Brescia, 13 marzo 2015 Comunicato
stampa
All'appello
aderiscono esperti e analisti di
trasporti, Coldiretti, Confagricoltura e amministratori locali
di Lombardia e
Veneto
Rallentiamo
la corsa dell'alta velocità da Milano a Venezia: andando
troppo in fretta
rischiamo di perdere Brescia e il Garda. Legambiente prende carta e penna e
scrive ai ministri dello
Sviluppo Economico e dei Trasporti alla vigilia
dell'approvazione del progetto
di collegamento AV tra Rovato e Verona: 80 km di ferrovia ad
alta velocità, con
un costo che facilmente supererà i 4 miliardi di euro, ma che
alla Lombardia fa
un grave danno, saltando il capoluogo bresciano e il distretto
turistico
gardesano, che perderebbero la gran parte dei collegamenti
ferroviari veloci.
Infatti da Rovato a Verona la linea AV si svilupperebbe su un
tracciato
indipendente dalla linea storica, saltando del tutto la stazione
ferroviaria di
Brescia e i suoi collegamenti alle altre reti ferroviarie e ai
servizi di
mobilità collettiva. Il progetto compie una scelta davvero
radicale: la fermata
bresciana dei treni veloci sarà realizzata ex novo nella
campagna di
Montichiari, a servizio di un aeroporto fantasma, a 10 km dal
centro cittadino.
Nel farlo, la ferrovia compie un ampio giro tuffandosi nei campi
coltivati
della pianura bresciana che verranno devastati dai cantieri, e
poi si immerge
nei colli del Garda, per macinare decine di ettari di
pregiatissimi vigneti del
Lugana.
“E' un non-senso
di esercizio ferroviario
- commenta Dario
Balotta, responsabile
trasporti di Legambiente Lombardia - su una direttrice già
congestionata e
che potrebbe non poter accogliere i treni merci provenienti
dalla linea
internazionale del Brennero, si sceglie di stendere due coppie
di binari
riservati a treni veloci che vengono da Milano ma non si capisce
dove vadano,
visto che saltano destinazioni fondamentali come Brescia e il
Garda. Così
avremo due linee, una per i viaggiatori 'normali',
ipercongestionata e sempre a
rischio di blocco, e una veloce per pochissimi e facoltosi
viaggiatori veloci,
ancora meno di quelli che oggi usano la sottoutilizzata linea AV
Milano-Torino”.
Il progetto di
alta velocità si traduce
in un enorme sproporzione tra costi (economici ed ambientali) e
benefici?
Legambiente ne è convinta, ma non è sola: infatti alla
lettera-appello rivolta
al governo per la modifica del progetto hanno aderito gli
agricoltori di
Coldiretti e Confagricoltura, gli amministratori dei centri
interessati, ma
anche le firme di esperti di trasporti delle università lombarde
come il
Politecnico di Milano (Marco Ponti, Antonio Laurino, Renato
Pugno, Raffaele
Grimaldi), lo IULM (Paolo Beria), la Cattolica (Andrea Boitani),
l'Università
di Bergamo (Giorgio Ragazzi), gli Istituti di ricerca dei
trasporti TRT(Silvia
Maffii, Patrizia Malgieri), Polinomia (Alfredo Drufuca),
Ambiente Italia (Mario
Zambrini), oltre a personalità della politica bresciana. La
proposta
alternativa, rappresentata dal raddoppio della linea storica,
fermando a
Brescia e sul Garda e viaggiando a velocità più basse (240 km/h,
come la rete
veloce in Germania), è reputata da tutti molto più performante
per tutte le
tipologie di treni, oltre ad essere molto meno costosa e
impattante sul
territorio.
“L'alta velocità
tra Milano e Venezia è
un costosissimo lusso che il sistema delle città del Nord Italia
non deve
permettersi - dichiara Damiano
Di Simine
presidente di Legambiente Lombardia e primo firmatario
dell'appello - Non
serve una linea a 300 all'ora per collegare città di media
grandezza che
distano tra i 50 e i 70 km, ciascuna delle quali è
un'imprescindibile destinazione
di traffico passeggeri e merci. Il treno deve essere senza
dubbio un mezzo più
veloce, ma soprattutto più affidabile, puntuale e confortevole
rispetto ad
oggi, per tutte le categorie di utenza: è questa la condizione
affinchè la
ferrovia attragga viaggiatori e competa con la mobilità
privata”.
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