giovedì 12 gennaio 2017

ELISKI, REALACCI: "BUONE NOTIZIE SUL FRONTE ELISKI: IN RISPOSTA A UNA INTERROGAZIONE PRESENTATA DA ME E DAL COLLEGA BORGHI IL GOVERNO SI IMPEGNA AD UNA REGOLAMENTAZIONE RIGOROSA”

Roma, 12 gennaio 2017 – Comunicato stampa


"Un passo avanti importante per vietare o limitare fortemente l'eliski anche in Italia con una regolamentazione stringente. L’eliski è una pratica pericolosa per sciare fuoripista che utilizza l'elicottero come mezzo di risalita ed è considerata «non adatta alle Alpi per ragioni ambientali» dalla Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (CIPRA) e per questo vietata o limitata negli altri Paesi alpini europei. Il ministero delle Infrastrutture oggi rispondendo a una interrogazione presentata da me e dal collega Borghi, anche su sollecitazione di Beppe Leyduan, Carlo Alberto Pinelli, Mountain Wilderness e Cai, ha annunciato l’intenzione di definire, di concerto con il ministero dell’Ambiente e gli Enti territoriali coinvolti , un rigido sistema regolatorio per l’eliski in linea con quanto indicato dalla CIPRA e con quanto già posto in essere dagli altri paesi alpini europei.

Il MIT condivide infatti la necessità di regolamentare con chiarezza e in modo uniforme su tutto il territorio nazionale l’utilizzo dell’eliski, vista la pericolosità di questa pratica per l’uomo e l’ambiente. Usare l’elicottero come mezzo di risalita crea infatti il rischio del possibile distacco di valanghe causato dai rotori o dall'azione degli sciatori che, peraltro, non testano la compattezza della neve durante la salita ignorando così le condizioni dei pendii che si accingono a percorrere. L’eliski è poi fonte di un forte inquinamento acustico che disturba la fauna alpina in un periodo dell’anno in cui diverse specie sono già messe a dura prova dai rigori del clima.
Per questi motivi l’eliski comincia ad essere vietato anche in alcuni comuni italiani. Il piccolo centro di Balme nelle valli di Lanzo (To), ad esempio, si è impegnato a inizio dicembre con una delibera a non autorizzare sul suo territorio la pratica dello sci con l’elicottero, né l’utilizzo di altri mezzi come quad, moto, fuoristrada e motoslitte.
Regolamentare in modo rigoroso questa pratica significa garantire maggiore sicurezza alle persone e permette di puntare su un turismo più sostenibile e sempre più attrattivo per il futuro”

Lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, commentando la risposta del ministero delle Infrastrutture alla sua interrogazione a risposta immediata in Commissione sulla dannosa pratica dell'eliski.

DI SEGUITO E' DISPONIBILE IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE E IN ALLEGATO LA RISPOSTA DEL MIT (IL CUI CUORE E' NELLA PARTE FINALE)

REALACCI e BORGHI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
come si evince da articoli più volte apparsi sulla stampa nazionale l’eliski è una pratica dello sci fuoripista e «freeride» che utilizza come mezzo di risalita l'elicottero. Si tratta di un'attività vietata e limitata in un tutti i Paesi alpini, ad eccezione dell'Italia, perché ritenuta «rischiosa» e «non adatta alle Alpi per ragioni ambientali» dalla Commissione internazionale per la protezione delle Alpi, la «CIPRA»;
più precisamente, le attività di eliski sono interdette in Germania, Slovenia e Liechtenstein. Anche in Francia vige un divieto generalizzato che però viene spesso aggirato, poiché gli sciatori depositati dagli elicotteri su creste oltre confine. In Austria è consentito unicamente nella regione dell'Arlberg, con soltanto due destinazioni. In Svizzera la legge consente l'atterraggio su una quarantina di siti (la maggior parte dei quali situati nel Canton Vallese); è recente la notizia che la Confederazione elvetica starebbe per ridurre i voli nella zona del Monte Rosa (una delle più battute) in quanto questo è considerato di alto pregio ambientale; dal punto di vista della sicurezza, oltre al rischio derivato dal possibile distacco di valanghe causato dai rotori o dall'azione degli sciatori depositati su pendii in quota, vette o crinali potenzialmente instabili, si deve considerare un'elevazione del rischio dovuto al fatto che chi pratica eliski non ha la possibilità di testare le condizioni della neve durante la salita ignorando così i pericoli insiti nelle condizioni del manto nevoso.
Il volo di elicotteri a bassa quota, così come il decollo e l'atterraggio concorre poi in modo significativo al disturbo della fauna alpina in un periodo dell'anno, quello invernale o di inizio primavera, in cui certe specie sono già messe a dura prova dai rigori del clima;
più recentemente, il comune di Balme, in provincia di Torino, ha scelto di essere il paese dove vivere esperienze di frequentazione della montagna dolce e silenziosa, ovvero più sostenibile, e non il borgo alpino degli elicotteri. Per questo il piccolo centro di Balme, nelle valli di Lanzo, a inizio dicembre 2016 impegnato, con una delibera votata dal consiglio comunale, a non autorizzare sul suo territorio la pratica dell’eliski e l'utilizzo – sia d'inverno che d'estate – di altri mezzi motorizzati come quad, moto, fuoristrada e motoslitte affinché si possa offrire al turista un contatto più genuino ed autentico con la natura, nel rispetto delle fragilità dell'ambiente alpino –:
se i Ministri interrogati non intendano assumere iniziative, considerato quanto già deciso dagli altri Paesi in Europa, al fine di ottemperare alle indicazioni date dalla Commissione internazionale per la protezione delle Alpi, in modo tale da estendere così il divieto di eliski, ad eccezione delle aviosuperfici autorizzate, in tutto l'arco alpino del territorio italiano a tutela dell'ambiente e della sicurezza delle persone e delle cose.

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