Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02600
Pubblicato il 6 agosto 2014, nella seduta n. 301
BIGNAMI , ORELLANA , CASALETTO , PEPE , GAMBARO , MASTRANGELI , DE PETRIS - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -
Premesso che:
il cromo è un metallo pesante presente in
natura in vari stadi di ossidazione. Il cromo esavalente è considerato
la forma più pericolosa per la maggiore solubilità e capacità di
penetrare nelle strutture cellulari; la IARC (International agency for
research on cancer) classifica il cromo VI come «cancerogeno certo» per
l'uomo;
nelle falde acquifere il limite massimo
di presenza consentito di cromo VI è pari a 5 microgrammi al litro,
oltre tale soglia la presenza del metallo risulta pericolosa per la
salute umana;
dal report ARPA
del settembre 2013 sullo stato delle acque sotterranee della provincia
di Milano si evince che vi sia una presenza di cromo esavalente oltre i
limiti consentiti in alcune zone del comune di Milano: nello specifico
vi è una concentrazione pari a 19 microgrammi al litro nelle centrali
dell'acqua di Gorla, e pari a 17 microgrammi al litro in quelle di Armi,
pari a 185 microgrammi per litro nel quartiere di Trenno, dove è stato
previsto uno sbarramento idraulico, pari a 1.500 microgrammi al litro in
via Savona e pari a 9.600 microgrammi al litro nella falda freatica di
via Bazzi. In questa area sono in corso un'analisi del rischio da parte
di ARPA per valutare l'inquinamento del terreno e una parte di 2 società
esterne Tecno in SpA e Natura Srl; tali analisi verranno ultimate per
il mese di settembre 2014;
l'alta concentrazione di cromo esavalente
in via Bazzi è dovuta al passato industriale della zona: qui era
infatti attiva un'azienda galvanica di circa 8.000 metri quadri che
realizzava cromature, cadmiature, nichelature e stagnature; le prime
notifiche in Comune di inquinamento procurato da tale stabilimento
risalgono al 1994, ma è nell'estate 2005 che si sono verificati
sversamenti di grandi quantità di cromo esavalente, di nichel e di altre
sostanze nocive, sia nei pozzetti di scarico all'interno dell'edificio,
sia nelle fognature, con danneggiamento del depuratore di San Rocco;
ciò ha determinato l'inquinamento della
falda freatica sottostante l'edificio (circa 8 metri), fino ad allora
utilizzata per vari usi pubblici e privati, e ha arrecato un potenziale
pericolo per la falda più profonda utilizzata per l'acqua potabile,
mettendo in serio rischio la salute pubblica (come stabilito dalla
sentenza del tribunale di Milano del dicembre 2008 che si avvalse di due
perizie);
visto il serio rischio di inquinamento
provocato dalle materie prime e dai rifiuti presenti, il Servizio piani
di bonifica del Comune di Milano ha emesso in data 9 agosto e 30
settembre 2005 alcuni provvedimenti relativi alla messa in sicurezza
dell'area e della falda; tali provvedimenti non furono, però, mai
ottemperati, come dichiarato del Settore bonifiche del Comune in un
documento prodotto il 23 luglio 2014 in risposta alle istanze del
consigliere della circoscrizione 5 di Milano, Massimiliano Toscano;
considerato che:
ancora il 29 agosto e il 28 settembre
2007, nell'area di via Bazzi sono avvenuti altri 2 grossi incidenti che
hanno provocato lo sversamento di cromo esavalente e il rovesciamento di
due trasformatori contenenti PCB, causando altre contaminazioni e
l'aggravamento di quelle già in atto in un luogo che non è stato
sufficientemente sorvegliato e sigillato;
in seguito a tali eventi nel 2007 era
stato dato incarico ad AMSA di realizzare uno sbarramento idraulico
costituito da due pozzi per il contenimento della contaminazione
riscontrata nelle acque di falda; realizzato nel 2008, esso non è ancora
entrato in funzione perché non è stato dotato di un impianto di
depurazione; il Comune di Milano contestualmente aveva avviato diverse
azioni di bonifica, quali lo svuotamento delle vasche in superficie e
interrate, rilevando una contaminazione diffusa da cromo esavalente;
nel frattempo è stato condannato il
titolare signor Frisinghelli con sentenza del Tribunale sezione X penale
in data 19 dicembre 2008, in relazione al disastro ambientale avvenuto;
l'amministrazione comunale aveva intimato
al signor Frisinghelli di produrre un piano di caratterizzazione con
ordinanza del 10 febbraio 2009 come operazione iniziale per successivo
piano di bonifica;
data l'inerzia del signor Frisinghelli ad
agire il Comune aveva dato incarico in data 6 ottobre 2010 alla NCE di
Bresca, dopo selezione pubblica, per realizzare il piano di
caratterizzazione;
nel frattempo sono state fatte altre analisi dell'acqua di falda, considerato che si doveva urgentemente intervenire d'ufficio;
il piano di caratterizzazione è stato
