Roma,
16 luglio 2020
Comunicato stampa
Dal Friuli al Piemonte, attribuite 19 Bandiere Verdi
che premiano pratiche innovative ed esperienze di qualità ambientale e
culturale. 12 quelle Nere che segnalano le lacerazioni del tessuto
alpino
Dalla
piattaforma per trovare manodopera agricola in modo trasparente alle
speculazioni sui fondi destinati al sostegno della pastorizia di
montagna: meriti e demeriti di comunità e amministratori nella tutela
degli ecosistemi alpini, essenziale nella ricerca di un nuovo equilibrio
uomo-ambiente
Una
piattaforma per trovare manodopera agricola in modo rapido e
trasparente contro la piaga del caporalato, un gregge di capre
giardiniere, classi elementari di robotica, percorsi lenti adottati come
stile di vita da intere comunità, arte contemporanea per il recupero di spazi dismessi
e accoglienza diffusa contro lo spopolamento di valli e borghi
fantasma. Ma anche nuove speculazioni sui fondi della Politica agricola
comunitaria (PAC) per il sostegno alla pastorizia in montagna,
discariche di rifiuti speciali realizzate vicino a parchi naturali,
modifiche peggiorative di leggi sulla caccia a scapito di specie in
declino o minacciate a livello globale. Sono alcune delle realtà
premiate dalle Bandiere Verdi e segnalate dalle Bandiere Nere 2020, raccontate nel nuovo rapporto di Carovana delle Alpi di Legambiente,
che anche quest’anno ha assegnato i suoi vessilli ad attività
imprenditoriali, associazioni, comunità, consorzi, Comuni e Regioni
dell’arco alpino distintisi in positivo e in negativo in tema di
sostenibilità. Non più semplici frammenti di montagna, ma tasselli di un
mosaico ben più ampio e variegato che, di anno in anno, si arricchisce
di esperienze da cui ripartire o, al contrario, da cui affrancarsi nella
ricerca di un equilibrio-uomo ambiente mai percepito così tanto
fondamentale come in questo particolare momento storico.
Ben 19 le Bandiere Verdi che hanno premiato pratiche innovative ed esperienze di qualità ambientale e culturale dei territori, due in più rispetto allo scorso anno; 12 (quattro in più rispetto al 2019) le Bandiere Nere
che segnalano le lacerazioni del tessuto alpino, caratterizzate spesso
da scelte anacronistiche dietro cui si celano controversi interessi
economici o modelli lontani da quell’idea di sviluppo sostenibile chiave
imprescindibile per immaginare il futuro. Nel complesso, le bandiere
sono così distribuite: una Verde in Liguria; cinque Verdi e tre Nere in Piemonte; una Verde e una Nera in Valle d’Aosta; quattro Verdi e due Nere in Lombardia; due Verdi e due Nere in Trentino Alto Adige; due Verdi in Veneto; quattro Verdi e quattro Nere in Friuli Venezia Giulia.
“Negli
ultimi cinquant’anni ci siamo allontanati troppo dalla materialità
degli ecosistemi, così come dal bisogno di bellezza e di ritmi che ci
sono propri. Difficile non accorgersene dopo l’esperienza del
Coronavirus – osserva Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente –
Eppure, proprio una maggiore attenzione agli equilibri naturali
ridurrebbe il rischio di fenomeni come il dissesto idrogeologico o la
possibilità di contrarre epidemie, e mitigherebbe gli impatti dei
cambiamenti climatici, che sulle Alpi mostrano i loro effetti più
drammatici ed evidenti. Il variegato paesaggio delle nostre montagne,
dalle foreste ai pascoli ai terreni coltivati, ben si presta a una
ricerca dell’equilibrio uomo-ambiente oggi più che mai avvertito come
fondamentale: l’arco alpino ci offre straordinarie opportunità ed esempi
di gestione virtuosa, recupero e valorizzazione dell’esistente da
cogliere e praticare al più presto”.
“Come
da tradizione, anche per il 2020 abbiamo individuato diverse buone
pratiche di una montagna in cambiamento, stigmatizzando situazioni che
continuano ad allarmare per i danni arrecati all’ambiente e allo
sviluppo di territori che meriterebbero una gestione più in linea con le
peculiarità dei luoghi, in un’ottica sostenibile dal punto di vista
ambientale, socio-culturale, economico – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente
– Purtroppo dobbiamo rilevare che, accanto alle Verdi, anche le
Bandiere Nere quest’anno sono in crescita, esempio di inefficienze,
trascuratezza e sciatterie nelle scelte politiche, ma anche d’incapacità
nel produrre visioni al passo coi tempi. Al contrario, il nostro
vessillo green premia uno spaccato di territorio dinamico, dal
significato ancor più pregnante in questo periodo: realtà che puntano su
innovazione, riduzione delle emissioni CO2, condivisione di
spazi e idee, meritevoli per la grinta nell’affrontare situazioni non
facili e per la volontà di esprimere visioni aperte e ottimistiche”.
