Milano,
16 aprile 2019 – Tutti si aspettavano che, nella seduta odierna, il
Consiglio Direttivo del Parco Agricolo Sud Milano (PASM) avrebbe
approvato la delibera che propone, all’interno del perimetro del Parco, i
confini del Parco Naturale Regionale, la cui istituzione consentirebbe
il riconoscimento del PASM da parte del Ministero dell’Ambiente. Un
adempimento atteso da quasi vent’anni e che aprirebbe le porte a
possibili finanziamenti nazionali.
Invece, inaspettatamente, l’approvazione della delibera verrà rinviata a data da destinarsi.
Anche
se non ci sono pronunciamenti ufficiali, appare chiaro che il blocco
arriva da indecisioni e tentennamenti da parte di alcuni sindaci molto
ascoltati nelle stanze di Palazzo Isimbardi.
Sulla base della legge regionale, il Piano Territoriale del PASM (approvato il 3 agosto del 2000) impone di istituire, all’interno del suo perimetro, il Parco Naturale Regionale, un’area più ristretta (8.700 ettari sui 47.000 dell’intero Parco Sud) nella quale è istituito un maggiore regime di tutela, tra cui il divieto di caccia. Quasi tutti gli altri parchi regionali l’hanno già fatto negli anni scorsi, e quindi il Parco Agricolo Sud arriverebbe da buon ultimo.
Dopo quasi diciannove anni di inadempienza finalmente - nel dicembre 2017, sotto la spinta determinata dalla sua presidente Michela Palestra – il Parco avviò la procedura. Da allora è partito un complicato lavoro: elaborazione di una prima proposta di perimetro, presentazioni e discussioni in numerosissimi incontri con sindaci, associazioni agricole e singoli agricoltori, associazioni ambientaliste, cacciatori e pescatori; quindi raccolta di osservazioni ed elaborazione di una seconda proposta di perimetro per finire con nuove consultazioni con tutti i portatori di interesse.
Ora tutto sembrava pronto: il Consiglio Direttivo avrebbe dovuto approvare la proposta che successivamente dovrà passare dall’Assemblea dei sindaci e dal Consiglio Metropolitano, e quindi in Regione per l’approvazione definitiva.
Invece si rinvia: il Consiglio Direttivo e in particolare la sua presidente assecondano l’inerzia di Città Metropolitana, ente gestore del Parco Agricolo Sud Milano.
Sulla base della legge regionale, il Piano Territoriale del PASM (approvato il 3 agosto del 2000) impone di istituire, all’interno del suo perimetro, il Parco Naturale Regionale, un’area più ristretta (8.700 ettari sui 47.000 dell’intero Parco Sud) nella quale è istituito un maggiore regime di tutela, tra cui il divieto di caccia. Quasi tutti gli altri parchi regionali l’hanno già fatto negli anni scorsi, e quindi il Parco Agricolo Sud arriverebbe da buon ultimo.
Dopo quasi diciannove anni di inadempienza finalmente - nel dicembre 2017, sotto la spinta determinata dalla sua presidente Michela Palestra – il Parco avviò la procedura. Da allora è partito un complicato lavoro: elaborazione di una prima proposta di perimetro, presentazioni e discussioni in numerosissimi incontri con sindaci, associazioni agricole e singoli agricoltori, associazioni ambientaliste, cacciatori e pescatori; quindi raccolta di osservazioni ed elaborazione di una seconda proposta di perimetro per finire con nuove consultazioni con tutti i portatori di interesse.
Ora tutto sembrava pronto: il Consiglio Direttivo avrebbe dovuto approvare la proposta che successivamente dovrà passare dall’Assemblea dei sindaci e dal Consiglio Metropolitano, e quindi in Regione per l’approvazione definitiva.
Invece si rinvia: il Consiglio Direttivo e in particolare la sua presidente assecondano l’inerzia di Città Metropolitana, ente gestore del Parco Agricolo Sud Milano.
"Il
mancato consenso di alcune associazioni di categoria degli agricoltori
sta frenando alcuni sindaci che evidentemente hanno chiesto a Città
Metropolitana di rinviare le decisioni – dichiara Paolo Lozza, membro del Consiglio Direttivo indicato dalle associazioni ambientaliste –
ma tutti sanno che il rinvio a dopo le elezioni significa gettare al
vento il lavoro di un anno e mezzo e archiviare definitivamente il
progetto. Il mancato consenso di Coldiretti e di Confagricoltura è “un”
problema ma non è “il” problema. D’altra parte gli agricoltori,
trent’anni fa, erano assolutamente contrari all’istituzione del Parco
Sud, salvo oggi ammettere che l’esistenza del Parco li ha salvati
dall’urbanizzazione selvaggia che avrebbe fatto chiudere le loro
aziende. - continua Lozza - Evidentemente i giovani dirigenti degli
agricoltori di oggi sono miopi tanto quanto i loro predecessori.
Dispiace che la presidente del Parco che, a differenza di precedenti
presidenze opache e a volte pericolose, aveva fin qui condotto bene il
Parco e aveva avviato e sviluppato egregiamente il progetto di Parco
Naturale, stia cedendo a logiche che paiono autolesioniste."
Associazione Parco Sud
FAI
Italia Nostra Milano Nord Cintura Metropolitana
LIPU
Legambiente Lombardia
WWF
FAI
Italia Nostra Milano Nord Cintura Metropolitana
LIPU
Legambiente Lombardia
WWF
Referente Paolo Lozza, tel. 3349206894
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