MILANO, 22 FEBBRAIO
2019 COMUNICATO STAMPA
Milano raggiunge i 35 giorni di superamento dei limiti
di legge, seguono Pavia e Cremona
Legambiente: “Bene l'area B a Milano. Servono misure concrete per la
limitazione dell’uso dei diesel e una politica agricola regionale che punti a
ridurre l’impatto ambientale della zootecnia estensiva”
In Lombardia
continua imperterrita l’ascesa dei livelli di polveri sottili nell’aria e il
clima non aiuta, in assenza di precipitazioni: nei prossimi giorni solo i
rinforzi di vento potrebbero portare sollievo all’aria ammorbata della conca
padana, ma per ora siamo a livelli di inquinamento molto superiori a quelli
raccomandati dall’Unione Europea. L’emergenza smog da inizio anno è divenuta
una condizione di ordinaria amministrazione, dimostrando il fallimento del
Piano Aria delle Regioni del bacino padano. L’unica buona notizia viene da
Milano, che da questo fine settimana attiverà la zona B: una misura,
finalmente strutturale, per avviare la road map dell’uscita dal diesel.
Un’azione che purtroppo resta isolata nel panorama padano dove, anzi, le
istituzioni sembrano essere ancora troppo indulgenti con il diesel. Nel recente
incontro a Roma tra le Regioni Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto
insieme ai tecnici del Ministero dell’Ambiente per fare il punto sugli
avanzamenti dell’Accordo per la riduzione dell’inquinamento, è stata paventata
la possibilità di estendere gli incentivi dedicati alla sostituzione di veicoli
commerciali e privati anche a chi sceglierà di acquistare mezzi Diesel di
omologazione Euro6.2 D-temp, perché avrebbero emissioni più contenute, come
sostenuto dall’Assessore Raffaele Cattaneo.
«Milano con Area B dà finalmente il buon esempio, insieme ad
un messaggio chiaro a mercato e consumatori, nel solco delle altre maggiori
metropoli europee: dal diesel bisogna uscire il più rapidamente possibile se
vogliamo risanare l'aria di città. – dichiara Barbara
Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. E' ormai chiaro che questi motori, anche nelle versioni più recenti,
sono incompatibili con la situazione di perdurante inquinamento della pianura
padana, è inutile e sbagliato indugiare o dare messaggi contraddittori ai
consumatori. Oggi bisogna impegnarsi per le forme di mobilità alternative
all'automobile, e preparare il terreno alla transizione verso la motorizzazione
elettrica: non c'è spazio per ritorni al passato o per incentivi privi di una
seria prospettiva come quelli ipotizzati da Regione Lombardia, sul diesel
occorre voltare pagina»
In questo
quadro difficile di aria davvero pessima, Milano guida la classifica delle
città lombarde più inquinate e da oggi, con le sue giornate di smog oltre i
limiti di legge, ha già bruciato la franchigia dei 35 giorni annui concessi
dalla normativa europea per i superamenti della soglia di 50 microgrammi per
metro cubo, su 52 date di calendario trascorse (vd. Tab.1).
In giornate
di primavera anticipata, l’incidenza del riscaldamento domestico sulle
emissioni inquinanti si ridimensiona, anche se resta elevato il ruolo
negativo delle stufe a legna e delle caldaie a diesel ancora troppo diffuse
nelle nostre città. Tra i responsabili principali dell’aria irrespirabile
emergono la zootecnia intensiva e gli spandimenti di liquami e fanghi nei
campi: lo dimostrano i dati che riguardano Pavia e Cremona, che
occupano gli altri due gradini del podio e le province agricole della
bassa.
L’attestazione
arriva dall’elaborazione dei dati sulle polveri sottili misurate dalla
centralina di Milano-via Pascal realizzata da ARPA Lombardia. La cosiddetta
“impronta digitale chimica” (vd. schema 1) rivela come nel tardo inverno
diminuisca la concentrazione di ‘black carbon’, prodotto diretto delle
combustioni, mentre aumentino, fino a divenire largamente prevalenti, i
particolati formati dal nitrato d’ammonio. Si tratta di polveri secondarie, che
si formano per effetto di reazioni chimiche che avvengono direttamente
nell’atmosfera tra due gas: gli NOx e l’ammoniaca. I primi sono i fumi tossici
dei motori diesel, l’ammoniaca invece deriva dall’enorme carico di bestiame che
pesa sulla pianura lombarda: 5 milioni di suini e 1,5 milioni di bovini che
producono decine di milioni di tonnellate di deiezioni, cariche di sostanze
ammoniacali, vengono sparse sui campi proprio a partire dal mese di febbraio,
dopo il periodo invernale di divieto.
«Il modo più
efficace per contrastare questo mix micidiale è agire per ridurre entrambi gli
ingredienti – spiega Barbara
Meggetto – con misure di progressiva limitazione dell’uso dei
veicoli diesel, con buone pratiche per la gestione dei reflui zootecnici, che
oggi sono molto poco diffuse, e anche con una politica agricola regionale che
punti a ridurre l’impatto ambientale della propria zootecnia estensiva, senza
dimenticare l’urgenza di estese politiche di riqualificazione energetica degli
edifici, vere strutture energivore, soprattutto quelli ancora
riscaldati con caldaie obsolete e privi di isolamento termico».
Capoluogo
Provincia |
Concentrazioni medie
PM10 2019 da inizio anno |
GIORNI SUPERAMENTO
Soglia PM10 da inizio anno |
MILANO
|
57
|
35
|
PAVIA
|
56
|
32
|
CREMONA
|
55
|
32
|
MANTOVA
|
52
|
28
|
LODI
|
51
|
26
|
MONZA
|
48
|
26
|
BRESCIA
|
48
|
26
|
COMO
|
44
|
19
|
BERGAMO
|
43
|
17
|
VARESE
|
39
|
13
|
LECCO
|
32
|
13
|
SONDRIO
|
34
|
6
|
Tab. 1 – Giorni di superamento da inizio anno del
limite di legge di 50 μg/m3
Schema 1. Fonte:
elaborazione dati ARPA Lombardia
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