Milano, 13
maggio Comunicato
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In appello, il Consiglio di Stato nega la sospensiva della storica sentenza del TAR Lombardia che ha bloccato 986.313 mq di nuove urbanizzazioni
Legambiente e WWF, con i cittadini segratesi, esultano: "E’ il de profundis del cemento”
In appello, il Consiglio di Stato nega la sospensiva della storica sentenza del TAR Lombardia che ha bloccato 986.313 mq di nuove urbanizzazioni
Legambiente e WWF, con i cittadini segratesi, esultano: "E’ il de profundis del cemento”
Il Consiglio di Stato
ha chiuso la porta a costruttori ed amministratori di Segrate:
nessuna
sospensiva per la sentenza con cui il TAR Lombardia sul Golfo
Agricolo. Quel
piano urbanistico, ricordiamo, prevedeva la realizzazione di
nuove espansioni
urbane fino a coprire quasi per intero le ultime aree agricole
di Segrate, per
una superficie di quasi 986.313 mq , ma la ribellione dei cittadini e
delle associazioni
ambientaliste (Legambiente e WWF) era sfociata in una azione
legale davanti al
giudice amministrativo della Lombardia che, con una sentenza
molto pesante,
aveva sentenziato che quel piano urbanistico andava ben oltre le
discrezionalità concesse dalla legge agli amministratori
cittadini, e ne aveva
disposto l'annullamento. L'amministrazione ha risposto con
l'appello al
Consiglio di Stato, a cui i cittadini e le associazioni hanno
replicato con una
nuova azione legale, affidata agli avvocati Veronica Dini e
Claudia Pengue: e
il Consiglio di Stato, si apprende oggi, ha negato la sospensiva
sulla
sentenza: gli ambiti di trasformazione che il PGT di Segrate
aveva calato sul
Golfo Agricolo restano dunque annullate, in vista dell'udienza
di merito prevista
per il prossimo novembre.
“Si tratta di un
pronunciamento davvero storico, che consolida il risultato già
ottenuto davanti
al TAR lombardo - esultano Paola Brambilla (che pure ha
patrocinato il
ricorso) e Damiano Di Simine, referenti lombardi delle
associazioni WWF e
Legambiente - una vittoria che fa tirare un grande sospiro di
sollievo ai
cittadini segratesi, ma che rappresenta anche un fondamentale
precedente:
finalmente la giurisprudenza riconosce il valore del suolo come
bene comune, e
impone agli amministratori pubblici di assumere un atteggiamento
di
responsabilità verso una risorsa limitata e non rinnovabile che
non può essere
oggetto di operazioni speculative come quelle contemplate dal
piano urbanistico
di Segrate. Forti di questo risultato, adesso attendiamo la
sentenza
definitiva”.
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