Le Bandiere Verdi 2020.
Tra le buone pratiche insignite della Bandiera Verde, ci sono la prima
piattaforma per trovare manodopera agricola in modo rapido e
trasparente, del progetto Humus Job dell’associazione MiCò e Banda Valle Grana (CN), che mira a combattere caporalato e lavoro grigio; ma anche la determinazione dell’imprenditrice etiope Agitu Idea Gudeta, fuggita dal proprio Paese perché minacciata per il suo impegno contro il land grabbing, che ha fondato l’Azienda La Capra Felice (TN) e alleva capre recuperando terreni demaniali abbandonati; il progetto di rinascita del Comune di Tramonti di Sotto (PN) che passa per l’arte e la rigenerazione urbana contro la marginalizzazione di un antico borgo fantasma, e quello di Dolomiti Contemporanee (BL) che
grazie all’arte ha riattivato spazi dismessi o inutilizzati,
trasformandoli in luoghi di azione culturale; e ancora, l’esperienza di
didattica innovativa della scuola elementare di Valle Monterosso Grana (CN) che
ha fatto del legame col territorio e dell’utilizzo della robotica in
classe un volano per invertire lo spopolamento di un’intera valle.
Vessillo green anche per il Comune di Pomaretto (TO),
per l’eroico recupero dei vigneti di Ramiè e dei terrazzamenti per la
coltivazione delle viti, tramite fondi derivanti da una quota delle
bollette dell’acqua potabile; l’Associazione Movimento Lento di Roppolo (TO),
che propone il viaggio lento come stile di vita e lo sviluppo di una
rete di percorsi a piedi e in bici, in Italia e all’estero, e consta
anche di una Scuola e di una Casa del Movimento Lento, rifugio per
viandanti lungo la via Francigena e il Cammino di Oropa; l’ecomuseo del Cusio e del Mottarone in rappresentanza della Comunità del Cusio (VB),
impegnata, attraverso il Contratto di lago, nel ripristino delle
migliori condizioni possibili del lago d’Orta e nella valorizzazione
storica e culturale dei “luoghi del lago”.
Premiate poi le Giunte regionali valdostane in carica dal 2014 a oggi per
la realizzazione del percorso escursionistico sostenibile “Cammino
Balteo”, sentiero ricco di emergenze storico-architettoniche che
attraversa 48 comuni nell’ambito del progetto strategico “Bassa Via
della Valle d’Aosta”; la Filiera del Pane bergamasca (BG)
per la capacità di costruire inclusione e collaborazione con un
progetto di filiera corta lungimirante e resiliente che valorizza le
produzioni cerealicole biologiche delle Valli Bergamasche; il bio-distretto Valle Camonica (BS),
per il progetto “Coltivare Paesaggi Resilienti” che ha dato vita a una
rete di piccoli produttori con forte connotazione comunitaria e permesso
il recupero di terreni abbandonati valorizzando la fertilità naturale
del suolo e il consumo di prossimità, consentendo anche a forni e mulini
di tornare a vivere insieme al sapore dei vecchi grani seminativi di media montagna; il Parco delle Orobie Valtellinesi (SO)
per l’impegno nel ripristino dell’ambiente naturale e l’incremento
degli habitat in un sito di importanza comunitaria, conseguente allo
smantellamento di un impianto sciistico abbandonato; il Comune di Lecco (LC) per
le sue iniziative volte a un turismo sostenibile, lo smantellamento di
un comprensorio sciistico e la valorizzazione della mobilità verso la
montagna, resa accessibile i mezzi pubblici.
Bandiera Verde al Condominio di Comunità di Colletta di Castelbianco (SV), sorto
all’interno di un antico borgo medievale tornato a vivere grazie
all’ospitalità diffusa e alla condivisione sostenibile degli spazi,
modello di sintesi tra tutela ambientale e potenzialità tecnologiche;
all’Azienda per il Turismo Valsugana Lagorai (TN), per la
promozione di un turismo rispettoso dell’ambiente – dal progetto
“Vacanze in Baita” alla valorizzazione degli alpeggi con l’iniziativa
“Adotta una mucca” – e l’ottenimento della certificazione GSTC; all’Azienda agricola ‘La Calendula’ di Lisa Cantele (VI)
e del padre Antonio, per la ricerca antesignana e la divulgazione (fin
dagli anni ’80) sull’utilizzo delle erbe medicinali spontanee e la
piantumazione di piante da frutto antiche autoctone, in un territorio
che non ha compreso immediatamente l’importanza dell’agricoltura
biologica; al Consorzio delle Valli e Dolomiti Friulane, che
coniuga valore economico e sociale con rispetto dell’ambiente,
coinvolgendo realtà produttive, istituzioni e residenti in un modello
che conta 25 aziende agricole, zootecniche e forestali, attento a
formazione, inclusione e cura del paesaggio.
