mercoledì 29 agosto 2012

Liquami nel Lambro, c'era una falla nel collettore fognario a Melegnano

Gli accertamenti della polizia provinciale dopo la denuncia di Legambiente. Che punta il dito contro il sistema fognario lombardo, "destinato a collassare se non arriveranno gli investimenti"

Lo sversamento di liquami nel fiume Lambro che ha avvelenato le acque nelle ultime settimane è stata causata dalla rottura di un collettore fognario delle rete comunale a Melegnano,. Lo ha accertato la polizia provinciale dopo una denuncia di Legambiente e un sopralluogo del gestore della rete fognaria, Cap holding, e del Comune. I lavori di ripristino sono già stati avviati. Per l'associazione ambientalista l'inquinamento dell'acqua dei fiumi lombardi è la più grave emergenza ambientale della regione e solo raramente si tratta di atti criminali. Sempre più spesso le disfunzioni sono legate a fogne e collettori sovraccarichi, a depuratori malfunzionanti, alla mancata separazione delle acque bianche, al fatto che nei tubi arrivi di tutto, provocando intasamenti e attivazioni di scolmatori che riversano direttamente nei fiumi le acque luride.

"Sempre di più le vicende di inquinamento ci parlano di un sistema fognario che non regge più e ha bisogno di grandi investimenti - scrive in una nota Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - Se le rotture di una fogna, come in questo caso, possono anche essere eventi accidentali, non è accettabile che a pagarne le conseguenze siano sempre fiumi e laghi, che ricevono liquami e acque luride".

L'analisi di Legambiente è molto critica: "Il sistema fognario della Lombardia è destinato a collassare se non verranno attivati da subito i grandi investimenti necessari a rimettere in sesto il sistema di raccolta e trattamento delle acque di scarico: servono enormi risorse, per decine di miliardi di euro, e interventi che richiederanno sicuramente tempi molto lunghi per essere ultimati, che proprio per questo devono essere avviati al più presto possibile. Questa è la vera, grande priorità per le grandi opere in Lombardia".

Fonte: La Repubblica.it - 28 agosto 2012

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