Milano, 26 Gennaio 2023 - Il 2023 comincia con i grandi laghi prealpini tutti semivuoti,
e questa è una pessima premessa per l’annata agraria che verrà, per gli
agricoltori come per tutti gli utilizzatori della risorsa idrica
lombarda, a partire dagli energetici.
I
cinque grandi laghi che orlano l’arco prealpino lombardo costituiscono,
infatti, un immenso serbatoio idrico utilizzato soprattutto per usi
irrigui, grazie alle grandi opere di sbarramento degli emissari che ne
regolano i deflussi, consentendo di stoccare un volume complessivo di
1,3 miliardi di metri cubi di acqua. L’acqua però scarseggia negli
immissari e, per quanto gli enti regolatori si stiano già sforzando di
limitare i deflussi, gli invasi sono vuoti per tre quarti: secondo i
dati pubblicati dal servizio idrologico di ARPA Lombardia, infatti, il
volume di acqua invasata, e quindi effettivamente utilizzabile per far
fronte ai fabbisogni, è pari a circa 350 milioni di metri cubi,
quando un anno fa, dopo un inizio inverno anche allora avaro di
precipitazioni, c’erano comunque circa 200 milioni di mc di acqua in più
nei grandi laghi. Purtroppo le prospettive, almeno per il momento, appaiono pessime:
non solo il meteo non offre previsioni di precipitazioni importanti, ma
anche i serbatoi che sovrastano i grandi laghi sono in pessima salute.
In rapporto alle medie degli ultimi 15 anni, nei bacini idroelettrici alpini manca oltre il 25% dell’acqua normalmente presente in questa stagione, e anche la neve scarseggia: secondo i modelli di ARPA, in montagna manca l’equivalente sotto forma di neve di 700 milioni di mc di acqua, ovvero oltre il 40% della neve che si dovrebbe trovare sulle Alpi in questa stagione.
Quest’anno
ad essere in sofferenza è anche il Garda, che nella siccità dell’anno
scorso poté intervenire a soccorso delle portate del Po per impedire che
andasse completamente in asciutta, mentre gli altri affluenti venivano
letteralmente ‘tirati a secco’ per alimentare le reti irrigue. La
provvista idrica del Garda nel 2023 non sarà disponibile, e quindi in
caso di siccità si potrà prelevare molta meno acqua dagli altri fiumi,
Ticino, Adda e Oglio in particolare, a meno di scegliere di
desertificare il Polesine.
“Diciamo
subito che non vogliamo guerre dell’acqua a spese dei fiumi. E questo
non soltanto per difendere la biodiversità acquatica, ma anche perché
eccessivi prelievi idrici da monte comporterebbero un danno gravissimo
per gli utilizzatori di valle, e una espansione smisurata del cuneo
salino che comprometterebbe la fertilità di centinaia di migliaia di
ettari coltivati lungo il tratto terminale del corso del Po – dichiara Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia
- L’agricoltura lombarda deve fare affidamento su risorse idriche
sempre più limitate e incerte, perché ormai il cambiamento climatico è
tra noi, e non ci abbandonerà per qualche secolo”.
Legambiente è anche molto perplessa sulle soluzioni ingegneristiche che si prospettano e che dovrebbero attingere dalle risorse economiche del PNRR.
Si tratterebbe di realizzare una miriade di laghetti per trattenere
acque piovane da redistribuire nel momento del bisogno. “Per quanti
laghetti si possano fare in Lombardia, si tratterebbe di volumi irrisori
in rapporto ai miliardi di mc degli invasi già presenti. In Lombardia
non mancano i volumi di invaso, ma l’acqua con cui riempirli! Occorre
avere il coraggio di affrontare un cambiamento profondo
dell’agricoltura, non solo modificando le tecniche irrigue, ma
soprattutto gli ordinamenti colturali. Non si può pensare di affrontare
il cambiamento climatico senza cambiare le colture, anche se ciò
significherà ridimensionare le produzioni che afferiscono alla filiera
zootecnica” conclude Di Simine.
| Capacità invaso, Mmc | Riempimento, Mmc 2022 | Riempimento 2022, % | Riempimento, Mmc 2023 | Riempimento 2023, % |
Verbano | 420 | 101 | 24% | 109 | 26% |
Lario | 250 | 26 | 11% | 52 | 21% |
Sebino | 85 | 24 | 29% | 17 | 20% |
Eridio | 35 | 8 | 23% | 7 | 20% |
Benaco | 515 | 385 | 75% | 165 | 32% |
Totale | 1305 | 544 | 42% | 350 | 27% |
Fonte dei dati: elaborazione Legambiente su dati ARPA Lombardia – servizio idrologico sui dati della seconda decade di gennaio
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