Milano,
9 maggio 2013 Comunicato stampa
Legambiente:
“Indecente discutere la quarta proroga
ai comuni per adeguarsi alla legge urbanistica. Basta con le
varianti di
cemento”
Incomincia
oggi il percorso in Consiglio Regionale dei due disegni di
legge, presentati da
maggioranza e Partito Democratico ma sostanzialmente
convergenti, con cui la
Giunta Maroni intende siglare la legge n. 1 del suo quinquennio.
“E se il buon
giorno si vede dal mattino – afferma Legambiente Lombardia -
corriamo ai ripari
perchè già piove cemento”. La commissione territorio infatti
dibatterà oggi,
alle 15.30, della proroga dei vecchi Piani Regolatori Generali
per quei comuni,
non solo piccoli visto che tra loro ci sono città del calibro di
Varese e
Lecco, che a differenza di altri (la maggioranza) non si sono
ancora degnati di
adeguare il loro strumentario urbanistico ai dettami della legge
regionale del
2005, che, per farlo, indicava scadenze perentorie e largamente
scadute. Di fatto,
quella che si inizierà a discutere
oggi è la quarta proroga
che si intende concedere
ai comuni fuori
legge, con casi particolarmente gravi come per i 220
comuni che il loro
Piano di Governo del Territorio (PGT) non l'hanno ancora nemmeno
adottato, e
che quindi hanno ancora di fronte a loro un lungo iter per poter
arrivare ad
approvazione e pubblicazione del loro primo PGT.
Legambiente,
che ha chiesto ma non ottenuto audizione alla presidenza di
commissione,
annuncia battaglia contro una legge che definisce figlia della
cultura del
condono. “In
un campione da noi selezionato di 179 dei comuni privi di PGT,
gli strumenti
urbanistici risalgono mediamente alla seconda metà degli anni
'90 del secolo
scorso, ma ne esiste un buon numero, pari al 13%, la cui carta
urbanistica è un
vero e proprio cimelio risalente agli anni ‘70 e ‘80 - rileva
Paolo Lozza,
responsabile urbanistica di Legambiente
Lombardia - si tratta dunque di piani redatti in anni
in cui si
prospettavano smisurate espansioni urbane, per fortuna in
molti casi
irrealizzate, ma che, se non decadono, costituiscono veri e
propri ordigni
innescati, in grado di spalmare migliaia di ettari di cemento
su quel che resta
delle nostre campagne”.
Ma ciò che spinge Legambiente sul piede di
guerra è la possibilità,
contemplata dai disegni di legge in discussione, che i comuni
inadempienti
possano continuare ad usare impunemente la somma delle facoltà
concesse dai
loro vecchi e dirigisti PRG e dalla attuale legislazione
deregolata, ad esempio
per quanto riguarda le varianti attuative (PII e SUAP). “In
pratica – prosegue Lozza
- sul piano urbanistico, viene
premiata la speculazione immobiliare che si svolge nei comuni
che non si sono
adeguati alla legge regionale, ed è stupefacente che questa
sovversione delle
regole avanzi con disegni di legge simili e convergenti,
presentati sia da
parte della Giunta regionale che dal maggior gruppo di
opposizione. Ancora una
volta riscontriamo come il cemento 'leghi' interessi che non
conoscono confini
etici o di schieramento”.
L’Ufficio
stampa Legambiente Lombardia 02 87386480 – 393 9283998
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