Lago di Garda, 25 luglio 2020
comunicato stampa
Urgente ritornare a un progetto unitario che metta al centro la tutela del Lago
Legambiente: “Se il Lago è uno, perché Lombardia e Veneto continuano a procedere in ordine sparso?”
SCARICA QUI LO SCHEMA DELLA SITUAZIONE ATTUALE
Il lago di Garda costituisce un patrimonio idrico, economico e ambientale fondamentale non solo per la Lombardia o il Veneto, ma a livello italiano ed europeo. Un patrimonio già oggi gravato sia dagli effetti dei cambiamenti climatici, sia dalle numerose pressioni antropiche che insistono su di esso – dal turismo di massa agli episodi di inquinamento ai prelievi idrici per scopi industriali e agricoli. Le acque del lago non conoscono confini amministrativi, regionali o provinciali che siano, e per questo Legambiente da sempre sostiene la necessità di una valutazione unitaria e la condivisione di tutti i piani e i progetti che possono avere ricadute a livello ecosistemico e/o di area vasta.
Tra i progetti oggi centrali per il bacino del Garda, c’è sicuramente quello del rifacimento del collettore fognario,
un’opera che dovrà sostituire l’impianto esistente, e che fin
dall’inizio ha dimostrato i propri limiti sia per la scelta di raccolta
di acque miste (bianche e nere), sia per l'infelice collocazione
prevalentemente sulle rive. Ma il progetto di rifacimento è purtroppo
ancora denso di criticità: a tutt’oggi solo sulla sponda veneta è stato elaborato e approvato il progetto definitivo, mentre sulla sponda bresciana è
ancora nella fase di studio del progetto di fattibilità preliminare. Ma
le due sponde sono inscindibilmente legate tra loro, dato che anche la
raccolta e la depurazione delle acque miste bresciane sono convogliate
nell'impianto di depurazione di Peschiera, realizzato
unitariamente dai Consorzi veronese e bresciano. Questo vuol dire che
l’attuazione del progetto veronese, da poco approvato, continuerà a
mantenere in vita anche quegli aspetti – collettori sublacuali e
raccolta dei reflui misti – che in teoria erano i principali e
irrinunciabili elementi critici richiamati per motivare la necessità del nuovo impianto di collettamento. Francamente non se ne comprende la logica e il senso
“Legambiente con i suoi circoli sul
territorio da anni lavora per ottenere una progettualità unitaria e si è
da tempo esposta in prima fila a sostegno della necessità di un nuovo
sistema di depurazione, dichiarandosi disponibile a discutere e lavorare
per ricercare le migliori soluzioni atte a garantire non solo le
migliori tecnologie disponibili, ma anche per promuovere sul territorio
la partecipazione e la condivisione di un progetto di tale portata” dichiarano Chiara Martinelli, presidente del Circolo di Verona e Cristina Milani del Circolo per il Garda di Sirmione. . Il
nuovo impianto di collettamento è, infatti, una grande occasione per
promuovere un nuovo corso e una nuova vita al lago di Garda, con
proposte e impegni che coinvolgano tutti i livelli istituzionali.
Rimaniamo convinti che sia indispensabile:
- sostenere e promuovere la redazione di un progetto unitario per
il nuovo impianto di collettamento per la costa veneta e lombarda,
sottoposto a un processo di Valutazione di Impatto Ambientale, come
prescrive il Testo Unico dell’Ambiente;
- fare riferimento per tutta la progettazione riguardante il lago di Garda alla Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici,
con particolare attenzione al capitolo riguardante gli “Ecosistemi di
acque interne e di transizione” dove si definiscono i laghi di origine
alpina (come il Garda) soggetti a diverse pressioni: prelievi idrici,
turismo, carichi dei nutrienti ed eutrofizzazione;
- valutare tecnicamente
l’opportunità di utilizzare il solo impianto di depurazione di
Peschiera del Garda per soddisfare le esigenze di depurazione delle
acque reflue veronesi e bresciane, iniziando a praticare la separazione delle acque bianche e nere nei comuni serviti dall’impianto di collettamento. Promuovere di conseguenza la dismissione delle condotte sublacuali;
- coinvolgere nel processo elaborativo anche la regione Trentino Alto Adige, dato che parte del bacino lacustre ricade nella Provincia di Trento;
- introdurre, per tutte le dinamiche che coinvolgono il Garda, il concetto di "limite".
Il nuovo impianto di collettamento non deve in alcun modo essere il
veicolo per proseguire con gli stessi modelli di sviluppo fin qui
adottati che hanno sottratto suolo e ambiente. Il suolo è prezioso e non
rinnovabile, limitato e finito;
- promuovere uno studio approfondito sulla fascia perilacuale che
ne preveda la parziale rinaturalizzazione e il conseguente spostamento
di ogni tipo di impianto al di sopra delle rive. Gli habitat costieri
contengono molti elementi naturali che si intrecciano con l'ecosistema
lacustre per formare una rete ecologica. La vegetazione, i sedimenti e
il detrito giocano un ruolo importante nei cicli vitali dei pesci e
della flora e fauna costiera e permette l'abbattimento dei carichi di
fosforo e azoto;
- valutare lo stato di salute dei corsi d’acqua che scendono a lago, promuovendo periodici prelievi delle loro acque per verificare la presenza di inquinanti, organici e non, per permettere di individuare eventuali scarichi abusivi o
mancati allacciamenti alla rete fognaria locale. L’obiettivo in capo
alle amministrazioni locali sarà quello di fornire reti adeguate per la
raccolta separata delle acque nere da veicolare nel nuovo collettore,
promuovendo una riforma dei regolamenti edilizi che privilegino ed
incentivino la realizzazione di vasche per la raccolta delle acque
piovane con il loro riutilizzo sul posto per i servizi sanitari e per
l’irrigazione;
- istituire un Osservatorio Interregionale per il Garda,
che riunisca tutti gli attori del territorio, da quelli istituzionali
alle associazioni accreditate, con compiti di tutela dell'ecosistema e
di promozione di attività scientifica e di ricerca a supporto dei
decisori per la formulazione di proposte idonee alla valorizzazione del
territorio gardesano. Dovrà, inoltre, comunicare e rendere partecipi le
popolazioni locali anche predisponendo periodicamente un rapporto
sull’ambiente e sulle politiche per il paesaggio;
- aprire un tavolo sulle criticità e i bisogni del lago nel suo complesso.
“È quindi necessario, proprio per il
valore ambientale, paesaggistico, storico, culturale ed economico che il
lago di Garda riveste, che si giunga al più presto a un nuovo progetto
di collettamento e depurazione in grado di risolvere le criticità
attuali e che sia invece concepito con il massimo rigore e la massima
coerenza avendo come principio cardine la tutela del bacino del Garda e i
suoi ambienti” dichiarano Barbara Meggetto, Presidente di Legambiente Lombardia e Luigi Lazzaro, Presidente di Legambiente Veneto.
______
Ufficio Stampa Goletta dei Laghi 2020
Alessandro Tettamanti| +39 348 3156116 | golettadeilaghi@legambiente.it
Goletta dei Laghi
YouTube
Goletta dei Laghi è una campagna di Legambiente
Nessun commento:
Posta un commento