Sabato 8 ottobre si è tenuto a Milano in via Vida 7 un incontro
dei circoli dell'arco alpino convocato da Vanda Bonardo,
responsabile nazionale Alpi di Legambiente. Presenti i circoli della Valle d'Aosta,
del Piemonte, del Veneto, del Trentino, del Friuli Venezia Giulia e
il regionale della Lombardia. Assenti Liguria e Alto
Adige.
I racconti dei circoli, documentati e illustrati da fotografie, hanno messo a fuoco la situazione sempre più grave dei torrenti e dei fiumi alpini a causa del proliferare di richieste di minicaptazioni a scopo idroelettrico. Valli la cui bellezza e attrazione turistica è strettamente legata al torrente che vi scorre, vengono prosciugate per le molteplici e successive captazioni che raccolgono l'acqua nelle tubazioni. Interi versanti vengono sventrati per far posto alle strutture delle centraline e alle strade di servizio. E sempre più vengono concesse deroghe che consentono di ridurre la quantità già molto scarca del DMV (deflusso minimo vitale).
I racconti dei circoli, documentati e illustrati da fotografie, hanno messo a fuoco la situazione sempre più grave dei torrenti e dei fiumi alpini a causa del proliferare di richieste di minicaptazioni a scopo idroelettrico. Valli la cui bellezza e attrazione turistica è strettamente legata al torrente che vi scorre, vengono prosciugate per le molteplici e successive captazioni che raccolgono l'acqua nelle tubazioni. Interi versanti vengono sventrati per far posto alle strutture delle centraline e alle strade di servizio. E sempre più vengono concesse deroghe che consentono di ridurre la quantità già molto scarca del DMV (deflusso minimo vitale).
La presenza di Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente
nazionale, e di Giorgio Zampetti, responsabile scientifico, ha
dimostrato l'importanza data all'incontro e, forse con qualche ritardo,
l'attenzione del nazionale per il problema che è sentito soprattutto al
nord. I circoli, in collaborazione con i comitati e le associazioni
locali in particolare dei pescatori, stanno facendo un grande lavoro di
ricognizione, documentazione, sollecitazione delle amministrazioni, e
infine anche ricorsi.
Costanza Panella, del circolo Lario Orientale ha evidenziato che anche in Lombardia abbiamo le stesse problematiche e
riferendosi alla Valvarrore segnala l'organizzazione di eventi a difesa dei torrenti e l'assegnazione per due
volte la Carovana delle Alpi della bandiera verde ai due
Comitati attivi nella valle. Quali
risultati? Una maggior attenzione dei tecnici della Provincia
nell'esaminare le domande con la richiesta delle necessarie
integrazioni, e l'abbandono da parte dei richiedenti di due domande,
quella sul torrente Varroncello e quella nella Val Marcia, almeno
per ora.
Legambiente Lombardia ha evidenziato che vanno affrontate
due categorie di problemi legate alle Grandi derivazioni
(scadenza delle concessioni, assenza di miglioramento tecnologico e
scarsa manutenzione degli impianti, incidere sui contenuti dei bandi
di gara, per es. compensazioni territoriali) e Piccole
derivazioni (problema degli incentivi, impatti ambientali
soprattutto in ambito montano, impossibilità di controlli capillari,
assenza di potenziale miglioramento tecnologia). Sono stati forniti
alcuni dati: attualmente in Regione esistono 71 impianti di
Grande Derivazione per una potenza nominale annua concessa di
circa 1224 MW e 646 impianti di Piccola Derivazione
per una potenza nominale media annua concessa di 277 MW. A
fronte del numero impressionante, i piccoli impianti rappresentano
il 22% della potenza nominale regionale. Molto meno in termini di
produzione effettiva poichè si tratta di installazioni su torrenti
montani che assicurano portate adeguate per limitati periodi
dell'anno.
Legambiente Lombardia ritiene che il settore
dell'idroelettrico, (piccolo e
grande), non necessita di incentivi. Questo perchè non esiste nè un interesse strategico
nazionale all'ulteriore sviluppo di questa produzione nè un margine
di miglioramento tecnologico per cui sostenere lo sviluppo e la
ricerca. Può avere senso incentivare applicazioni innovative in
contesti particolari, che richiedono accorgimenti tecnici non banali
(es. canali irrigui, fognature) ovvero sostenere finanziariamente le
realizzazioni in contesti marginali laddove l'utilizzo idroelettrico,
magari off-grid, può essere vantaggioso rispetto alla connessione
alla rete o offrire delle garanzie di integrazione a fronte di rischi
di discontinuità. Se delle politiche di sostegno (non
necessariamente di carattere economico) al settore devono essere
impostate, queste devono guardare al revamping, alla messa in
sicurezza, alla riorganizzazione dei grandi impianti esistenti.
I responsabili nazionali
sono venuti principalmente per ascoltare e cercare insieme un
metodo di lavoro capace di affrontare il problema. La
discussione tra loro e i circoli presenti è stata
serrata. Da un lato la sofferenza e l'impotenza di chi vede
offeso il territorio in modo per di più antieconomico e dall'altro
la difficoltà di chi ha il compito di interloquire con il Governo.
Edoardo Zanchini ha più volte ripetuto che la strada non è quella di
eliminare gli incentivi (su cui si viene liquidati
dall'interlocutore governativo), ma quella di impedire che si
approvino i progetti sbagliati e quindi occorrono disposizioni
legislative sia a livello nazionale sia a livello regionale. Ma per
questo occorre dare maggiore visibilità al problema.
Le 4 ore previste sono passate velocemente e così si è dovuto
chiudere in fretta lasciandosi con l'impegno di stare in rete e
continuare senza interruzioni la discussione e la collaborazione tra
i circoli alpini e il nazionale.
Si ringrazia il circolo Lario Orientale per l'ottima sintesi dell'incontro
Vai al documento di Legambiente Lombardia
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