Una famiglia di quattro persone che sceglie l'acqua in bottiglia “brucia” 32 litri di combustibili fossili l’anno che servono per i trasporti dei prodotti e lo smaltimento delle bottiglie.
La simulazione di quanto avviene attorno al business dell'acqua minerale
arriva però non da un rinomato centro studi, o da blasonate università,
bensì dal pallottoliere del sindaco di uno dei più piccoli o paesi del
Varesotto.
I calcoli sono frutto di Gianpietro Ballardin, primo cittadino di Brenta
che ha colto l'occasione di fare il bilancio del primo anno
dall'introduzione della “casa dell'acqua” - una delle oramai diffuse
colonnine che, prima dell’avvento delle tecniche di purificazione e
filtrazione dell’acqua, a Milano, si chiamavano “Vedovelle” - per fare
anche il punto dei consumi, e quindi, dei risparmi introdotti col nuovo
distributore pubblico di acqua potabile. "Nel primo anno di erogazione
dell’acqua pubblica attraverso la casa comunale dell’acqua “Rubinotto”
sono stati erogati da luglio 2012 a luglio 2013 - 91.225 litri - spiega
Gianpetro Ballardin. Un buon risultato che penso vada incrementato per
diverse valide ragioni. Una prima motivazione consta nel risparmio
ambientale che vede una riduzione consistente di plastica pari alla
quantità di litri erogati. Pensate: 91.255 bottiglie di plastica in
meno, ma non solo”. Qui, difatti, cominciano i calcoli del sindaco, che
dimostrano quanto si consuma per avere l'acqua in bottiglia.
"Per trasportare 15 tonnellate, che corrispondono a 10.000 bottiglie d’acqua da 1,5 litri
- spiega Ballardin - , un camion consuma 1 litro di gasolio ogni 4 km
(25 litri ogni 100 km). Ipotizzando una percorrenza media di 1.000 km,
tra andata e ritorno il consumo di gasolio ammonta a 250 litri, ovvero
250.000 cm3 che, divisi per 10.000 bottiglie corrispondono a 25 cm3 di
gasolio per bottiglia.
Moltiplicando 25 cm3 per 240 si deduce che il consumo giornaliero
pro-capite di 1 litro di acqua in bottiglia comporta un consumo di 6
litri di gasolio all’anno.
A questi 6 litri vanno aggiunti i consumi di gasolio dei camion che
trasportano le bottiglie di plastica vuote dalla fabbrica che le produce
all’azienda che imbottiglia l’acqua e dei camion della nettezza urbana
che le trasportano dai cassonetti agli impianti di smaltimento;
Una
famiglia di quattro persone spende quindi ogni anno da 320 a 720 euro e
fa bruciare almeno 32 litri di combustibili fossili per bere acqua in bottiglie di plastica
invece dell’acqua potabile che sgorga dall’acquedotto del proprio paese
e che 3 volte filtrata viene distribuita dalla casa dell’acqua posta a
fianco del comune di Brenta.
Evidentemente così facendo si pensa di ottenere vantaggi superiori ai
costi economici che sostiene e ai danni ecologici che genera. Dal punto
di vista chimico e batteriologico questi vantaggi non ci sono. Dal punto
di vista organolettico possono esserci se l’acqua distribuita
dall’acquedotto e che utilizziamo attraverso il nostro rubinetto è
troppo clorata. Ma è proprio per toglierle il sapore del cloro e per
renderla più gradevole che abbiamo deciso di installare la casa
dell’acqua che ha 8 sistemi di distribuzione e utilizza diversi sistemi
di filtrazione: meccanica, addolcimento, microfiltrazione, osmosi
inversa, rivitalizzazione, lampade UV".
Poi la questione legata ai costi. "Proviamo a fare un calcolo economico
prendendo a riferimento una media di 0,25 centesimi/ litro - conclude
Ballardin - , il costo dell’acqua sui nostri consumi di minimo costo
sull’acquisto al supermercato, e una media di 0,08 centesimi/ litro, il
costo medio di quanto erogato dal distributore del comune di Brenta.
Ne ricaviamo un risparmio sul totale a carico delle famiglie di 2/3
rispetto a quanto pagato nell’acquisto a costo minimo in un qualsiasi
supermercato della provincia compresi i costi pur ridotti di un discount
.
Esempio:
- 1 litro al giorno a famiglia per 365 giorni/anno a 0,25 c/lt.
comperati al supermercato con bottiglie in plastica. Costo totale: 91,25
euro/anno.
- 1 litro al giorno a famiglia per 365 giorni/anno a 0,08 c/lt.
erogati dalla casa dell’acqua comunale e provenienti dall’acquedotto.
Costo totale: 29,2 euro/anno.
Le donne di una volta erano costrette a fare la fatica di portare a
braccia l’acqua in casa. La loro non era una scelta. Oggi le persone che
fanno questa fatica, non vi sono costrette. La loro è una scelta e il
passaggio dalla costrizione alla libertà di scelta è un pezzo di
progresso. L’acqua che portavano a casa era attinta dalla falda idrica e
dalle fontane. L’acqua in bottiglia che si porta a casa oggi dai
supermercati viene da centinaia, o migliaia di chilometri di distanza.
Ha un costo di trasporto e consuma fonti fossili, che emettono CO2,
ossidi di azoto (Nox) e polveri sottili (pm 10), incrementando l’effetto
serra e inquinando l’aria”.
Fonte: VareseNews articolo di Andrea Camurani
"Sulla sua pelle scorreva acqua quasi a coprirlo come una veste intangibile e fresca".
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