Milano, 25
settembre 2015 Comunicato
stampa
Il TAR ordina la sospensione per i lavori che stanno
devastando il fianco della
valle più incontaminata del livignasco
Legambiente: “La seggiovia nel sito Natura 2000 non si deve fare”
Legambiente: “La seggiovia nel sito Natura 2000 non si deve fare”
La società degli impianti da sci di Livigno, la Mottolino Spa, le aveva tentate tutte pur di ottenere le necessarie autorizzazioni all'avviamento dell'impianto a fune più lungo di tutto il comprensorio livignasco: si tratta della seggiovia a sei posti che, dai 2000 metri del fondovalle, sale fin quasi alla vetta del Monte della Neve, a 2718 m. Secondo i proponenti, sarebbe la sostituzione di un impianto già esistente e giunto a fine vita: una definizione che proprio non va giù a Legambiente, visto che la stazione di partenza si trova a ben tre chilometri da quella del precedente impianto, e che pertanto la seggiovia si sviluppa tutto al di fuori dell'area sciistica, e all'interno di un Sito di Interesse Comunitario, quello della Vallaccia, dove risiede una delle più importanti popolazioni di pernice bianca delle Alpi lombarde. La Vallaccia è poi un sito di rigorosa tutela paesaggistica, ed ha tutti i requisiti per esserlo: si tratta infatti di un'ampia valle ancora coperta da pascoli e prati falciati, dunque un vero gioiello che si snoda dall'abitato di Trepalle fino ai 3100 m del Pizzo Filone.
Ed in effetti
l'autorizzazione per
l'impianto, dopo la valutazione negativa d'incidenza della
Provincia e i
giudizi di incompatibilità urbanistica che avrebbero scoraggiato
qualsiasi
imprenditore, è arrivata alla fine ad utilizzare una procedura
assolutamente
insolita, scomodando perfino il Consiglio dei Ministri pur di
farsi dire che,
nonostante tutte le valutazioni negative e i rischi di incappare
in una
infrazione comunitaria, l'impianto si sarebbe potuto fare
trattandosi di opera “di
imperativo interesse pubblico”. Ed è proprio contro questo
provvedimento del
Governo che Legambiente si è appellata al TAR: il giudice
amministrativo, in
prima istanza, ha ritenuto che le ragioni di Legambiente siano
consistenti, ed
ha quindi rilasciato proprio oggi l'ordinanza sospensiva, che
sospende ogni
lavoro in Vallaccia, fino alla sentenza definitiva attesa per
novembre.
L'accusa di
Legambiente, sostenuta in
aula dall'avvocato Francesco Borasi,
ha così ottenuto un primo fondamentale risultato. “Per noi è una
vittoria -
esulta Damiano Di
Simine,
presidente di Legambiente Lombardia, associazione firmataria del
ricorso -
perchè la società, senza neanche aspettare un parere dalla
Commissione Europea,
sta già muovendo le sue ruspe sui delicatissimi versanti d'alta
quota, e la
sentenza avrebbe rischiato di arrivare ad impianto già finito e
con danni
ambientali non più sanabili. Ma ora puntiamo ad ottenere
vittoria anche nel
giudizio definitivo, perchè riteniamo gravissimo che
un'istituzione centrale,
come il Consiglio dei Ministri, si presti a concedere
lasciapassare per
qualsiasi opera, anche quando confligga con le norme
fondamentali di tutela del
paesaggio o con le direttive comunitarie: ci vuole una gran
faccia tosta per
affermare che una seggiovia sciistica sia un'infrastruttura di
imperativo
interesse pubblico”.
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