Milano, 22 gennaio
2014
Comunicato stampa
“Dire basta con l'opacità e il
malaffare delle
speculazioni all'ombra di una politica troppo compiacente e
spesso sodale con
gli imperi del malaffare e delle ecomafie che battono il campo
delle bonifiche
e del ciclo dei rifiuti”. E’ con questo obiettivo che
Legambiente scende in
campo, dopo che già da anni aveva segnalato alla Procura
milanese le
irregolarità e le cifre sospette per la bonifica del sito
industriale della
Sisas di Pioltello - Rodano, dopo la condanna dell'Italia da
parte della Corte
di Giustizia Europea. Da allora si sono succedute indagini,
arresti eccellenti,
anche in connessione con altri grandi banchetti imbanditi sulle
terre
contaminate di altri siti (vedasi Santa Giulia), casi conclamati
di traffico
internazionale di rifiuti tossici, ma evidentemente le grandi
bonifiche
continuano a fare gola ad aziende con pochi scrupoli e
funzionari pubblici
compiacenti e generosamente ricompensati. Per questo Legambiente
si costituirà
parte civile nel processo relativo alla bonifica dell'ex-Sisas.
La
vicenda della
bonifica del Polo Chimico di Pioltello – Rodano è da sempre
all'attenzione di
Legambiente, intervenuta più volte nella travagliata storia di
inadempienze,
infrazioni, favoritismi e connivenze con la politica, anche ai
livelli più
alti, come quando Regione Lombardia arrivò a promulgare una
legge che definimmo
'ad aziendam', per consentire alle imprese coinvolte nelle
bonifiche, ed in
primo luogo nell'affaire Sisas, oltre al denaro pubblico
contante, anche lauti
benefici immobiliari per valori incredibilmente gonfiati
rispetto ai costi
effettivi di bonifica. Le circostanze a cui si riferisce
l'inchiesta odierna
sono segnalate già nell'esposto, presentato alla Procura della
Repubblica
attraverso l'avvocato Francesco Borasi, nel lontano ottobre del
2009, a firma
del presidente di Legambiente Lombardia e dell'allora
consigliere Regionale
Carlo Monguzzi, che segnalava vistose sproporzioni di costi tra
gli interventi
approvati nel Polo Chimico ed analoghi interventi in altri
contesti europei.
“E’
ora di scrivere la
parola fine sull'indecente gestione dei procedimenti di bonifica
e sul
sottobosco affaristico e malavitoso che ha tentato, spesso
riuscendoci, di
avvantaggiarsi di situazioni di estrema criticità ambientale e
di grande
complicazione normativa – dichiara il presidente di Legambiente
Lombardia,
Damiano Di Simine -. Chiediamo che sulle bonifiche di siti
contaminati si apra
la stagione della trasparenza e della certezza dei controlli,
per far sì che
interventi così complessi e necessari vengano effettuati da
imprese di chiara
competenza e di specchiata etica aziendale, prevenendo ogni
forma di
infiltrazione e malaffare”.
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