Riconoscimento verde anche per il Comune di Pinzano al Tagliamento (PN)
per gli interventi di manutenzione e ripristino del paesaggio che
permesso di valorizzare siti d’interesse storico, attraverso ad esempio
la bonifica da vegetazione aliena, l’impiego di capre “giardiniere” per
mantenere la condizione di prato, l’installazione di panchine
(recuperate da bancali di scarto) in posizione strategica sui colli di
Pinzano. Infine la rete di imprese Abete bianco del Friuli - “FriûlDane”,
che aggrega otto imprese della filiera bosco-legno per valorizzare
prodotti in abete bianco in una logica di cooperazione, economia
circolare e alta sostenibilità ambientale: un progetto pilota di filiera
“efficiente”, con ridotte emissioni di CO2.
Bandiere Nere 2020.
C’è poi “l’altro versante della montagna”, quello meno virtuoso,
segnalato con le Bandiere Nere, come quella assegnata quest’anno alle Giunte regionali della Valle d’Aosta e amministrazioni comunali di Issogne e Champdepraz in carica negli anni 2014-2019 per avere autorizzato la realizzazione
di una discarica per “rifiuti speciali non pericolosi” a due passi dal
Parco Naturale del Mont Avic, naturale scrigno di ambienti protetti e
biodiversità montana, con ambienti selvaggi, zone umide, laghi
d’incomparabile bellezza; alla Regione Lombardia, per lo
scarso impegno nell’impedire che gli ingenti sussidi della PAC vengano
assegnati agli allevatori della pianura e dei fondovalle a scapito
dell’allevamento di montagna e della qualità dei pascoli alpini: una
rapina ai danni degli agricoltori di territori svantaggiati e a favore
di grandi aziende di allevamento intensivo; al Comune di Premana (LC)
per avere realizzato in pochi anni, un tratto per volta e senza chiara
pianificazione, numerose strade agro-silvo-pastorali e percorsi d’alta
quota su ripidi versanti: interventi destinati a far crescere il rischio
idrogeologico.
Bandiera Nera assegnata anche al sindaco di Borgo Lares e Giunta della provincia di Trento (TN)
per l’ampliamento dell’area sciistica di Bolbeno, con costruzione di
una nuova seggiovia e raddoppiamento dell’impianto di innevamento
artificiale a 600 m di quota s.l.m.: un investimento da quattro milioni
di euro; al Comune di Cembra Lisignago (TN), per gli interventi che hanno portato alla parziale distruzione di una fascia di praterie umide del lago Santo di Cembra e che, se completati, trasformeranno il lago in una piscina, stravolgendo vegetazione e paesaggio; a Regione Piemonte - Assessorato Agricoltura
per avere sostenuto e approvato modifiche peggiorative alla legge
regionale sulla caccia, favorendo un’esigua minoranza di cacciatori, a
scapito di cittadini, ambiente e diverse specie in declino o “minacciate
a livello globale”; Regione Piemonte - Assessorato ai Trasporti,
per la non intenzione di riattivare il servizio ferroviario sulla linea
Pinerolo-Torre Pellice, nonostante il ripristino sia sostenibile e la
regione abbia già impiegato le somme necessarie al riavvio; al Comune di Verbania (VB) per avere avallato il progetto di trasformazione della piana
alluvionale di Fondotoce, limitrofa alla Riserva Naturale Speciale di
Fondotoce, con la costruzione di impianti ludico-sportivi e aree
parcheggio: un pesante intervento strutturale finalizzato al turismo di
massa in un crocevia di aree protette.
Spostandosi in Friuli, la Bandiera Nera va all’amministrazione comunale di Pontebba per il sostegno a un progetto privato di sfruttamento idroelettrico del fiume Fella, celebrato,
specie un tempo, per il colore delle sue acque: la centrale
allontanerebbe definitivamente l’obiettivo di qualità ecologica previsto
dalla direttiva acque; alla Parrocchia di Zuglio e al Ministero dei Beni Culturali, per
la mancata tutela del Colle e della Pieve di San Pietro, interessate da
opere e d’interventi privi di specifica autorizzazione in un sito
vincolato dalla Soprintendenza alle Belle Arti, e segnalati da
Legambiente. Vessillo nero al Servizio Idraulica della Regione FVG, per
i recenti interventi “urgenti” di “protezione civile” sui corsi d'acqua
montani, in particolare sul bacino del Tagliamento, eseguiti senza
passare il vaglio di uno screening ambientale, con estirpazione, ad
esempio, di ogni tipo di vegetazione; in ultimo, alla Direzione Centrale Risorse Forestali della Regione FVG, per
i progetti di strade forestali spesso ingiustificate e pesantemente
impattanti su luoghi di grande interesse naturalistico, che rischiano di
compromettere la stabilità dei versanti, di comportare notevoli spese
per la manutenzione, interferire con sentieri esistenti e banalizzare il
paesaggio.
Qui disponibile il rapporto completo: https://bit.ly/2CGAoVO
L’ufficio stampa di Legambiente: Valentina Barresi 346 2308590 - Alice Scialoja 339 3945428
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