando di far costruire vicino al Lambro. Bisogna
altresì che, nel nuovo PGT, siano previste ampie fasce di rispetto per tutti i
corsi d’acqua cittadini, naturali o artificiali, in quanto trattasi anche di importanti
beni paesaggistici.
“A quante altre alluvioni dovremo assistere prima che il rischio
idrogeologico in Monza sia ridotto a livelli accettabili?” conclude Atos Scandellari.
LEGAMBIENTE
Circolo
A. Langer - Monza
Nessun commento:
Posta un commento