Milano,
19 febbraio 2015
Comunicato stampa
Gli scarichi inquinati di 145.000 abitanti della Brianza non
finiranno più nel
torrente che sfocia nel sottosuolo milanese, ma verranno
depurati dall'impianto
di Pero
E sulle rive del Seveso da domani un’area dismessa in più? Legambiente rilancia la proposta di usare le aree dismesse per il controllo delle piene
E sulle rive del Seveso da domani un’area dismessa in più? Legambiente rilancia la proposta di usare le aree dismesse per il controllo delle piene
Chiude
un
depuratore del Seveso e, per una volta, non è una cattiva
notizia. Infatti,
dopo anni di problemi e criticità legate alla pessime
prestazioni
dell’impianto, da oggi verrà chiuso uno dei maggiori scarichi
nel
torrente, quasi 2000 mc/h di acque pesantemente inquinate di 9
grandi
comuni della Brianza occidentale (145.00 abitanti tra Varedo,
Bovisio Masciago,
Barlassina, Cesano Maderno, Seveso, Lentate sul Seveso, Meda e
Cabiate) che non
finiranno più nel torrente Seveso, ma confluiranno nel grande ed
efficiente
depuratore di Pero, e da lì nel deviatore Olona.
Per
Legambiente
si tratta di un evento importante: anche se l'intervento non è
certo risolutivo rispetto allo stato pessimo in cui versano le
acque del
torrente, si tratta comunque di un tassello fondamentale della
road map verso
il risanamento, con benefici che saranno evidenti per tutti i
comuni - da
Paderno Dugnano a Milano - attraversati dal corso d'acqua. Più
modesto, ma
apprezzabile, il contributo alla riduzione delle onde di piena
del Seveso: si
tratta, in tempo di pioggia, di una portata di 2100 m3/h che
prenderà un'altra
strada rispetto al corso d'acqua che finisce nello scatolare di
Via Ornato e da
lì al sottosuolo del capoluogo lombardo.
“Questa è una grande opera in cui non ci sono politici accalcati per tagliare nastri davanti alle telecamere dei maggiori network televisivi, ma per una volta è una infrastruttura utile, di quelle che servono davvero al Paese - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - le infrastrutture del sistema idrico sono infatti quelle su cui la Lombardia accusa un maggior ritardo rispetto agli altri territori europei, ma producono più lavoro e più benessere di tante autostrade che devastano il territorio e di cui sappiamo che servono solo a chi le realizza”.
“Questa è una grande opera in cui non ci sono politici accalcati per tagliare nastri davanti alle telecamere dei maggiori network televisivi, ma per una volta è una infrastruttura utile, di quelle che servono davvero al Paese - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - le infrastrutture del sistema idrico sono infatti quelle su cui la Lombardia accusa un maggior ritardo rispetto agli altri territori europei, ma producono più lavoro e più benessere di tante autostrade che devastano il territorio e di cui sappiamo che servono solo a chi le realizza”.
Tra
gli
altri benefici dell'opera, vi sarà quello di allontanare le
sanzioni
dell'Unione Europea per la mancata realizzazione delle opere di
depurazione e
collettamento degli scarichi imposte da una direttiva risalente
al lontano
1991. Ma con la dismissione, l'area del depuratore di Varedo,
oltre tre ettari
di terreno disposti sulle rive del Seveso, rischia di diventare
un'area
dismessa in più, che si somma all'enorme sedime abbandonato
dell'adiacente
stabilimento ex-SNIA. Una dismissione che potrebbe diventare
un'opportunità,
questa sì rilevante sul contenimento delle piene del Seveso, su
cui Legambiente
rilancia una proposta già fatta a suo tempo. “Le aree dismesse
di Varedo
occupano un’estensione di oltre 250.000 metri quadri, a ridosso
del torrente e
in un contesto di saturazione urbanistica pressoché completa. Si
tratta di aree
pesantemente contaminate da decenni di attività dell'industria
chimica, per le
quali la bonifica profonda è sicuramente imprescindibile, ma
possono diventare
una piccola Ruhr brianzola, un parco fluviale in cui realizzare
un grande
progetto di paesaggio post-industriale ove trovino posto anche
interventi per
la moderazione delle piene, restituendo spazio al fiume laddove
oggi giacciono
le strutture del depuratore, creando bacini per il contenimento
delle acque di
piena in grado di dare risposte più efficaci rispetto anche alle
vasche di
Senago. Sicuramente si tratta di interventi molto onerosi,
soprattutto per la
necessità di bonificare i terreni, ma i benefici sarebbero
immensi, per la
comunità di Varedo e per tutti i comuni rivieraschi del Seveso,
Milano
inclusa”.
1 commento:
Aggiungo una nota storica. Il depuratore di Varedo è stato il primo realizzato sul territorio, la Snia Viscosa di Varedo lo ha costruito per depurare le sue acque.
Poi negli anni 80 ha chiuso e ha iniziato a trattare le acque reflue dei comuni di Varedo, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Seveso, Barlassina, Lentate sul Seveso, Meda e Cabiate.
In principio era solo il trattamento primario e poi è stato realizzata la fase secondaria biologica, con la digestione dei fanghi.
Era di competenza del Consorzio di Depurazione delle Acque del Nord Milano. che successivamente ha realizzato tre nuovi depuratori Canegrate, Bresso Niguarda e Pero.
Ora verrà bypassato e le sue acque confluiranno all'impianto di Pero.
Che fare dell'area? Lascio la parola a Damiano Di Simine e ai geolohi competenti.
Gabriele Galbiati
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