approvato alla conferenza dei servizi (tra ARPA, Provincia e Comune) del
16 novembre 2011, in seguito a questa è stata fatta una gara per
assegnare ed eseguire il piano di caratterizzazione; scelte due società
in associazione temporanea di imprese Tecno in SpA e Natura Srl, in data
13 aprile 2012 è stato sottoscritto il contratto;
in data 12 giugno 2012 le due società
hanno presentato un cronoprogramma ad ARPA, Provincia e Comune di Milano
per l'esecuzione delle attività e per concordare l'inizio delle
attività;
ARPA, in data 9 novembre 2012, ha chiesto di aggiungere e analizzare ulteriormente il parametro IPA per l'analisi dei terreni;
queste ulteriori indagini in
contraddittorio con ARPA si sono concluse il 7 marzo 2013, e gli ultimi
dati di tutte le analisi della falda e dei terreni si sono concluse a
dicembre 2013;
in data 7 febbraio 2014 una nuova
conferenza dei servizi convocata ha considerato tutti i documenti, ma
non ha approvato l'analisi del rischio; inoltre ARPA ha richiesto
ulteriori analisi secondo la metodica prevista dall'art. 9 del decreto
ministeriale 5 febbraio 1998 e successive modificazioni e secondo le
nuove normative legate al decreto-legge n. 69 del 2013, convertito, con
modificazioni, dalla legge n. 98 del 2013, art. 41, che riguardano
l'analisi dei terreni;
il 28 aprile 2014 la Tecno in SpA ha protocollato una revisione del documento dell'analisi di rischio;
il 19 giugno 2014 il Settore bonifiche
del Comune di Milano considerato il nuovo documento dell'analisi di
rischio e viste le ultime considerazioni di ARPA, è stato chiesto alle
due società di presentare un nuovo documento conforme a quanto
prescritto dalla conferenza dei servizi;
in data 4 luglio 2014 il Settore
bonifiche del Comune ha chiesto ad ARPA un preventivo per i costi del
contradditorio per la validazione dei risultati dei test di cessione e ha richiesto gli ultimi prelievi in campo entro la fine di luglio;
le ultimi analisi dei terreni saranno
ultimate entro settembre 2014, e verrà convocata una nuova conferenza
dei servizi, verrà definito il quadro inquinologico completo sui suoli e
sulla falda e verrà definita la reale entità dei rischi associati;
al momento sulla base delle prime
valutazioni di Tecno in SpA e Natura Srl non emergerebbero rischi per la
salute umana per quello che riguarda i recettori circostanti all'area,
persistendo soltanto la contaminazione del suolo e del sottosuolo;
terminate le ultime analisi di ARPA, il
Comune farà partire i primi lavori di messa in sicurezza e/o bonifica
della falda e dei terreni;
sempre nello stesso stabile di via Bazzi
12 ci sono enormi coperture di Eternit molto deteriorato che dovrebbero
essere rimosse entro un anno; tali coperture hanno disperso fibre per
moltissimi anni nell'ambiente;
suscita, inoltre, forte apprensione tra i
cittadini della zona il fatto che ci sia una scuola pubblica "G.
Agnesi" nei pressi dell'ex industria galvanica di via Bazzi, 12, in un
luogo contaminato da cromo esavalente e da amianto;
il cromo è, infatti, un metallo che ha
capacità di infiltrarsi verso il basso finché non trova una barriera,
che al momento non esiste, con seri rischi per la salute pubblica,
si chiede si sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto;
se sia in grado di fornire il valore di
fondo di rilevazione di cromo esavalente e di cromo totale presente a
Milano nelle falde acquifere e in tutte le centrali di acqua potabile,
in particolare nelle centrali di Gorla e Armi;
se non ritenga necessario intraprendere
le opportune iniziative, per quanto di sua competenza, affinché gli enti
locali diano pubblicazione delle rilevazioni effettuate sulle falde
acquifere e sulle centrali di acqua potabile sul sito internet del gestore dell'acqua potabile;
se non reputi opportuno, per quanto di
sua competenza, eseguire l'analisi idrogeologica del terreno
dell'azienda ex Lorenzi di via Bazzi 12 e di quello a valle, con
riferimento alla prima e alla seconda falda, nonché localizzare i pozzi
sensibili, privati e pubblici a valle del sito inquinato ed il piano di
ricerca degli hot spot che giustificano il recente aumento delle concentrazioni degli inquinanti;
quali provvedimenti intenda assumere in
questa fase ed in futuro per tutti i casi simili a quello di via Bazzi
12 di Milano in cui si rilevi presenza di cromo esavalente e cromo
totale;
se non ritenga opportuno indagare, per
quanto di sua competenza, per individuare su chi ricada la
responsabilità del fatto che negli anni tra il 2005 e il 2007 vi è stata
una totale inerzia da parte del Comune di Milano nell'installare una
barriera idraulica per isolare il cromo VI rinvenuto nella falda di via
Bazzi, provocando seri rischi per la salute pubblica.
Fonte: sito www.senato.it
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